A:
l.eloundou-assomo@unesco.org (Lazare Eloundou Assomo, Direttore WHC)
b.de-sancristobal@unesco.org (Berta de Sancristobal (Capo dell’Unità Operativa per l’Europa)
L.duwyn-estrade@unesco.org (Laurence Duwyn Estrade Executive Assistant)
r.viragos@unesco.org (Reka Viragos (Programme Specialist)
I.caquet@unesco.org (Irena Caquet (Programme Specialist)
wh.ena@unesco.org (dip.europe and north America).
Criticità a Venezia
Documento del 23.10.2024
- Moto Ondoso entro al Laguna di Venezia sta portando oltre ad un pericolo statico per gli edifici che sono a rischio crollo, porta ed una lenta ma pervicace erosione di tutti margini dei canali e rii nonché all’interramento dei canali minori. La maggior parte di moto ondoso è generata da unità per il trasporto di turisti e da mezzi di trasporto acqueo
- Valli da Pesca circa 1/3 dell’area lagunare è preclusa all’espansione delle maree. Tali aree sono denominate Valli da Pesca e sono di proprietà privata, qui viene canalizzata dell’acqua dolce per trattenere, alimentandoli artificialmente anatidi di passo essendo in piena rotta migratoria per poi cacciarli. Non si conosce la vera portata dell’attività venatoria in quanto i controlli ed i dati vengono forniti dagli stessi proprietari.
- Inquinamento della Laguna attualmente tutti gli scarichi fognari della città di Venezia finiscono in Laguna in quanto è priva di una rete fognaria. I fiumi con le piene portano in mare ogni genere di rifiuto solido e poi rientra in Laguna dalle Bocche Portuali. Non da poco le reti ammalorate per l’allevamento di cozze gettate per praticità in mare poi rientrano in Laguna. Pure i pneumatici di ciclomotore il cui impiego è consentito per i mezzi da trasporto, una volta esausti cadono in mare restando sul fondo della Laguna.
- Salinità della Laguna la Laguna di Venezia con lo scavo dei canali marittimi, vedi Canale San Leonardo sta cambiando la salinità delle acque avendo così un nuovo habitat e perdendo la proprietà di nersery per la riproduzione delle specie ittiche.
- Venezia sta affondando con i litorali attigui Il Presidente di ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche) Veneto lanciava l’allarmante messaggio in occasione della “Giornata Mondiale della Terra 2021: ”i lunghi periodi siccitosi comportano una riduzione dellaportata dei fiumi a vantaggio dell’acqua di mare che dalla foce risale per molti chilometri. La contaminazione da sale nelle falde acquifere delle zone costiere dipende invece più direttamente dall’attività dell’uomo: l’aumento dei prelievi di acqua dolce per uso potabile e produttivo lascia infatti spazio nelle falde alle infiltrazioni di acqua marina, alla cementificazione si aggiunge il tema della diminuzione della fertilità del suolo. In questo contesto il problema della salinizzazione va affrontato con la massima attenzione.” Già nel 2003, infatti, la pubblicazione della Provincia di Venezia, tuttora in rete, titolo “Intrusione Salina e Subsidenza nei Territori di Padova e Venezia”, autori Carbognin -Tosi (del CNR), rilevava l’incremento della subsidenza sulla fascia litoranea e le sue cause: l’”effetto dell’intrusione salina proveniente direttamente dalla linea di costa o dalla conterminazione, lagunare, deve tenere contoanche dei processi che favoriscono la contaminazione, quali: la risalita dell’onda di marea lungo le foci dei fiumi e canali; la risalita dell’onda di marea lungo la rete di bonifica attraverso manufatti (botti a sifone, porte vinciane, sostegni, ecc.) in contatto con corpi idrici salati, che periodicamente o perennemente consentono riflusso verso monte; la risalita di acque sotterranee salate per l’azione di mantenimento del franco di bonifica delle idrovore; la contaminazione causata dall’intercettazione dei livelli salati sotterranei durante il dragaggio o scavo di canali della rete di bonifica e la risalita delle acque fossili profonde.” e inoltre “E’ stato inoltre appurato un aggravamento dei tassi di abbassamento lungo il cordone litorale di Cavallino-Jesolo dove i nuovi sfruttamenti di acque sotterranee con pozzi artesiani sembrano giocare un ruolo non trascurabile nella dinamica del processo. La subsidenza della struttura litoranea potrebbe comportare anche l’aumento dei processi erosivi costieri.”. Era indicato da mantenere il livello freatico (acqua dolce) sotto il piano campagna e pure il pericolo: ”Si sa che la vita della laguna di Venezia è legata allo stato dei litorali i quali, è noto, non hanno una altimetria che possa proteggere la laguna da mareggiate veramente eccezionali”. Da allora la quota del suolo si è ridotta (subsidenza) di 15-20 cm. rispetto al medio mare, progrediti l’intrusione/cuneo salino e l’erosione del litorale, mentre permangono lunghi periodi id carenza idrica nel suolo e sottosuolo.
Nell’aprile 2016, a Jesolo, al convegno tenuto al Pala Arrex con titolo “IL FENOMENO DELLA SUBSIDENZA NELL’ALTO ADRIATICO CONNESSO CON L’ESTRAZIONE DAL SOTTOSUOLO”, relatori dell’Università di Padova e del CNR Ismar Venezia esponevano alcuni dati: la subsidenza con valori di 3-6 mm/anno e oltre in corrispondenza delle nuove edificazioni, dove la misura è 1 cm/anno; per l’eustatismo l’indicazione e di 3,7 mm/anno (dati ISPRA 1994-2016), poi la problematica presenza salina sul litorale. La quota annua complessiva persa dal livello del suolo rispetto al medio mare misurava quindi circa 1 cm/anno e oltre per l’edificazione recente. L’urbanizzazione è progredita con volumetrie rilevanti, pure i consumi idrici. Da allora, rispetto al medio mare la perdita di quota del suolo è di almeno 8 cm. in un territorio posto estesamente tra la quota del medio mare e già sotto tale quota.
Conferma delle dinamiche in atto sul litorale arriva dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), data dicembre 2023, come riportato su “Environmental Research Letters” visibile al link: https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/ad127e#erlad127ef7. E’ segnalata la sottostima della subsidenza prevista dall’IPCCper gli effetti del riscaldamento climatico. Nello studio, riguardante le dinamiche evolutive del livello del suolo nel bacino del Mediterraneo, si legge :” Vale la pena notare che la maggior parte della popolazione che vive lungo le coste del Mediterraneo non è a conoscenzadell’innalzamento della SL (livello del mare), della subsidenza del terreno e del relativo pericolo costiero che impattano sull’ambiente, sulle infrastrutture costiere e sulle attività umane (Loizidou et al 2023) …Gran parte delle coste di Italia … si sta abbassando, accelerando così l’ascesa della SL” (See level). E, nel caso del litorale dell’alto Adriatico: “zone costiere basse come delta fluviali, lagune, aree di bonifica”, la perdita di quota indicata è di 4-6 mm./anno sulle aree del litorale veneziano e perilagunari, minore nell’area lagunare, circa 2 mm./anno, superiore a 6 mm. nel Polesine; pure: “conseguente erosione costiera e ritiro e salinizzazione della falda freatica, rappresentando quindi un significativo fattore di pericolosità per le coste, popolazioni e infrastrutture”
Negli anni scorsi, oltre al messaggio del Presidente ANBI, venivano notizie allarmanti degli effetti dei prolungati periodi di scarse precipitazioni, del deflusso idrico pressochè assente nei fiumi dove il cuneo salino persisteva fiumi con misure inconsuete: 60 Km. nel Po, 30-40 Km nel Livenza e Piave, poi variamente negli altri fiumi e canali con sbocco in mare o laguna; comparivano anche le difficoltà per le non più banali funzioni quotidiane e le pesanti ricadute sul sistema economico. Il più recente periodo primaverile-estivo piovoso (con eventi estremi tipici del riscaldamento climatico) ha rimosso il ricordo della carenza idrica, ma permangono gli effetti della persistente presenza salina, nel suolo e sottosuolo, sulla misura della subsidenza (perdita di quota rispetto livello medio-mare). Permane di circa 1 cm./anno la perdita di quota rispetto al medio mare della fascia litoranea, già estesamente posta sotto tale quota, e ancora maggiore nel Polesine sia la misura dello stato di fatto sia della dinamica. E permangono pure i consumi idrici a livelli incompatibili che hanno contribuito allo stato di penuria de sistemi idraulico e idrogeologico dell’intera pianura alluvionale, stante l’apporto idrico annuo delle precipitazioni in riduzione e il suo regime variato per il riscaldamento climatico. E nemmeno aiuta l’aumento turistico nei mesi estivi, con cementificazione e consumo idrico aggiuntivi quando è al massimo pure il consumo agricolo/allevamenti, mentre il deflusso fluviale è al minimo (con cuneo salino nei fiumi in estensione). Relativamente alla subsidenza della laguna di Venezia, intorno a 2 mm./anno attuali, la misura è meno della metà dal suo intorno e dal litorale, che la separa dal mare; raggiungeva 1,5 cm./anno in presenza del prelievo idrico dal sottosuolo, attivo a P.to Marghera fino al 1970.
Consumo idrico e cementificazione sono da fermare, come segnala l’ANBI. Un indirizzo operativo palesemente contraddetto, per perseguire l’aumento degli insediamenti e infrastrutture, come risulta dagli strumenti urbanistici e progetti autorizzati o in fase di autorizzazione. Un indirizzo che prospetta l’aggravamento degli effetti già segnalati per suolo e sottosuolo: progressiva contaminazione salina e degrado chimico-fisico del suolo con pesantipenalizzazioni per la presenza umana. Una prospettiva che l’applicazione della legge urbanistica regionale dovrebbe evitare, se applicata, stante l’obbligo della verifica di sostenibilità ambientale delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali. Lo strumento sono le valutazioni ambientali VAS e VINCA, poi pure la valutazione VIA per i progetti con rilevanti ricadute ambientali. Il contenuto delle valutazioni risulta invece pregiudizialmente indirizzato all’attestazione della sostenibilità, non aderente agli argomenti essenziali. Esemplare il caso del Comune di Eraclea, con VAS regionale favorevole per l’utilizzazione insediativa di un’area agricola, nella quale si legge presente: “risalita del cuneo salino, la salinizzazione del suolo e l’eustatismo, e pericolo per la sicurezza idraulica, la stabilità degli edifici esistenti e di futura costruzione, fertilità del suolo e la biodiversità”. Conseguente è l’approvazione del piano per il villaggio turistico (14 mila persone), senza nulla eccepire sugli effetti dell’approvvigionamento idrico (fiume Livenza con presenza salina) e sul consumo di suolo. Analoghi esiti conclusivi, dopo analoghe omissioni istruttorie, si ritrovano nei Comuni di Jesolo, Caorle, Cavallino, S.M.T/Bibione, anche Venezia e nella generalità del territorio per espansioni insediative, servizi e intrattenimento. C’è anche in progetto la nuova Autostrada del Mare, per più veicoli ancora in transito verso il litorale. A Venezia, avviata a superare i 30 milioni di turisti annui, sulla fascia perilagunare (territorio di bonifica) sono previsti e in parte in corso progetti di nuova infrastrutturazione per la mobilità e impiantistica per sport-spettacolo. Non compare la problematica del prelievo idrico nel sottosuolo, nelle lunghe fasi di cantiere, e dell’interferenza delle opere sul sistema idrogeologico. Nel caso del progetto Ferrovie dello Stato (lavori iniziati) per la connessione ferroviaria dell’Aeroporto Marco Polo, la stazione è prevista in galleria (circa 4 Km.) con opere poste a oltre 36 metri di profondità, drenaggio stimato in 12 milioni di litri/giorno, più livelli di falda interferiti, anche in pressione, recapito idrico in laguna. Nessuna valutazione è stata svolta per gli effetti del drenaggio delle acque di falda e l’interferenza/destrutturazione dell’assetto idrogeologico in presenza di paleoalvei di prossimità lagunare, pure per il recapito idrico in laguna sebbene per la ZSC e ZPS “laguna superiore di Venezia” valga l’obbligo della conservazione della biodiversità. Poco lontano è avviata la realizzazione di un palazzetto dello Sport e di uno Stadio con relative nuove opere viarie.
Cordialmente,
Delegato LIPU Venezia
Dott. Gianpaolo Pamio
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[ENGLISH VERSION]
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Critical Issues of Venice
Document of 23.10.2024
- Wave Motion in the Venice Lagoon: Wave motion within the Venice Lagoon is not only causing a static danger to buildings at risk of collapse but is also leading to slow yet persistent erosion of the banks of canals and streams, as well as the silting of smaller canals. Most of the wave motion is generated by boats used for tourist transportation and other watercraft.
- Fishing Valleys: Approximately one-third of the lagoon area is closed off to tidal expansion. These areas are known as “Fishing Valleys” and are privately owned. Freshwater is channeled into them to artificially sustain migrating ducks, which are then hunted, as this is a key migratory route. The true extent of hunting activity is unknown, as inspections and data are provided by the property owners themselves.
- Pollution in the Lagoon: Currently, all of Venice’s sewage discharges into the lagoon, as the city lacks a proper sewage network. River floods carry all kinds of solid waste into the sea, which then reenters the lagoon through the port openings. Furthermore, damaged mussel farming nets are discarded into the sea for convenience and then return to the lagoon. Similarly, worn-out moped tires, used by transportation vehicles, fall into the sea and remain at the bottom of the lagoon.
- Salinity of the Lagoon: The excavation of maritime channels, such as the San Leonardo Channel, is altering the salinity of the lagoon waters, creating a new habitat and causing the lagoon to lose its role as a nursery for fish species reproduction.
- Venice is sinking, along with adjacent coastlines: The President of ANBI (National Association of Land Reclamation) Veneto issued a warning during Earth Day 2021: “Long drought periods reduce river flow, allowing seawater to rise inland for many kilometers. Salt contamination of coastal aquifers is more directly linked to human activity: increased extraction of freshwater for drinking and industrial use leaves room in the aquifers for seawater infiltration. Alongside urbanization, this leads to a reduction in soil fertility. In this context, the issue of salinization must be addressed with utmost attention.” In 2003, a publication by the Province of Venice, titled “Saltwater Intrusion and Subsidence in the Territories of Padua and Venice” by Carbognin and Tosi (CNR), highlighted the increasing subsidence along the coastline and its causes: the “effect of saltwater intrusion coming directly from the coast or the lagoon must also consider processes that favor contamination, such as the rise of tidal waves along river and canal mouths; the rise of tidal waves through drainage networks via structures (siphon pipes, sluice gates, supports, etc.) in contact with salty water bodies, periodically or permanently allowing backflow upstream; the rise of salty groundwater due to drainage pump maintenance; contamination caused by intercepting salty underground levels during dredging or excavation of drainage channels, and the rise of deep fossil waters.” Additionally, they found “an increase in subsidence rates along the Cavallino-Jesolo coastline, where new groundwater exploitation through artesian wells appears to play a significant role in the process. The subsidence of the coastal structure could also exacerbate coastal erosion processes.” It was recommended to maintain the freshwater level below ground level, and the risk was highlighted: “It is known that the life of the Venice Lagoon is tied to the state of the coastlines, which, as is well known, do not have sufficient elevation to protect the lagoon from exceptional storm surges.” Since then, the ground level has decreased by 15-20 cm relative to the average sea level, saltwater intrusion and coastal erosion have advanced, and long periods of water scarcity in the soil and subsoil persist.
In April 2016, at the conference held at Pala Arrex in Jesolo titled “The Phenomenon of Subsidence in The Upper Adriatic Connected to Underground Extraction,” speakers from the University of Padua and CNR Ismar Venezia presented some data: subsidence with values of 3-6 mm/year and more in areas with new constructions, where the measurement is 1 cm/year; for eustatism, the indication is 3.7 mm/year (ISPRA data 1994-2016), along with the issue of saltwater presence on the coastline. The total annual land level loss compared to the average sea level measured about 1 cm/year or more for recent constructions. Urbanization has progressed with significant building volumes, as have water consumption levels. Since then, the land has sunk at least 8 cm below the average sea level in areas that were already either at or below that level.
Confirmation of these dynamics along the coastline comes from the INGV (National Institute of Geophysics and Volcanology) in December 2023, as reported in “Environmental Research Letters,” visible at the link: https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/ad127e#erlad127ef7. The study highlights the underestimation of subsidence projected by the IPCC regarding the effects of climate warming. The research on soil level dynamics in the Mediterranean basin notes: “It is worth noting that most of the population living along the Mediterranean coasts is unaware of the rise in SL (sea level), ground subsidence, and the related coastal hazards impacting the environment, coastal infrastructure, and human activities (Loizidou et al 2023) […] A large part of Italy’s coasts is sinking, accelerating the rise of SL (sea level).” Regarding the Upper Adriatic coast: “Low-lying coastal areas such as river deltas, lagoons, and reclaimed lands” are experiencing a land level loss of 4-6 mm/year on the Venetian coastline and peri-lagoon areas, less in the lagoon (around 2 mm/year), and more than 6 mm/year in the Polesine region. Furthermore, “this results in coastal erosion, retreat, and salinization of the water table, representing a significant hazard to coasts, populations, and infrastructure.”
In recent years, in addition to the ANBI President’s message, alarming reports emerged about the effects of prolonged dry spells and the near-total absence of water flow in rivers where the salt wedge persisted with unusual measurements: 60 km in the Po River, 30-40 km in the Livenza and Piave Rivers, and various other rivers and canals flowing into the sea or lagoon. There were also challenges for basic daily functions and severe impacts on the economic system. The most recent rainy spring-summer period (with extreme events typical of climate warming) erased the memory of water scarcity, but the effects of persistent saltwater presence in soil and subsoil remain, as does its impact on subsidence (loss of land relative to the average sea level). The land loss rate of about 1 cm/year compared to the average sea level continues along the coastline, which is already extensively below that level, and is even greater in the Polesine, both in current measures and dynamics. Water consumption remains at unsustainable levels, contributing to the depletion of the entire alluvial plain’s hydraulic and hydrogeological systems, given the reduced annual water supply from rainfall and its altered pattern due to climate warming. The increase in tourism during the summer months also does not help, with additional urbanization and water consumption coinciding with the peak in agricultural and livestock usage, while river flow is at its lowest (and the salt wedge extends further into rivers). Regarding subsidence in the Venice Lagoon, currently about 2 mm/year, this measure is less than half of that in its surroundings and the coastline separating it from the sea; it reached 1.5 cm/year when groundwater extraction was active in Porto Marghera until 1970.
Water consumption and urbanization must be stopped, as ANBI highlights. This operational directive is clearly contradicted by the ongoing pursuit of increased settlements and infrastructure, as evidenced by urban planning tools and projects already authorized or in the process of authorization. This direction threatens to worsen the already noted effects on the soil and subsoil: progressive salt contamination and the chemical-physical degradation of the soil, with severe consequences for human presence. A scenario that should be avoided by the application of regional urban planning laws, if properly enforced, given the obligation to assess the environmental sustainability of urban and infrastructure plans. The tools for this are the VAS (Strategic Environmental Assessment) and VINCA(Natura 2000 Impact Assessment), as well as the VIA (Environmental Impact Assessment) for projects with significant environmental impact. However, the content of these assessments is prejudicially oriented toward certifying sustainability, without addressing the essential issues.
A striking example is the case of the Municipality of Eraclea, where the regional VAS gave a favorable opinion for the residential development of an agricultural area, despite acknowledging the presence of “salt wedge rise, soil salinization, eustatism, and risks to hydraulic safety, the stability of existing and future buildings, soil fertility, and biodiversity.” Nevertheless, the plan for a tourist village (14,000 people) was approved without any objections regarding water supply (from the Livenza River, which has saline presence) or soil consumption. Similar conclusions, following similar procedural omissions, are found in the municipalities of Jesolo, Caorle, Cavallino, S.M.T/Bibione, and even Venice, for residential, service, and entertainment expansions. There is also a project for the new “Autostrada del Mare” (Sea Highway), aimed at accommodating more vehicles heading toward the coast.
In Venice, which is approaching over 30 million tourists annually, projects for new infrastructure for mobility and sports-entertainment facilities are planned or already underway in the reclaimed land near the lagoon. There is no mention of the issues related to groundwater extraction during the long construction phases, nor of the impact of these projects on the hydrogeological system. In the case of the Italian State Railways project (already started) for the railway connection to Marco Polo Airport, the station is planned to be underground (approximately 4 km) with works at over 36 meters in depth, and drainage estimated at 12 million liters/day, affecting groundwater levels, including those under pressure, with water discharging into the lagoon. No assessment has been made regarding the effects of groundwater drainage and the interference/destruction of the hydrogeological system in the presence of ancient riverbeds near the lagoon, nor for the water discharge into the lagoon, despite the biodiversity conservation obligation for the ZSC (Special Conservation Area) and ZPS (Special Protection Area) “upper Venice lagoon.” Not far away, the construction of a sports arena and a stadium with related new roadworks is underway.
Sincerely,
LIPU Venezia Delegate
Dr. Gianpaolo Pamio