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Guide e manuali Informazioni

Comportamenti virtuosi da tenere in spiaggia e al mare: i consigli dei ricercatori di Biologia Marina dell’Università di Padova

Noi e il mare. Dune costiere, patrimonio da non calpestare

di Paolo Comandini e Alberto Barausse

Tutti noi, in modi diversi, interagiamo con gli ambienti costieri: turisti, amanti del riposo in riva al mare, appassionati pescatori, diportisti, lavoratori del turismo balneare, ricercatori, politici e la lista potrebbe continuare. Tutti noi quindi abbiamo il potere e di conseguenza la responsabilità (Ben Parker, 1962) di dare il nostro contributo alla conservazione di questi ambienti così delicati e, come spiegheremo, così importanti per l’umanità. I semplici comportamenti di cui ci possiamo rendere protagonisti ogni giorno possono infatti fare la differenza: ad esempio raccogliere l’immondizia che produciamo quando andiamo in spiaggia, evitare di calpestare la vegetazione spontanea che cresce sulle dune, non raccogliere fauna e flora selvatica, sono solo alcune delle piccole azioni che possiamo fare per contribuire a proteggere gli ambienti costieri dalle tante minacce che incombono su di loro. Ma quali sono queste minacce?

Importanza e degrado degli ambienti costieri

Benché le zone costiere rappresentino meno del 15% della superficie terrestre, esse ospitano ben più della metà dell’intera popolazione mondiale (European Environment Agency, 1999) a cui forniscono inoltre un gran numero di quei benefici concreti che in ecologia si definiscono servizi ecosistemici. Gli ecosistemi costieri, nella loro grande variabilità, contribuiscono infatti in maniera diretta e indiretta alla vita, benessere e cultura delle persone che vivono nelle zone costiere, oltre a rappresentare un’importante fonte di reddito per gli operatori di importanti settori economici come turismo e pesca. Gli ambienti costieri e di transizione, che si collocano cioè nella zona di passaggio fra mare e terra, hanno un’importanza fondamentale proprio per tale loro collocazione fra due mondi diversi che li rende produttivi e estremamente ricchi di biodiversità. Le dune costiere, ad esempio, o le barene (paludi salate) delle lagune adriatiche, svolgono un importante ruolo nel proteggere i territori retrostanti da vento e mareggiate. Questi servizi ecosistemici, così importanti per le persone, dipendono intimamente dal funzionamento ecologico degli ambienti costieri. Nelle dune, le piante psammofile (cioè adatte alla sabbia), con i loro steli e radici, hanno un ruolo fondamentale nel catturare la sabbia e stabilizzare la duna, che può così persistere, crescere e svolgere le sue funzioni ecologiche, a vantaggio anche della spiaggia antistante che beneficia della sabbia presente. La vegetazione rappresenta la chiave del funzionamento ecologico anche delle barene: questi ambienti, proprio grazie all’attività delle loro alofite (piante che tollerano il sale), proteggono le coste dal moto ondoso e mitigano il cambiamento climatico fissando e stoccando grandi quantità di CO2. A causa della loro posizione intermedia fra mare e terraferma, gli ambienti costieri e di transizione sono particolarmente delicati e sottoposti a impatti complessi e diversificati. Da un lato il livello del mare che si alza progressivamente e dall’altro gli esseri umani che sempre più ‘invadono’ gli ambienti costruendo, inquinando, distruggendo con tecniche di pesca invasive e occupandone gli spazi con insediamenti, coltivazioni e strutture ricettive. 

Già da decenni la comunità scientifica ha denunciato la rapida e diffusa perdita di habitat costieri (Loss, status and trends for coastal marine habitats of Europe. Oceanography and Marine Biology: An Annual Review – Airoldi & Beck, 2007) e la necessità di misure che permettano di invertire questa tendenza: una preoccupante superficie di ambienti costieri viene persa o degradata ogni anno a causa delle interazioni spesso sinergiche fra le diverse minacce antropiche. Per questo, la sensibilità pubblica si sta mobilitando sempre più per promuovere azioni di conservazione. L’Unione Europea è da decenni particolarmente avanzata nelle politiche a tutela dell’ambiente, come dimostrato dalla Direttiva Uccelli (1979) per la protezione degli uccelli selvatici e dalla Direttiva Habitat (1992) per la salvaguardia della biodiversità. La Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030 mira a raggiungere l’obiettivo di “riportare la natura nella nostra vita” con l’impegno di proteggere a tutela della natura almeno il 30% della superficie terrestre e il 30% della superficie marina dell’Unione entro il 2030. Ma proteggere l’esistente non è sufficiente, bisogna anche ripristinare in modo sostanziale gli ambienti naturali degradati o perduti, che è l’ambizioso obiettivo del Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law) che il Consiglio europeo ha da poco adottato formalmente.

Un cartone animato sulle dune sviluppato all’interno del progetto di Terza Missione “Comunicare la sostenibilità e la biodiversità: un approccio multidisciplinare”, coordinato dal dipartimento di Biologia dell’Università di Padova

Conservazione e ripristino degli ambienti costieri

Ormai da decenni ricerca e politiche evidenziano l’importanza di riportare gli ambienti particolarmente degradati ad uno stato il più naturale possibile (che a volte differisce dal loro stato originario, impossibile da ricreare) attuando, globalmente, una serie di interventi di ripristino ecologico degli ecosistemi e dei servizi che essi forniscono alle persone. Secondo tale visione, i ripristini ecologici non hanno importanza per la sola biodiversità, ma anche per la nostra società attraverso i benefici concreti per le persone che ne possono derivare, tanto che le aree naturali sono definite “infrastrutture verdi e blu”. Per la loro importanza e il livello di degrado, gli ambienti lungo la costa dell’Alto Adriatico sono stati bersaglio di molti interventi di conservazione finanziati dall’Unione Europea (ad esempio col programma LIFE), lo Stato Italiano e gli enti locali. In particolare la Laguna di Venezia è un laboratorio vivente con numerosi ripristini creati negli ultimi decenni per proteggere e ricostruire ambienti di transizione come barene, la cui superficie a causa dell’erosione si è ridotta di più del 70% nell’ultimo secolo, velme (piane a marea) e praterie di piante acquatiche. Lungo le coste Adriatiche sono stati invece svolti diversi interventi per proteggere e ripristinare le dune. 

La sfida per gli enti locali, di gestione e la comunità scientifica, è unire le forze per affrontare la complessità insita nel creare interventi di ripristino in contesti fortemente antropizzati, che siano in grado di beneficiare in modo multifunzionale sia la natura che la nostra società e che siano economicamente sostenibili nel lungo periodo, ad esempio dal punto di vista della manutenzione ordinaria richiesta. Tale complessità travalica le competenze gestionali classiche e le discipline scientifiche tradizionali e richiede un approccio transdisciplinare che, nella pratica, viene spesso implementato col fondamentale contributo degli enti di ricerca. Per raggiungere tali obiettivi di sostenibilità vengono sempre più di frequente adottate ‘soluzioni basate sulla natura’, cioè tutte quelle azioni multifunzionali attuabili per proteggere o migliorare la qualità degli ecosistemi che si allontanano dalla mera costruzione di infrastrutture ingegneristiche tradizionali (infrastrutture grigie), sfruttando invece le opportunità fornite dalla natura stessa e i suoi processi. Esempi familiari sono la depurazione dell’acqua tramite la fitodepurazione, un insieme di processi che le zone umide svolgono egregiamente, o l’ingegneria naturalistica che sfrutta l’azione stabilizzante delle radici delle piante per proteggere pendii e coste. Per complessità e scala, ovviamente, gli interventi di ripristino sono tipicamente implementati da enti pubblici o soggetti tecnici/esperti, mentre non sono alla portata di noi cittadini. Questo però non vuol dire che anche noi, nel nostro piccolo, non possiamo fare qualcosa per la protezione degli ambienti costieri. Anzi, senza l’adozione di comportamenti sostenibili da parte di ciascuno di noi l’efficacia degli interventi di ripristino può essere vanificata o ridotta.

Cosa può fare ciascuno di noi?

Poche accortezze quotidiane possono bastare per fare la nostra parte nel proteggere gli ambienti costieri. Un primo passo è portar via tutti i rifiuti, anche biodegradabili, che produciamo ogni volta che andiamo in spiaggia. I rifiuti, oltre all’impatto estetico, possono creare gravi danni agli organismi che li ingeriscano per sbaglio o cambiare le proprietà chimiche dei suoli, influenzando comunità animali e vegetali. Quando passeggiamo sulla spiaggia e fra le dune, poi, è importante rimanere sempre sui sentieri battuti per evitare di calpestare le piante che vi crescono, che sono sì estremamente resistenti al vento ma anche estremamente vulnerabili al calpestio. Queste delicate piante sono fondamentali per l’integrità strutturale delle dune e non vanno quindi danneggiate o nemmeno raccolte. Per lo stesso motivo, non bisogna stendersi o accamparsi fra le dune e anche i cani devono essere tenuti al guinzaglio, specialmente nei periodi di nidificazione dell’avifauna: sulle dune infatti vivono e nidificano molte specie di uccelli, spesso rare e protette. Bisogna anche evitare di accendere fuochi, per evitare il rischio d’incendiare la folta vegetazione che cresce sulle dune più vecchie e consolidate. Infine, il materiale vegetale spiaggiato, come pezzi di alghe, piante acquatiche, rami e tronchi, non è ‘sporco’ e non va rimosso in quanto contribuisce a ricostruire gli ambienti dunali e a proteggerli dal mare. La pulizia meccanica di tali materiali ci restituisce sicuramente spiagge più ordinate ma anche più vulnerabili alle mareggiate, oltre ad essere un pericolo per gli animali e piante che abitano o nidificano nella prima zona dunale. Insomma, non scordiamoci che le dune sono sia una fonte di meravigliosa biodiversità che una protezione dal mare per spiagge e territori costieri: rispettarle, preservarle e addirittura ripristinarle significa proteggere un patrimonio collettivo.

Articolo originale: https://ilbolive.unipd.it/it/news/scienza-ricerca/noi-mare-dune-costiere-patrimonio-non-calpestare

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Mirano: Segnalazione abbattimento alberi in proprietà privata in periodo di nidificazione

Venezia, li 25 agosto 2024

Al Comune di Mirano
Ufficio Relazioni con il Pubblico
urp@comune.mirano.ve.it

E p.c.

Alla Città Metropolitana di Venezia
protocollo@cittametropolitana.ve.it

con preghiera di inoltro alla

Polizia Metropolitana – nucleo ambientale

Oggetto: Lipu, sezione di Venezia, segnalazione di abbattimento alberature e vegetazione arbustiva in periodo di nidificazione in località Mirano, Venezia

Spett.le Ufficio,

sono giunte a questa Associazione alcune segnalazioni da parte della cittadinanza in merito all’abbattimento di una serie di alberature e vegetazione arbustiva in prossimità della proprietà privata situata al civico 237 di Via Cavin di Sala in località Mirano VE), sul lato prospicente la Via Accopè Fratte.

Particolare del tracciato in cui è stato eseguito l’abbattimento

L’accertamento sul posto circa la presenza di nidi non è stato possibile dal momento si tratta di un fondo privato, tuttavia, data la tipologia di alberature abbattute, è presumibile ritenere abbiamo ospitato nidi di Merli (Turdus merula), Cinciallegre (Parus Major), Capinere (Sylvia atricapilla), Cinciarelle (Cyanistes caeruleus), Rigogoli (Oriolus oriolus) ed altri piccoli uccelli, nonché di Pipistrelli della specie Ferro di Cavallo Maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) come dettagliato dalle segnalazioni dei richiedenti.

Cinciallegra (Foto di Luigino Busatto)

Si auspica che in futuro, così come già avviene in ambito pubblico, venga riconosciuto anche in ambito privato un regime di maggior tutela ed attenzione alla gestione delle aree verdi, soprattutto in periodo di nidificazione.

All’uopo si richiama quanto trasmesso dal presidente della Lipu nel 2023 all’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani.

“Divieto di effettuare, in ambito urbano e periurbano, abbattimenti e potature tra il 1° di marzo e il 30 agosto, ossia durante il periodo di riproduzione degli uccelli. Ed evitare, tutto l’anno, potature drastiche, limitandosi a interventi motivati, selettivi e mirati al rispetto del mantenimento vitale delle piante.

L’appello è contenuto in una lettera inviata oggi dalla Lipu-BirdLife Italia al presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Antonio De Caro, in vista dell’inizio, tra poco più di un mese, della stagione riproduttiva degli uccelli selvatici che spesso coincide con l’avvio di lavori di abbattimenti e potature drastiche di alberi, siepi e altra vegetazione, in parchi, giardini e altre aree verdi urbane, così come lungo i corsi d’acqua e negli ambienti agricoli vicino alle città.

“Tali interventi – scrive nella lettera Aldo Verner, presidente della Lipu – oltre a causare il danneggiamento e la destabilizzazione delle piante, incidendo negativamente sull’erogazione dei servizi ecosistemici e del connesso capitale naturale, distruggono direttamente i nidi dell’avifauna, la cui gran parte è difficilmente rilevabile anche da ornitologi esperti, poiché molti nidi sono piccoli, abilmente nascosti nella vegetazione, oppure allestiti dentro strette cavità del tronco e delle branche”.

Una raccomandazione, quella di evitare tagli ad alberi e siepi durante il periodo riproduttivo, ribadita anche dall’Ispra con un parere espresso nell’ottobre 2021. Così come assumono rilevanza in questa direzione i contenuti del Decreto del ministero della Transizione ecologica del 10 marzo 2020 sui criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico (Cam), che impongono il rispetto della fauna, soprattutto nei parchi suburbani e nelle aree a forte valenza ambientale, e una manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo garantito da personale competente e in periodi che non arrechino danni alla pianta e disturbo alla fauna.

“Alla luce di tutto questo, considerate la rilevanza della materia e le stesse previsioni della nuova Strategia europea sulla Biodiversità 2020-30, i cui obiettivi specifici e generali in vari casi rimandano, direttamente o indirettamente al tema – conclude Aldo Verner nella lettera al presidente dell’Anci – siamo a domandare un Suo intervento sulla vasta comunità dell’Anci, con la richiesta di rispettare le norme per la tutela della biodiversità, specialmente garantendo l’attività riproduttiva dell’avifauna, e di una corretta gestione del verde urbano”.

Si rammenta che la distruzione dei nidi di uccelli è una pratica vietata come previsto dal dettame normativo della Legge 11 febbraio 1992 nr. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” nonché sanzionata dall’art. 544 bis del Codice Penale.

Ringraziando per l’attenzione si porgono distinti Saluti.

Il delegato della Sezione Lipu di Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Osservazioni per ristrutturazione edifici confinanti l’Oasi Ca’ Roman a Pellestrina

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Notizie dal territorio

I cambiamenti climatici influenzano le migrazioni degli uccelli

I cambiamenti climatici influenzano le migrazioni degli uccelli, sono molti gli studi in atto che avvalorano queste tesi, mancano ancora dati complessivi da mettere in rete, i cambiamenti climatici sono così veloci e repentini che non solo gli uccelli non riescono a tenere il passo, ma anche gli ornitologi.

Le migrazioni hanno sempre scandito per migliaia di anni il corso di tante specie, si sono in gran parte specializzate  in rotte ben precise con soste ben calibrate dove recuperare energie per continuare viaggi lunghi migliaia, anche decine di migliaia di chilometri. I cambiamenti climatici sono sempre avvenuti ed hanno dato modo agli uccelli di adattarsi, in questa epoca i cambiamenti sono troppo rapidi e creano un disorientamento di tante specie. Per un uccello intraprendere una lunga migrazione sbagliando le tempistiche significa andare molto probabilmente incontro alla morte non trovando le condizioni favorevoli il cibo in primis per la permanenza e riproduzione.

Nel Veneziano sono giunte diverse segnalazioni alla Sezione i cui si potevano desumere tali aspetti. A metà gennaio nella zona di Marcon – VE uno stormo di 50 Gru Grus gru che si portava verso Nord – Est probabilmente proveniente dalla penisola Iberica o dalla Grecia, troppo presto, in Siberia e Finlandia ad ora le temperature sono rigide ed il terreno ghiacciato, probabile andranno incontro alla morte. 

Sempre a metà gennaio si segnala nella zona di Favaro Veneto – VE un Falco cuculo femmina Falco vespertinus, cui si è trattenuto oltre una settimana in un area ben precisa, predando soprattutto Storni Sturnus vulgaris, presenti in abbondanza. Questa specie avrebbe già dovuto raggiungere i quartieri di svernamento quali l’area Africana  Subsahariana e Bacino del Fiume Congo: il  rischio rimane che l’esemplare probabilmente proveniente dall’area Russo – Siberiana – Penisola Scandinava, risenta di un calo delle temperature o possibili tempeste di neve nel continuare nel percorso nella dorsale Appenninica. Quattro segnalazioni di esemplari di Regolo Regolus regolus, passeriforme insettivoro tra i più piccoli presenti nel continente Europeo, tutte le richieste vertevano a seguito collisioni su vetrate, significa che erano molti gli esemplari presenti nel territorio. Questo piccolo uccello doveva già essere nel Sud Italia, od in altri Paesi del Sud del Mediterraneo nei luoghi di svernamento. La presenza del Regolo sarebbe normale se sporadica non così diffusa.

Venezia, li 27 gennaio 2025 

Il delegato Lipu sezione di Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

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Pubblica amministrazione

Montiron: Comunicato congiunto di Italia Nostra, WWF e LIPU

Venezia 11 gennaio 2025

COMUNICATO: Molto più fattibile e ambientalmente sostenibile un terminal a Tessera piuttosto che al Montiron, alle foci del Dese, per collegare Burano alla terraferma 

Le scriventi Associazioni esprimono una forte preoccupazione di fronte al fatto che l’amministrazione comunale, che è una delle Istituzioni che partecipa alla Fondazione Capitale Mondiale della Sostenibilità, oltre ad avere un ruolo molto importante nella gestione del sito UNESCO Venezia e Laguna (sottolineiamo quel “…e Laguna” che fa tutt’uno con la città) voglia proporre nel Piano della Mobilità Sostenibile un Terminal acqueo al Montiron e proporre un collegamento veloce tra Burano e le foci del Dese, uno dei luoghi più incontaminati e meglio conservati dal punto di vista ambientale della laguna Nord.

Luoghi con gli ultimi canneti di acqua dolce nella laguna, con un ampia estensione di barene, velme e bassi fondali e sito di assoluta importanza per migliaia di uccelli rari dai fenicotteri agli aironi, beccacce di mare, cavalieri d’Italia e tante altre specie protette dalla Direttiva Habitat 92/43 e Direttiva Uccelli 2009/147, come illustrato agli abitanti di Burano, nell’iniziativa di giugno 2024

Il Moto ondoso causato dal traffico acqueo è il fattore primario di distruzione delle barene individuato come una delle cause di maggior degrado per il sito UNESCO e per la ZPS IT 3250046 protetta da Unione Europea, Stato italiano e Regione Veneto.

La laguna ormai “straripa” ovunque di troppe barche a motore che danneggiano le rive della città e distruggono letteralmente a pezzi le barene della Laguna Nord.

Proporre un Terminal in un contesto del genere ci sembra proprio l’opposto di quello che si dovrebbe fare per conservare al meglio la Laguna.

Viceversa esiste una soluzione molto più praticabile un Terminal a Tessera, ambientalmente molto più sostenibile per collegare Burano alla terraferma e già previsto dalla Variante al PRG per la Laguna e che lascerebbe indenne l’angolo di natura di cui si parlava sopra. 

Un collegamento con Tessera sarebbe molto più funzionale e si arriverebbe dove sono già a disposizione delle linee di autobus urbani h24, autobus extraurbani, quindi collegamenti molto più diretti verso il centro di Mestre, l’ospedale, la stazione ferroviaria, con possibilità di un parcheggio scambiatore e ovviamente un accesso diretto all’Aeroporto Marco Polo.

Pertanto chiediamo che si valuti questa opzione che gli stessi strumenti elaborati da questa Amministrazione indicavano preferibile, più rapida e meno soggetta a variabili che trascinerebbero a lungo la reale fattibilità di un terminal al Montiron alle foci del Dese.

Italia Nostra Sezione di Venezia

ODV WWF Venezia e Territorio 

LIPU Venezia

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Accordo di programma per il Parco Fluviale del Marzenego: le Osservazioni presentate da 18 Associazioni

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Carpenedo: compromesso l’habitat in seguito a opere di edificazione e urbanizzazione. Segnalazione agli Enti

                                                  Venezia, li 17 marzo 2025

Prot. nr. 124

Spett.le Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna
San Marco, 1 – Palazzo Ducale
30124 – Venezia
sabap-ve-lag@pec.cultura.gov.it

Spett.le  Regione Veneto 
Ufficio Biodiversità 
Calle Priuli, 99 – Palazzo Linetti
30121 – Venezia
turismo@pec.regione.veneto.it

e, p.c.

Egregio sig. Sindaco del Comune di Venezia
Ca’ Farsetti-S. Marco 4136
30124  – Venezia 
servizi.istituzionali@pec.comune.venezia.it

Spett.le  Regione Veneto-Area tutela e sviluppo del Territorio Direzione Commissioni Valutazioni
Unità Organizzativa Commissioni VAS VINCA NUV
Calle Priuli, 99 – Palazzo Linetti
30121 – Venezia

coord.commissioni
inoltro a mezzo segreteria di 
turismo@pec.regione.veneto.it

OGGETTO: Permessi di costruire riguardanti il Piano di lottizzazione di iniziativa (P. di L.) privata C2 RS 99 per opere di urbanizzazione ed edificazione rilasciati, rispettivamente in data 14.01.2019 e 22.02.2023, dalla Direzione Servizi al Cittadino e Imprese – Settore Sportello unico Edilizia del Comune di Venezia su area limitrofa il bosco di Carpenedo e Villa Matter, segnalazione di lavori eseguiti su Via del Tinto e parte del fossato attiguo interposto a Villa Matter. Compromissione habitat prioritari in sito ZSC e ZPS  IT3250010.

Si segnala che nel mese di febbraio 2025 sono stati eseguiti lavori su oltre trecento di metri di Via del Tinto, con inizio da Via Trezzo, località Venezia – Carpenedo per l’inserimento di una condotta entro terra e sua connessione con l’area del P. di L. richiamato in oggetto, interessando l’ambito del vincolo paesaggistico del Bosco di Carpenedo di cui al D.M. 1 agosto 1985 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico riguardante il bosco di Carpenedo e l’ecosistema dei prati umidi circostanti nel comune di Venezia”, comprendente il compendio di Villa Matter ed il fossato attiguo.

I lavori eseguiti, con inizio da Via Trezzo, hanno interessato non solo la sede stradale ma pure la scarpata del fossato sottostante dove compare materiale sciolto (detriti di cava) e, in corrispondenza dell’ingresso del cantiere, più estesamente la cunetta con l’accumulo e spargimento di terreno. Tale accumulo, peraltro, appare funzionale all’interramento della parte del fossato utilizzabile dai veicoli, anche pesanti, in entrata/uscita dal cantiere sul lato opposto, entrata/uscita che resta condizionata dalla ridotta larghezza di Via del Tinto strada vicinale inadeguata anche per la struttura.   

Su Via del Tinto larga poco più di m. 3 si attesta/connette la viabilità larga oltre m. 11 dell’autorizzato accesso di cantiere che servirà pure per l’insediamento residenziale, ottenuto previo tombinamento del fossato e l’eliminazione della vegetazione presente. Tale connessione dovrebbe avvenire però con strada pubblica che si trova invece a oltre cento metri, dove Via del Tinto a sua volta si attesta su Via Trezzo. 

Le opere eseguite, e pure quelle verosimilmente necessarie per rendere Via del Tinto rispondente ai parametri previsti dalle norme vigenti per la viabilità pubblica (adeguata anche al transito dei veicoli di servizio e soccorso), ricadono inoltre nella fascia di rispetto di m. 50 prescritta dal parere VINCA lungo l’intera viabilità vicinale a tutela del biotopo del Bosco Di Carpenedo (nel parere VINCA, si vedano in particolare le prescrizioni a pag. 12-13 “la misura di salvaguardia prevista dall’art. 24 delle NTA del PTCP di Venezia adottato”); tra le prescrizioni, oltre all’ulteriore fascia di rispetto di m. 250 dal  bosco è previsto anche il monitoraggio del livello della falda idrica superficiale (che alimenta il bosco) per mezzo dei piezometri appositamente preinstallati (nel parere VINCA “piezometri A, C e D”) e che però sono stati divelti dalle iniziali opere di cantiere unitamente alla quasi totale eliminazione della vegetazione presente. 

Si ricorda che i fossati e l’insieme dei corpi idrici presenti nel contesto del Bosco di Carpenedo rivestono rilevante importanza non solo dal punto di vista morfologico e di caratterizzazione formale del luogo ma anche per l’aspetto ambientale, naturalistico e idraulico, perché componenti essenziali  per la permanenza/sopravvivenza delle peculiarità naturalistiche che caratterizzano il paesaggio, come puntualmente indicato nel vincolo paesaggistico e come rilevato dalla Soprintendenza in indirizzo nella missiva datata 4.03.2020 indirizzata alla Lipu e al Comune di Venezia.

Si segnala inoltre, relativamente alle opere eseguite nel tratto iniziale del considerato fossato del lato destro di Via del Tinto, che il suo interramento – realizzato alla fine del secolo scorso – comporta la trasformazione del luogo con modalità non compatibili con la tutela paesaggistica. La superficie in tal modo resa disponibile è stata a suo tempo utilizzata dall’azienda municipalizzata della nettezza urbana per il posizionamento dei cassonetti della raccolta rifiuti; da tempo i suddetti  cassonetti non ci sono più ma permane l’interramento del fossato, ora si sono aggiunti i lavori per la citata condotta, palesando l’interrogativo sulla conformità dell’attuale stato di eliminazione del tratto di fossato. 

 Tanto si evidenzia per ottenere chiarificazioni circa l’eventuale rilascio  del parere finalizzato all’autorizzazione paesaggistica dei citati lavori o di altri   non ancora eseguiti e che dovranno interessare la strada vicinale Via del Tinto per le funzionalità (opere di urbanizzazione) indispensabili all’edificabilità nell’area di lottizzazione, peraltro autorizzata al di fuori di quanto consentito dal P. di L. approvato e dall’art. 15.2 delle norme urbanistiche comunali.

Le attività di compromissione del fossato in esame rimangono pregiudizievoli al mantenimento del biotopo perimetrale al Bosco, perché vengono alterati degli habitat caratteristici di specie presenti in ambienti rurali arborati e tipiche dei sistemi idrici minori. Di maggior rilievo, nel Bosco di Carpenedo è stata censita la presenza della Biscia d’acqua, (Natrix natrix) Tritone Punteggiato (Triturus vulgaris), Rana di Lataste (Rana latastei), Raganella Italica (Hyla Intermedia), Rana Agile (Rana dalmatina)specie che richiedono una protezione rigorosa in quanto inserite nell’elenco della fauna da tutelare in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato III) , nonché specie di interesse comunitario come da citata Direttiva Habitat 92/43 del 1992 (Allegato IV).

Riferimenti normativi sui vincoli esistenti nel sito naturalistico:

  • Vincolo paesaggistico ai sensi della Legge 1497/1939, ora Decreto Legislativo 41/2004 stabilito con apposito Decreto Ministeriale
  • Vicolo paesaggistico per la presenza del bosco, art. 142, comma 1, lettera G, Decreto Legislativo 18 maggio 2001 nr. 277
  • Ambito naturalistico a livello regionale nr. 83, Bosco di Carpenedo, art 19 NTA del PTRC
  • Piano d’area della Laguna Veneziana (PALAV)  approvato con PCR del 9 novembre 1995 e variante approvata con DCR nr. 70 del 21 ottobre 1999
  • Oasi di Protezione della fauna stabilità dal Piano Faunistico Venatorio, Leggi Regionali del 1996, 1998, 2023.
  • Art 29 delle norme di attuazione del Piano Territoriale Provinciale adottato dal Consiglio Provinciale prevede l’istituzione di una riserva naturale, delibera prot. 51195/L, verbale del 17.02.1999
  • Sito di Importanza Comunitaria (SIC) nonché Zona di Conservazione  Speciale (ZSC) IT3250010 Bosco di Carpenedo
  • Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 (Direttiva Uccelli)
  • Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat)
  • Decreto Ministero dell’Ambiente 3 aprile 2000
  • DGR 21.12.1998, nr. 4824, Designazione ZPS
  • DGR 22.06.2001 nr. 1662, Atti di indirizzo sulla gestione di SIC e ZPS
  • Circolare 25.01.2000 del Ministero dell’Ambiente  – Servizio Conservazione della Natura, applicazione misura tutela dei siti Natura 2000
  • DGR 21 febbraio 2003 nr. 448
  • DGR 21 febbraio 2003 nr. 449

Distinti Saluti

Il delegato Lipu sez. Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

inoltre sottoscrivono

Il presidente WWF Venezia e Territorio
Dr. Roberto Sinibaldi

Il presidente Italia Nostra Sez. Venezia
Prof.  Alvise Benedetti

Il presidente Associazione La Salsola
Sig. Claudio Piovesan 

Il presidente dell’Ecoistituto del Veneto
Prof. Michele Boato


Risposta del Comune di Venezia, in data 17/04/2025:

“Comune di Venezia: lavori eseguiti su area limitrofa al Bosco di Carpenedo. Segnalazione, da parte di LIPU Sezione di Venezia, di compromissione habitat del sito IT3250010. Riscontro informazioni.”

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Tessera: potature in periodo di nidificazione. Richiesti accertamenti

Spett.le Polizia Provinciale di Venezia

inoltro a mezzo indirizzo  

protocollo@cittametropolitana.ve.it

Venezia, li 28  marzo 2025

Oggetto: Lipu, sezione di Venezia, segnalazione potature siepe in ambito periurbano durante periodo di nidificazione in località Venezia – Tessera, richiesta accertamenti.

Spett.le Ufficio,

è giunta a questa Associazione, segnalazione, poi appurato come veritiera, di una drastica potatura su alcuni filari di siepi in ambito periurbano.

Volontari della Sezione, portatisi sul posto in località Via Triestina – Tessera Venezia, terreni agricoli a lato Sud, in prossimità del civico 131, ben visibili dalla strada, hanno appurato si trattasse di una vasta opera di potatura – capitozzatura su siepi poste in ambito periurbano, probabilmente con funzioni frangivento – mitigatori per la superficie agricola. I volontari notavano che gran parte della vegetazione oggetto dell’intervento, riportava dei germogli e delle gemme ad avvalorare l’operazione era stata svolta da poco. Visto l’esteso habitat favorevole, si presume siano stati interessati diversi nidi, considerando questo periodo di piena nidificazione per molte specie di passeracei e fauna ornitica in generale. Non è stato possibile verificare filare per filare la possibile consistenza dei nidi, considerando il terreno impraticabile dal fango nonché dalla stessa vegetazione, ridotta a cumuli.  Vista la conformazione del sito, costituito da siepi agresti riportate in piena naturalità, per un principio di precauzione, si ritiene il sito ospiti la presenza di anfibi e rettili anche inseriti in Allegato Direttiva Habitat 92/93/CEE, che probabilmente verranno schiacciati dai macchinari addetti alle capitozzature e rimozione di quanto tagliato ed accatastato.

Per quanto riguarda la tempistica del taglio vegetazione, si rimanda un parere dell’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che con nota del 11 ottobre 2021 prot. 53526, riporta: Lo scrivente Istituto concorda con l’osservazione riportata nella richiesta di parere che gli abbattimenti di alberi e siepi, così come gli sfalci di vegetazione durante la stagione primaverile, comportano inevitabilmente la distruzione dei nidi degli uccelli e dei relativi habitat, oltre a danneggiare e disturbare le altre forme di biodiversità animale e vegetale. L’avifauna, inclusi nidi, uova e nidiacei, è oggetto di tutela su tutto il territorio nazionale ai sensi della Legge 157/1992. Pertanto si ribadisce quanto già espresso da ISPRA con parere prot. 28907 del 03.05.2019, ossia che: (…) tagli effettuati quando la riproduzione è in corso equivalgono a seconda dei casi a fenomeni di mortalità in massa o di azzeramento del successo riproduttivo (…).

In considerazione di quanto trasmesso si richiede un accertamento in loco dell’attività in argomento.

Un cordiale saluto

Il delegato Lipu Sezione di Venezia

Dr. Gianpaolo Pamio

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Bosco di Carpenedo: richiesta di tutela dell’area protetta

Venezia, li 17 marzo 2025

Prot. nr. 124

Spett.le Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna 
San Marco, 1 – Palazzo Ducale
30124 – Venezia
sabap-ve-lag@pec.cultura.gov.it

Spett.le  Regione Veneto 
Ufficio Biodiversità 
Calle Priuli, 99 – Palazzo Linetti
30121 – Venezia
turismo@pec.regione.veneto.it

e, p.c.

Egregio sig. Sindaco del Comune di Venezia
Ca’ Farsetti-S. Marco 4136
30124  – Venezia 
servizi.istituzionali@pec.comune.venezia.it

Spett.le  Regione Veneto-Area tutela e sviluppo del Territorio Direzione Commissioni Valutazioni
Unità Organizzativa Commissioni VAS VINCA NUV
Calle Priuli, 99 – Palazzo Linetti
30121 – Venezia coord.commissioni
inoltro a mezzo segreteria di 
turismo@pec.regione.veneto.it

OGGETTO: Permessi di costruire riguardanti il Piano di lottizzazione di iniziativa (P. di L.) privata C2 RS 99 per opere di urbanizzazione ed edificazione rilasciati, rispettivamente in data 14.01.2019 e 22.02.2023, dalla Direzione Servizi al Cittadino e Imprese – Settore Sportello unico Edilizia del Comune di Venezia su area limitrofa il bosco di Carpenedo e Villa Matter, segnalazione di lavori eseguiti su Via del Tinto e parte del fossato attiguo interposto a Villa Matter. Compromissione habitat prioritari in sito ZSC e ZPS  IT3250010.

Si segnala che nel mese di febbraio 2025 sono stati eseguiti lavori su oltre trecento di metri di Via del Tinto, con inizio da Via Trezzo, località Venezia – Carpenedo per l’inserimento di una condotta entro terra e sua connessione con l’area del P. di L. richiamato in oggetto, interessando l’ambito del vincolo paesaggistico del Bosco di Carpenedo di cui al D.M. 1 agosto 1985 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico riguardante il bosco di Carpenedo e l’ecosistema dei prati umidi circostanti nel comune di Venezia”, comprendente il compendio di Villa Matter ed il fossato attiguo.

I lavori eseguiti, con inizio da Via Trezzo, hanno interessato non solo la sede stradale ma pure la scarpata del fossato sottostante dove compare materiale sciolto (detriti di cava) e, in corrispondenza dell’ingresso del cantiere, più estesamente la cunetta con l’accumulo e spargimento di terreno. Tale accumulo, peraltro, appare funzionale all’interramento della parte del fossato utilizzabile dai veicoli, anche pesanti, in entrata/uscita dal cantiere sul lato opposto, entrata/uscita che resta condizionata dalla ridotta larghezza di Via del Tinto strada vicinale inadeguata anche per la struttura.   

Su Via del Tinto larga poco più di m. 3 si attesta/connette la viabilità larga oltre m. 11 dell’autorizzato accesso di cantiere che servirà pure per l’insediamento residenziale, ottenuto previo tombinamento del fossato e l’eliminazione della vegetazione presente. Tale connessione dovrebbe avvenire però con strada pubblica che si trova invece a oltre cento metri, dove Via del Tinto a sua volta si attesta su Via Trezzo. 

Le opere eseguite, e pure quelle verosimilmente necessarie per rendere Via del Tinto rispondente ai parametri previsti dalle norme vigenti per la viabilità pubblica (adeguata anche al transito dei veicoli di servizio e soccorso), ricadono inoltre nella fascia di rispetto di m. 50 prescritta dal parere VINCA lungo l’intera viabilità vicinale a tutela del biotopo del Bosco Di Carpenedo (nel parere VINCA, si vedano in particolare le prescrizioni a pag. 12-13 “la misura di salvaguardia prevista dall’art. 24 delle NTA del PTCP di Venezia adottato”); tra le prescrizioni, oltre all’ulteriore fascia di rispetto di m. 250 dal  bosco è previsto anche il monitoraggio del livello della falda idrica superficiale (che alimenta il bosco) per mezzo dei piezometri appositamente preinstallati (nel parere VINCA “piezometri A, C e D”) e che però sono stati divelti dalle iniziali opere di cantiere unitamente alla quasi totale eliminazione della vegetazione presente. 

Si ricorda che i fossati e l’insieme dei corpi idrici presenti nel contesto del Bosco di Carpenedo rivestono rilevante importanza non solo dal punto di vista morfologico e di caratterizzazione formale del luogo ma anche per l’aspetto ambientale, naturalistico e idraulico, perché componenti essenziali  per la permanenza/sopravvivenza delle peculiarità naturalistiche che caratterizzano il paesaggio, come puntualmente indicato nel vincolo paesaggistico e come rilevato dalla Soprintendenza in indirizzo nella missiva datata 4.03.2020 indirizzata alla Lipu e al Comune di Venezia.

Si segnala inoltre, relativamente alle opere eseguite nel tratto iniziale del considerato fossato del lato destro di Via del Tinto, che il suo interramento – realizzato alla fine del secolo scorso – comporta la trasformazione del luogo con modalità non compatibili con la tutela paesaggistica. La superficie in tal modo resa disponibile è stata a suo tempo utilizzata dall’azienda municipalizzata della nettezza urbana per il posizionamento dei cassonetti della raccolta rifiuti; da tempo i suddetti  cassonetti non ci sono più ma permane l’interramento del fossato, ora si sono aggiunti i lavori per la citata condotta, palesando l’interrogativo sulla conformità dell’attuale stato di eliminazione del tratto di fossato. 

 Tanto si evidenzia per ottenere chiarificazioni circa l’eventuale rilascio  del parere finalizzato all’autorizzazione paesaggistica dei citati lavori o di altri   non ancora eseguiti e che dovranno interessare la strada vicinale Via del Tinto per le funzionalità (opere di urbanizzazione) indispensabili all’edificabilità nell’area di lottizzazione, peraltro autorizzata al di fuori di quanto consentito dal P. di L. approvato e dall’art. 15.2 delle norme urbanistiche comunali.

Le attività di compromissione del fossato in esame rimangono pregiudizievoli al mantenimento del biotopo perimetrale al Bosco, perché vengono alterati degli habitat caratteristici di specie presenti in ambienti rurali arborati e tipiche dei sistemi idrici minori. Di maggior rilievo, nel Bosco di Carpenedo è stata censita la presenza della Biscia d’acqua, (Natrix natrix) Tritone Punteggiato (Triturus vulgaris), Rana di Lataste (Rana latastei), Raganella Italica (Hyla Intermedia), Rana Agile (Rana dalmatina)specie che richiedono una protezione rigorosa in quanto inserite nell’elenco della fauna da tutelare in base alla Convenzione di Berna del 1979 (Allegato III) , nonché specie di interesse comunitario come da citata Direttiva Habitat 92/43 del 1992 (Allegato IV).

Riferimenti normativi sui vincoli esistenti nel sito naturalistico:

  • Vincolo paesaggistico ai sensi della Legge 1497/1939, ora Decreto Legislativo 41/2004 stabilito con apposito Decreto Ministeriale
  • Vicolo paesaggistico per la presenza del bosco, art. 142, comma 1, lettera G, Decreto Legislativo 18 maggio 2001 nr. 277
  • Ambito naturalistico a livello regionale nr. 83, Bosco di Carpenedo, art 19 NTA del PTRC
  • Piano d’area della Laguna Veneziana (PALAV)  approvato con PCR del 9 novembre 1995e variante approvata con DCR nr. 70 del 21 ottobre 1999
  • Oasi di Protezione della fauna stabilità dal Piano Faunistico Venatorio, Leggi Regionali del 1996, 1998, 2023.
  • Art 29 delle norme di attuazione del Piano Territoriale Provinciale adottato dal Consiglio Provinciale prevede l’istituzione di una riserva naturale, delibera prot. 51195/L, verbale del 17.02.1999
  • Sito di Importanza Comunitaria (SIC) nonché Zona di Conservazione  Speciale (ZSC) IT3250010 Bosco di Carpenedo
  • Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 (Direttiva Uccelli)
  • Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat)
  • Decreto Ministero dell’Ambiente 3 aprile 2000
  • DGR 21.12.1998, nr. 4824, Designazione ZPS
  • DGR 22.06.2001 nr. 1662, Atti di indirizzo sulla gestione di SIC e ZPS
  • Circolare 25.01.2000 del Ministero dell’Ambiente  – Servizio Conservazione della Natura, applicazione misura tutela dei siti Natura 2000
  • DGR 21 febbraio 2003 nr. 448
  • DGR 21 febbraio 2003 nr. 449

Distinti Saluti

Il delegato Lipu sez. Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

                                                                              inoltre sottoscrivono

Il presidente WWF Venezia e Territorio
Dr. Roberto Sinibaldi

Il presidente Italia Nostra Sez. Venezia
Prof.  Alvise Benedetti

Il presidente Associazione La Salsola
Sig. Fabio Barillà 

Il presidente dell’Ecoistituto del Veneto
Prof. Michele Boato


Venezia, li 21 marzo 2025

Spett.le Soprintendenza Archeologia,
Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia
e Laguna San Marco, 1 – Palazzo Ducale
30124 – Venezia
sabap-ve-lag@pec.cultura.gov.it

Spett.le  Regione Veneto 
Ufficio Biodiversità 
Calle Priuli, 99 – Palazzo Linetti
30121 – Venezia
turismo@pec.regione.veneto.it

e, p.c.

Egregio sig. Sindaco del Comune di Venezia
Ca’ Farsetti-S. Marco 4136
30124  – Venezia 
servizi.istituzionali@pec.comune.venezia.it

Spett.le  Regione Veneto-Area tutela e sviluppo del Territorio Direzione Commissioni Valutazioni
Unità Organizzativa Commissioni VAS VINCA NUV
Calle Priuli, 99 – Palazzo Linetti
30121 – Venezia coord.commissioni
inoltro a mezzo segreteria di 
turismo@pec.regione.veneto.it

OGGETTO: Permessi di costruire riguardanti il Piano di lottizzazione di iniziativa (P. di L.) privata C2 RS 99 per opere di urbanizzazione ed edificazione rilasciati, rispettivamente in data 14.01.2019 e 22.02.2023, dalla Direzione Servizi al Cittadino e Imprese – Settore Sportello unico Edilizia del Comune di Venezia su area limitrofa il bosco di Carpenedo e Villa Matter, segnalazione di lavori eseguiti su Via del Tinto e parte del fossato attiguo interposto a Villa Matter. Compromissione habitat prioritari in sito ZSC e ZPS  IT3250010. Integrazione con materiale fotografico e documentale

Al fine di una esaustiva rappresentazione, ad integrazione della segnalazione di cui all’oggetto, riguardante il fossato limitrofo al Bosco di Carpenedo e a Villa Matter, entrambi compresi bel vincolo paesaggistico di cui al D.M. 1 agosto 1985 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico riguardante il Bosco di Carpenedo e l’ecosistema dei prati umidi circostanti nel comune di Venezia” e del quale il fossato è parte costitutiva rilevante, si trasmettono i seguenti allegati:

1) copia della lettera della Soprintendenza datata 4.03.2020, indirizzata all’Associazione Lipu ed  al Comune di Venezia, sull’importanza dei corpi idrici per la sopravvivenza delle peculiarità naturalistiche che caratterizzano il paesaggio in questione;

2) foto dei lavori in corrispondenza dell’inizio di Via del Tinto da Via Trezzo;

3) e foto a seguire dei lavori nei primi cento metri di Via del Tinto;

4) e 5) foto dei lavori in corrispondenza dell’ingresso al cantiere edile;

6) foto di automezzi in manovra per l’uscita dal cantiere, con transito sulla scarpata del fossato; 

7) foto dell’ingresso del cantiere edile posto realizzato con il tombinamento del fosso ed eliminazione di alberi e vegetazione sull’altro lato della strada;

8), 9) e10) foto a seguire fino alla parte terminale dei lavori;

11) copia parere VINCA allegato, si vedano in particolare le prescrizioni a pag. 12-13  dove si legge “la misura di salvaguardia prevista dall’art. 24 delle NTA del PTCP di Venezia adottato” che corrisponde alla fascia di rispetto di metri 50.

Ringraziando per la cortese attenzione, si porgono distinti saluti.

Il delegato Lipu sez. Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

                                                                              inoltre sottoscrivono

Il presidente WWF Venezia e Territorio
Dr. Roberto Sinibaldi

Il presidente Italia Nostra Sez. Venezia
Prof. Alvise Benedetti

Il presidente Associazione La Salsola
Sig. Fabio Barillà 

Il presidente dell’Ecoistituto del Veneto
Prof. Michele Boato

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Forte Marghera, tutela sito per Chirotteri. Richiesta accertamenti alla Regione

Venezia, lì 17 febbraio 2025

Spett.le Ufficio Biodiversità Regione del Veneto
turismo@pec.regione.veneto.it

Spett.le Polizia Metropolitana di Venezia
alla c.a. del dirigente Nicola Torricella
nicola.torricella@cittametropolitana.it

Oggetto: Lipu Lega Italiana Protezione Uccelli, Sezione di Venezia,  segnalazione  disturbo sito di ricovero e svernamento di Chirotteri in località Venezia – Mestre, Forte Marghera, ex struttura militare, evento musicale legato al Carnevale di Venezia 2025,  richiesta accertamenti.

Spett.li Uffici,

e’ giunta segnalazione alla Sezione Lipu di Venezia dell’imminente svolgimento di un evento musicale dalla durata continua di più giorni, facente parte della manifestazione diffusa del Carnevale di Venezia 2025.

Viene trasmesso il programma, in cui nell’area in oggetto, verrà intrattenuto il pubblico, indirizzato ad un target  soprattutto  giovane,  con “musica metallica e tecno” dal pomeriggio sino ad orario notturno inoltrato, tipologia musicale che per sua natura deve essere trasmessa ad alto volume. 

Il sito in oggetto, contermine alla Laguna di Venezia, sito Rete Natura 2000 codice ZPS IT3250046, è un ex Forte Militare, riconvertito ad uso civile e rinaturalizzato spontaneamente dato il suo lungo inutilizzo, ospita diverse tipologie di vegetazione con alberature anche di notevoli dimensioni. Il Forte, collocato tra ambito urbano – periurbano – perilagunare, tra Venezia e la Terraferma mestrina, per la sua  spiccata naturalità rappresenta un ricovero per  diverse specie di uccelli, utilizzato anche come area di sosta per le specie in migrazione, oltrechè viene segnalato, avvistata nella bella stagione, una nutrita colonia di Chirotteri. I volontari Lipu, effettuato un sopralluogo, hanno constatato che  il sito, per la sua costituzione e conformazione, rappresenti un rifugio ideale per i  Chirotteri:  data la presenza di vecchi alberi portatori di  seccume ed incavi di varia sezione, alberi con marciume,  esteso strato di copertura di Edera helix, ed altri elementi riconducibili ad un luogo per il ricovero e  svernamento per le specie di Chirotteri. I vecchi fabbricati presenti, solo in parte restaurati, tettoie, ripari con crepe, fessure profonde, anfratti su pareti in muratura e su vecchi bunker, pertugi, spazi sottocoppo, ecc. costituiscono degli elementi  ideali per il ricovero di detta specie, nonché, in stagione, per le fonti di sussistenza  date dall’alta presenza di insetti. Un eventuale disturbo del loro stato di ibernazione porterebbe i Pipistrelli ad un risveglio fuori periodo e privati della possibilità di catturare prede, vista la stagione invernale, andrebbero incontro a morte certa.

Le manifestazioni musicali all’aperto, influiscono negativamente nello status di conservazione delle specie di Pipistrelli. Recenti studi del 2023 da parte di ricercatori dell’University of the West of England (EWE Bristol) hanno presentato elementi che comprovano l’impatto negativo dei festival musicali nella vita dei Pipistrelli. Gli esiti di dette, pubblicate  sulla rivista “Ecological Solutions and Evidence” della British Ecological Society, 42 Wharf Road, Londra, N1 /GS, Ente di Beneficenza, mostrano che la sola musica ad alto volume, senza considerare altri aspetti antropici, come l’illuminazione ed accensione di fuochi d’artificio, fumogeni, petardi, ecc, influisce negativamente nello status di conservazione di detta specie, portando  una diminuzione  anche del 50% della loro presenza. I Pipistrelli dipendono dai suoni, grazie questi stimoli raccolgono determinanti informazioni della loro vita, come l’orientamento, l’accoppiamento, la difesa dai predatori, e la ricerca di cibo. La musica ad alto volume interrompe la capacità di questi mammiferi di riconoscere i segnali acustici naturali del loro habitat, danneggiandoli notevolmente.

In considerazione di quanto riportato, per un principio di precauzione, si richiede alle ss.vv. l’effettuazione di un sopralluogo al fine valutare l’impatto, sui Chirotteri che avrà l’evento musicale.

All’uopo si rammenta che i Chirotteri sono  tutelati da Leggi nazionali e da Direttive e Convenzioni Internazionali:

La Legge 11 febbraio 1992, n°157  “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio“, la legge quadro in materia di fauna selvatica e attività venatoria, che identifica i Chirotteri come appartenenti alla fauna “particolarmente protetta”.

La Convenzione di Berna, “Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa”, elaborata nel 1979 e resa esecutiva in Italia dalla Legge 5 agosto 1981, n°503. Per questa convenzione le specie “minacciate d’estinzione e vulnerabili” meritano particolari attenzioni di conservazione (art. 1, comma 2) e vengono individuate nell’Allegato II (“Specie di fauna rigorosamente protette”). In tale Allegato sono elencati tutti i Chirotteri europei ad eccezione di Pipistrellus pipistrellus.

La Convenzione di Bonn sulle specie migratrici appartenenti alla fauna selvatica, resa esecutiva in Italia dalla Legge 25 gennaio 1983, n. 42, che promuove la periodica valutazione dello stato di conservazione delle specie, le attività di monitoraggio e di approfondimento delle conoscenze sulle popolazioni.

Il Bat Agreement, “Accordo sulla conservazione delle popolazioni di pipistrelli europei – EUROBATS“, reso esecutivo in Italia con la Legge 27 maggio 2005, n. 104. È un testo normativo nato per concretizzare gli obiettivi della Convenzione di Bonn relativamente alle specie di Chirotteri europei, definite “seriamente minacciate dal degrado degli habitat, dal disturbo dei siti di rifugio e da determinati pesticidi”.

La Direttiva 92/43/CEE relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche“, nota come Direttiva Habitat attuata in via con D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, integrato e modificato dal D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120.

Sulla base delle norme citate è quindi vietato abbattere, catturare, detenere e commerciare esemplari di qualsiasi specie di Chirottero italiano (artt. 21 e 30 della L. 157/92; art. III del Bat Agreement – EUROBATS; art. 6 della Convenzione di Berna; art. 8 del D.P.R. 357/1997 e ss.mm.).
Deroghe possono essere ottenute per catture a scopo di studio, attraverso la richiesta specifica alle autorità predisposte.
Le violazioni sono sanzionate penalmente in base all’art. 30 della L. 157/92 e alle successive integrazioni.

E’ inoltre vietato arrecare disturbo agli esemplari, in particolare durante le varie fasi del periodo riproduttivo e durante l’ibernazione, nonché alterare o distruggere i siti di rifugio (art. 6, cap. III della Convenzione di Berna; art. 8 del D.P.R. 357/97 modificato con D.P.R. 120/2003). Relativamente a quest’ultimo aspetto, sono citati i “siti di riproduzione”, “di sosta” e “di riposo”, e quindi tutte le tipologie di siti di rifugio utilizzate dai Chirotteri risultano interessate dalla disposizione.


Cordialmente

Il delegato  Lipu Sez. Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio