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Burano: abbattuto un nido di rondine su un imbarcadero

Spett.le ACTV S.p.A. Venezia
avm@avmspa.it

e, p.c.

Spett.le Ufficio Ambiente Comune di Venezia
tutela.animali@comune.venezia.it

Oggetto: Lipu BirdLife Italia, Sezione di Venezia, www.lipuvenezia.it, segnalazione in merito ad azioni di danneggiamento  nido  occupato da  Rondine Hirundo rustica, presso l’imbarcadero della linea pubblica di navigazione in Burano – Mazzorbo (Venezia).

Spett.le ACTV S.p.A.,

è giunta a questa Associazione la richiesta di intervento per la distruzione di un nido di Rondine Hirundo rustica con uova all’interno e con l’allontanamento di un esemplare intento alla cova. Il fatto è successo entro un imbarcadero ACTV della linea Murano – Mazzorbo.  A tal fine si rammenta che tale specie minacciata di estinzione in tutto il territorio nazionale, è particolarmente protetta dalla vigente normativa. Le rondini sono tutelate a livello europeo dalla Convenzione di Bonn e dalla Convenzione di Berna ratificata in Italia con la Legge n° 503 del 05.08.1981 ed espressamente tutelate in Italia dalla Legge n° 157 del 11.02.1992, legge per la Protezione  della Fauna Selvatica. 

Da un primo accertamento, viene riferito, le motivazioni che hanno portato a tanto, sono degli asseriti imbrattamenti e danneggiamenti procurati dagli escrementi, questo può essere ovviato con l’apposizione di una tavoletta di legno sotto tale nido. Questa specie di uccelli è particolarmente utile in quanto è un grande insettivoro. Alla luce di quanto segnalato, si richiede un intervento delle ss.vv. al fine di risalire agli autori di questo ennesimo e reiterato grave episodio. Qui si riporta la richiesta inoltrata a questa Associazione da una socia, con data 14 maggio 2023: (…) Buongiorno, volevo fare presente che presso l’isola di Mazzorbo, (Burano – Venezia), c’è un imbarcadero del vaporetto actv. Già l’anno scorso delle rondini avevano fatto il nido e dopo che erano andate via il nido era stato distrutto. Quest’anno le rondini erano tornate e avevano rifatto il nido e deposto le uova, questa mattina noto che il nido non c’è più, è stato distrutto e con lui anche le uova. (…)

Distinti saluti

Il delegato Lipu Sezione di Venezia

                                                                         Dr. Gianpaolo Pamio

Edit: Comunicazione del Comune di Venezia rispetto all’istanza presentata

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Jesolo: taglio vegetazione durante il periodo di nidificazione dei cigni

Venezia, li 18 maggio 2023

Spett.le Comune di Jesolo all’indirizzourp@comune.jesolo.ve.it

Spett.le Genio Civile di Venezia all’indirizzo geniocivileve@regione.veneto.it

Oggetto: Lipu, Sezione di Venezia, Jesolo (Venezia) taglio vegetazione nei canali in periodo di nidificazione.                                                                                                                 

Spett.li in indirizzo, per le rispettive competenze,

e’ giunta a codesta Associazione una segnalazione da parte di un socio indicante siano stati compiuti degli sfalci in periodo di nidificazione in località Jesolo (Venezia) prossimità  Via Moriglione civico nr. 12. Le conseguenze riportate dall’interessato, hanno corrisposto all’abbandono della nidiata da parte di una coppia di Cigno reale  Cygnus olor. Si ribadisce, come ampiamente acclarato, che il periodo in esame è  inopportuno per tali lavori in quanto  come dettagliato dal parere tecnico dell’ISPRA prodotto in data 03.05.2019 trasmesso in allegato, cui alla pag. 2 leggiamo: (…) Si conferma che nei mesi primaverili ed in particolare da marzo a luglio le sponde dei corsi d’acqua rivestono un ruolo fondamentale per le riproduzione della fauna selvatica. Alberi, arbusti e zone inerbite prossime agli alvei sono la sede elettiva per la nidificazione di molte specie ornitiche strettamente legate all’ecosistema ripario, le quali non avrebbero modo di insediarsi altrove se le locali condizioni ambientali venissero alterate. Sussiste poi un secondo motivo di importanza di questi ambienti, che è quello di consentire la nidificazione di specie più generaliste (…) in vaste zone interessate da coltivazioni intensive, sulle quali gli unici elementi boschivi esistenti sono rappresentati dalle fasce ripariali (…)

Più generalmente la protezione e la riqualificazione degli habitat fluviali, con interventi che consentano ai corsi d’acqua di ricostituire il loro stato morfologico naturale, contribuiscono a mantenere la biodiversità, sostengono  l’equilibrio dell’ecosistema fiume – canale e, soprattutto, predispongono il corso d’acqua a rispondere in modo più resiliente alle crisi sia di apporto idrico che a fenomeni di inquinamento estemporanei, senza compromettere la sicurezza idraulica ed il regolare deflusso delle acque. Quanto in maniera esaustiva, richiamato dalla normativa comunitaria recepita a livello nazionale, sulle acque 2000/60/CE, alluvioni 2007/60/CE e, parallelamente, la direttiva habitat 92/43/CEE e la direttiva uccelli 2009/147/CE. 

Nelle aree in oggetto sono presenti specie di: Folaga (Fulica Linnaeus) Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), Airone cenerino (Ardea cinerea), Garzetta (Egretta garzetta),  Airone bianco maggiore (Ardea alba), Ballerina bianca (Motacilla alba),  Ballerina gialla (Motacilla cinerea), Martin Pescatore (Alcedo atthis), ecc. 

Allego il testo prodotto dall’istante, all’indirizzo della Sezione Lipu di Venezia trasmesso in data 12.05.2023: “(…) Buonasera, volevo segnalare a Jesolo un nido abbandonato di cigni, sembrerebbe a causa dello sfalcio dell’erba dell’argine del canale – dove avevano nidificato e stavano covando 3 uova –  a opera degli addetti comunali. Il nido era ben visibile e fino al mattino dello sfalcio i cigni stavano costantemente covando le uova. Dopo lo sfalcio i  cigni sono spariti, lasciando là le uova. Non è possibile segnalare la cosa all’amministrazione comunale e sensibilizzare gli addetti, affinchè in futuro stiano più attenti, perché certi episodi non succedano più? Sono davvero dispiaciuto dell’episodio. Foto in allegato (…)”

Cordialmente

                                             Il delegato della Lipu Sezione di Venezia, 

                               Dr. Gianpaolo Pamio

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Mestre: potature alberature in periodo vegetativo al Parco Bissuola. La LIPU chiede la tutela delle orchidee

                                      Venezia, li 22 aprile 2023

                                   Spett.le Ufficio Verde Pubblico del Comune di Venezia

Oggetto: Lipu Lega Italiana Protezione Uccelli, Sezione di Venezia, segnalazione di da parte di cittadini circa criticità nella gestione del Verde nel Parco Pubblico Alfredo Albanese nella Municipalità Carpenedo – Bissuola. Trattasi di potature su alberature in pieno periodo vegetativo e taglio prati ove risultano presenti specie di Orchidee tutelate dalla vigente normativa.

Spett.le Ufficio,

sono giunte  a questa Associazione delle segnalazioni circa alcune criticità inerenti la trattazione del Verde nel Parco Alfredo Albanese in Venezia Carpenedo – Bissuola, venivano segnalate esecuzioni di potature in piena fase vegetativa dei Pioppi cipressini presenti nei viali.

Si evidenzia da ampia ed acclarata bibliografia, come l’esecuzione di tale attività  espone l’albero oggetto di potatura a patologie fungine che possono portare a seccume e necrosi postume con la morte dell’albero stesso.

All’uopo si richiama quanto previsto dal Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 111 del 21.07.2003 e successive modificazioni, che recita all’art. 14.4 “La potatura viene programmata con adeguato anticipo, nel rispetto dei cicli biologici e di sviluppo delle alberature. Viene definita straordinaria nei casi in cui si manifestino situazioni non prevedibili tali da creare scompensi strutturali alla pianta stessa, con conseguente pericolo di incolumità pubblica. In entrambi i casi quando si deve eseguire una potatura occorre agire tenendo presente che:

a) la riduzione della superficie fogliare si traduce in una minore disponibilità di nutrienti per le radici e le altre parti dell’albero;

b) l’esposizione frequente della corteccia dei rami più interni alla luce diretta del sole può provocarne il surriscaldamento e conseguente indebolimento strutturale;

c) il taglio dei rami si traduce in una successiva abbondante produzione di germogli inseriti debolmente, che con il tempo possono diventare pericolosi;

d) il legno dei monconi dopo il taglio risulta vulnerabile all’attacco degli insetti e dei funghi patogeni (…)”

Nonché lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” MATTM 2017, alla pag. 41 nel paragrafo 4.2.2. La potatura  recita: “Tempistica, periodo, intensità dell’intervento dovranno essere contestualizzati alle caratteristiche stazionali e vegetazionali”.

Cephalanthera Damasonium, Orchidea © Bruno Zavattin

Per quanto segnalato si richiede l’interruzione delle pratiche di potatura ed il richiamo al rispetto del suddetto Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città.

Si rammenta inoltre che le esecuzioni delle potature non dovrebbero venire eseguite, per un principio di precauzione, in quanto la primavera e l’estate sono periodo di nidificazione per le specie di uccelli, così come stabilito dalla normativa vigente la L. 157 del 1992. 

Si richiama quanto trasmesso dal presidente della Lipu all ‘ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani.

“Divieto di effettuare, in ambito urbano e periurbano, abbattimenti e potature tra il 1° di marzo e il 30 agosto, ossia durante il periodo di riproduzione degli uccelli. Ed evitare, tutto l’anno, potature drastiche, limitandosi a interventi motivati, selettivi e mirati al rispetto del mantenimento vitale delle piante.

L’appello è contenuto in una lettera inviata oggi dalla Lipu-BirdLife Italia al presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Antonio De Caro, in vista dell’inizio, tra poco più di un mese, della stagione riproduttiva degli uccelli selvatici che spesso coincide con l’avvio di lavori di abbattimenti e potature drastiche di alberi, siepi e altra vegetazione, in parchi, giardini e altre aree verdi urbane, così come lungo i corsi d’acqua e negli ambienti agricoli vicino alle città.

“Tali interventi – scrive nella lettera Aldo Verner, presidente della Lipu – oltre a causare il danneggiamento e la destabilizzazione delle piante, incidendo negativamente sull’erogazione dei servizi ecosistemici e del connesso capitale naturale, distruggono direttamente i nidi dell’avifauna, la cui gran parte è difficilmente rilevabile anche da ornitologi esperti, poiché molti nidi sono piccoli, abilmente nascosti nella vegetazione, oppure allestiti dentro strette cavità del tronco e delle branche”.

Veniva segnalata una seconda criticità, in merito allo sfalcio sistematico dei prati, nell’area a Nord del Parco, nel sottobosco fresco ed umido, lato Via Rielta, nei pressi dell’Arena per spettacoli, strutturata in metallo zincato, sono state censite delle specie di Orchidea spontanea. La Cephalanthera damasonium e la Ophrys apifera, la foritura avviene a maggio, indi al fine di preservarne l’integrità,  lo sfalcio dovrebbe avvenire da fine giugno. Queste specie sono soggette a tutela integrale a seguito del recepimento della Convenzione di Washington del 1975 ed attraverso il recepimento con la Legge 150 del 7 febbraio 1992.

Cordialmente

                                                        Il delegato della Lipu Sez. Venezia

                                                                   Dr. Gianpaolo Pamio

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Segnalazione Canale Malamocco Marghera

Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Direzione Generale Crescita Sostenibile e Qualità Sviluppo
CRESS-UDG@mite.gov.it
CRESS@pec.minambiente.it

Presidenza del Consiglio dei Ministri
Struttura di missione Segreteria Tecnica del PNRR
segreteriatecnicaPNRR@PEC.governo.it

Procura Regionale della Corte dei Conti del Veneto
veneto.procura@corteconticert.it

Nucleo Operativo Ecologico di Venezia
noevecdo@carabinieri.it

Oggetto: Laguna di Venezia, progetto di marginamento del Canale Malamocco-Marghera, segnalazione di danno ambientale, distrazione di fondi PNRR e danno all’erario.

Si fa seguito alla nota in data 23 gennaio c.a., unita alla presente [file: ALLEGATO – segnalazione as- sociazioni 23.01.2023] con la quale le scriventi associazioni hanno formulato al Ministero dell’Ambiente una richiesta di controlli ed eventuali sanzioni di cui all’art. 29 del D.Lgs 152/2006 per quanto in oggetto e segnatamente relativamente al progetto Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la conservazione nelle aree di bordo del Canale di Malamocco Marghera tratto curva San Leonardo – Interventi di protezione dall’erosione marina delle Casse diColmata A, B D-E, lato laguna viva (Venezia) dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (CUP F72E18000190005).

Confidando nei riscontri del caso, si ritiene opportuno svolgere nel frattempo alcuni approfondimenti che distintamente riguardano i seguenti aspetti: il danno ambientale potenzialmente derivante dall’esecu- zione di un progetto non sottoposto alla prescritta valutazione di impatto ambientale; il finanziamento di detta opera indebitamente a carico del PNRR-Fondo complementare; il potenziale danno all’erario derivante dall’esecuzione dell’opera contrariamente alle prescrizioni pertinenti l’area interessata ed ai conseguenti necessari ripristini.
Si rappresentano dunque qui di seguito alcune considerazioni che sono offerte in spirito di civica collaborazione.

Danno ambientale derivante da omesse autorizzazioni ambientali

Nel 2020 il Provveditorato Interregionale per le OO.PP. del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia aveva chiesto la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale per il progetto Interventi per la protezione e la conservazione dei fondali del canale Malamocco-Marghera. Opere di protezione delle Casse di Colmata. In merito era intervenuto il parere n. 171 del 15.2.2021 del Ministerodell’Ambiente – Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA e Vas – Sottocommissione VIA (registro ufficiale n. 808 19.02.2021) il quale accertato «che il progetto determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi» disponeva che esso «deve essere sottoposto al procedimento di VIA» secondo le pertinenti dispo- sizioni del Testo Unico Ambiente, come poi ratificato espressamente con decretodel direttore della Direzione Generale per la Crescita Sostenibile del Ministero della Transizione Ecologica (n. 68 del 5.3.2021). Di poi, tale procedura di VIA non fu attuata ed anzi è pendente al riguardo un ricorso al TAR promosso dalla stessa Autorità di Sistema Portuale del MareAdriatico Settentrionale. Questa poi – in forza dell’intervenuto accordo procedimentale n. 33020 del 10.11.2021 con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile per la realizzazione dell’intervento infrastrutturale Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la con- servazione nelle aree di bordo del Canale di Malamocco Marghera tratto curva San Leonardo e Fusina – ebbe a presentare un nuovo progettodenominato Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la conservazione nelle aree di bordo del Canale di Malamocco Marghera tratto curva San Leonardo – Interventi di protezione dall’erosione marina delle Cassedi Colmata A, B D-E, lato laguna viva (Venezia). Tale progetto corrisponde sostanzialmente, quanto ad area di intervento e scelte progettuali, al precedente progetto per il quale era stata prescritta la procedura di VIA. Tuttavia per tale ultimo progetto non fu svolta detta procedura ed esso fuapprovato dalla Commissione per la Salvaguardia di Venezia in data 23.11.2021, malgrado le criticità emerse in quella sede e già esposte nella nostra nota succitata del 23.01.2023. Da ultimo, con decretazione n. 2022.0000661 del 12.12.2022 del responsabile unico del procedimento, l’Autorità di Sistema Portuale ha approvato la spesa e dunque l’esecuzione dell’opera [file: ALLEGATO – decretazione 661 RUP ADSPMAS del 12.12.2022].

L’omissione della procedura di VIA espone le opere in via di realizzazione ad essere nel concreto produttrici di significativo danno ambientale in quanto comporterebbero l’introduzione in Laguna di ben 7.270 metri lineari di inusitata scogliera realizzata con massi di grandi dimensione (kg 1000-2000) da importare dall’Istria, in contrasto con quanto prescritto dal vigente Piano Morfologico della Laguna e dal recentemente aggiornato Piano di Gestione delle Acque.

Inoltre, a retro della scogliera verrebbe previsto il refluimento dei sedimenti asportati dal fondale del canale navigabile andando a seppellire la piana al margine delle Casse di colmata, analoga alle velme naturali che il progetto intende eliminare ritenendola una condizione di degrado, ma essa rappresenta in realtà l’evoluzione pluridecennale, indotta dai processi di resilienza, con cui la Laguna sta ripristinando un equilibrio a frontedei disturbi dovuti all’innaturalità del canale e alle energie scaricate dal transito delle navi. Ciò era stato evidenziato già nel 2003 nello studioAnalisi e classificazione funzionale delle barene e delle tipologie di intervento sulle barene recentemente citato quale adeguato indirizzo tecnico nel decreto del Ministro dell’Ambiente n. 101 del 21.3.2018 recante obbligo di revisione complessiva dell’aggiornamento del Piano Morfologico della Laguna secondo il parere della CTVIA n. 2489 del 2.8.2017 (punto 34). Anche la Commissione per la Salvaguardia di Venezia, in data 18 dicembre 2003, aveva prescritto interventi di questo tipo, molto meno onerosi, di sicura sostenibilità ambientale, in grado di assorbire le energie innaturali e di convertirne l’im- patto in vivificazione delle superfici acquee e intertidali (velme e barene), con deposizioni spontanee dei sedimenti in strutture stabilizzate capaci di autoconservazione [file: ALLEGATO – parere Commissione Salvaguardia 18.12.2003]. Inoltre il già citato decreto ministeriale 101/2018 era pure intervenuto con prescri- zioni riguardo alle «strutture morfologiche artificiali per limitare il trasporto di sedimenti verso in canali principali» (al punto 11). Giova anche rammentare che criteri di «apertura all’espansione alle maree delle aree per la terza zona industriale» sono stati stabiliti da tempo (deliberazione del Consiglio dei Ministri del 27 marzo 1975).

L’omissione della procedura di valutazione ambientale comporta inoltre che non si siano doverosamente studiate le possibili alternative, davvero ambientalmente sostenibili, alla nota criticità rappresentata per il canale di grande navigazione Malamocco-Marghera dal deposito sul fondo di materiali erosi dai lati a causa della propagazione di onde dovute al transito di grandi navi.

L’osservazione di una sezione tipo, riferita al fronte Cassa di Colmata B, compresa negli elaborati progettuali, induce a pensare che la progressiva erosione del bordo artificiale del canale navigabile non possa che giungere ad una sostanziale situazione di equilibrio, anche in ragione della natura della stratigrafia reale lungo i diversi transetti del canale (analisi invece del tutto trascurata dal progetto!). Il raggiungimento di una naturale situazione di equilibrio potrebbe anche essere coadiuvato da modesti interventi di sicura sostenibilità ambientale in grado di assorbire la propagazione delle onde e di tradurre il loro impatto in movimenti di vivificazione delle aree interne di velme e barene: passando in sostanza da una soluzione di mera resistenza (la scogliera) ad una di resilienza (assorbimento e sfruttamento positivo dei movimenti d’acqua).

È inoltre del tutto evidente che il progetto è carente di analisi e soluzioni per la completa sezione del canale e che si può certamente supporre che un analogo – e scoglioso – destino verrebbe successivamente proposto anche per il lato ad est.

Indebito finanziamento a valere sul PNRR-Fondo complementare

Il rilevante impegno economico per la realizzazione dell’opera – 23,5 milioni di euro – risulta a carico del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (missione 3 Infrastrutture per la mobilità soste- nibile, Componente 2 Distretti intelligenti e logistica integrata intermodale, investimento n. 17 Sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza nelle infrastrutture portuali ai cambiamenticlimatici) come ri- sulta dalla già citata decretazione del Rup. Invero, appare difficile individuare una logica in tutto ciò! È ben vero che il Provveditorato alle OO.PP aveva conferito un incarico di redazione di un progetto definitivo Interventi di protezione dall’erosione marina delle Casse di Colmata A, B, D-E, lato laguna viva, ma in realtà non è in essere alcuna erosione marina, bensì erosione provocata dal moto ondosogenerato dalla navigazione e inoltre, come già si è detto le casse di colmata destinate all’allargamento dell’area industriale -programmazione ormai del tutto archiviata – non vanno protette in quanto tali ma piuttosto rnaturalizzate.

Tutto ciò, sommato all’omissione della VIA, comporta il venir meno per l’opera alla condizione fondamentale di accesso alle risorse del PNRR: delrispetto della regola del do not significant harm, di cui alla Guida opera- tiva per il rispetto del principio di non arrecare danno significativoall’ambiente (cd. DNSH) approvata con circolare del Ragioniere Generale dello Stato n. 32 del 30.12.2021 …tanto più che a livello legislativo è sancito per il porto di Venezia l’obiettivo strategico di individuare uno sviluppo fuori delle acque della Laguna: l’art. 3 del DL 45 del 1° aprile 2021, convertito in legge 75/2021, ha infatti previsto a tal scopo un concorso di idee (al momento bloccato dall’Autorità di Sistema Portuale che ha preferito resistere all’annullamento deciso dal TAR del bando da essa emanato).

Danno all’erario per realizzazione di opera in contrasto con sovraordinate disposizioni

Come è noto, la completa attuazione del Piano Morfologico della Laguna approvato nel 1993 avrebbe dovuto comportare la ricalibratura dei canalilagunari, l’impiego dei sedimenti per la ricostruzione di velme e barene, la protezione delle barene in erosione, la rinaturalizzazione di aree lagunari bonificate come le casse di colmata, il sovralzo dei fondali per ridurre il moto ondoso e il loro consolidamento attraverso il trapianto di fanerogame. Ma in direzione esattamente contraria va l’intervento in questione il quale anziché badare alla ricalibratura della profondità del Canale dei Petroli coerentemente con i limiti materiali determinatisi con le opere del MoSE (esistono zone con profondità assai eccedenti quella delle barriere alle bocche di porto), anziché badare alla protezione delle barene in erosione (lato ad est del Canale Malamocco-Marghera), anziché badare alla rinaturalizzazione delle casse di colmata … si preoccupa, esattamente all’incontrario, di proteggere una situazione artificiosa come quella delle casse di colmata introducendo in Laguna una tipologia di opere del tutto estranee all’ambiente e al paesaggio lagunare con una soluzione tecnica pesante e costosa scaturita solo per aver artatamente evitato la procedura di valutazione di impatto ambientale che correttamente avrebbe individuato soluzioni alternative ed ambientalmente sostenibili per le problematiche della portualità problematiche del resto solo contingenti, nel breve-medio periodo, posto che sul piano strategico le prospettive portuali per Venezia, anche tenendo conto dei cambiamenti climatici in atto e delle previsioni di conseguente frequenza di chiusura delle barriere del MoSE) sono individuabili solo in avamporti in mare, come del resto già ha preso atto il Parlamento con la conversione in legge del citato DL 45/2021, art. 3.

Il danno all’erario si prospetta dunque sia per i costi di realizzazione dell’opera, sia per quelli che si richiederebbero per il debito ripristino ambientale, sia per la concreta possibilità di correlata perdita degli strumenti finanziari del PNRR come espresso al paragrafo precedente.

Si confida nell’attenzione e si porgono distinti saluti Venezia, 14 aprile 2023

Emanuela Vassallo (Italia Nostra Sez. di Venezia)

Michele Boato (Ecoistituto del Veneto)

Marco Zanetti (associazione Venezia Cambia)

Salvatore Lihard (ass. Comitato Ambientalista Altro Lido)

Gianpaolo Pamio (LIPU – Venezia)

Roberto Sinibaldi (WWF – Venezia)