Sfalciare gli argini e le sponde dei corsi d’acqua, senza regole e senza criteri, può essere estremamente negativo per varie specie di uccelli che, nella vegetazione ripariale spontanea, trovano nutrimento e soprattutto, un riparo sicuro in cui costruire il nido e crescere la propria prole. Le specie che più usano la vegetazione degli argini per nidificare sono cannaiola verdognola, cannaiola comune, usignolo di fiume, cannareccione e gallinella d’acqua.
Ora, se si effettuano sfalci drastici nel periodo compreso tra aprile e luglio, ci sono grosse probabilità che vengano distrutte nidiate e compromessa la nidificazioni di svariate coppie di questi uccelli. Tagliare solo la sommità dell’argine perché necessaria al passaggio, lasciando però una buona fascia vegetativa nei pressi dell’acqua, consente già di ridurre l’impatto sulle specie nidificanti. Poi, se fossero necessari sfalci che interessino anche la fascia più in basso, a ridosso dell’acqua, sarebbe auspicabile fossero fatti perlomeno al di fuori del periodo riproduttivo, tra aprile e luglio.
Una cannaiola verdognola mentre canta tra la vegetazione.Uno sfalcio totale della vegetazione degli argini di un canaletto che ha portato, nel giugno 2021, alla distruzione di parecchi nidi fi cannaiole verdognole nidificanti (foto Massimo Bozza). Argini di un canaletto in ambiente urbano ricco di vegetazione che è utile non solo alle specie nidificanti ì, ma anche perché ha una importante compito di svolgere fitodepurazione dell’acqua (foto Emanuele Stival). Sponde di un canaletto dove è stato eseguito uno sfalcio che ha lasciato una parte della vegetazione a ridosso all’acqua che comunque consente una maggiore sopravvivenza delle nidiate delle specie citate (foto Emanuele Stival). Una gallinella d’acqua in cova sul nido costruito a ridosso dell’acqua tra le canne della riva (foto Emanuele Stival).
Oggetto: LIPU BirdLife Italia, Sezione di Venezia, www.lipuvenezia.it con sede in Gaggio di Marcon (VE) Via Giacomo Matteotti 26, cap. 30020, segnalazione in merito ad azioni di danneggiamento e disturbo di nidi occupati con uova e nidiacei della specie Rondine Hirundo rustica presso un padiglione espositivo nell’Isola della Certosa in Venezia.
Spett.le Gruppo Carabinieri Forestali di Venezia,
è giunta segnalazione, rimasta anonima, da parte di un cittadino, che dettagliava che in data 27 giugno 2021, erano state poste in atto azioni di disturbo e distruzione di nidi occupati di Rondine, in località Venezia – Isola della Certosa. Veniva riferito che per liberare un padiglione da rendere operativo ed utilizzabile, si provvedeva alla rimozione di alcuni nidi di rondine occupati con uova e nidiacei. Veniva riportato telefonicamente che i nidi, una volta rimossi, venivano posti dentro una scatolone e posizionati in maniera che venissero assistiti dai genitori che nel frattempo volteggiavano disperati alla ricerca degli stessi. In seguito veniva inviato all’Associazione una fotografia ove, dalla conta, è presumibile i nidi manomessi siano nr.8, nonché veniva trasmesso un video di breve durata ove si notavano le rondini che ricercavano i propri nidi con il volo caratteristico di pericolo e preoccupazione.
Si aggiunge che questa specie è negli ultimi anni particolarmente vulnerabile ed in calo numerico dovuto soprattutto alla sottrazione di habitat e siti riproduttivi, ai cambiamenti climatici in atto, all’alto uso di sostanze chimiche in agricoltura nonchè per cattive pratiche alimentari nei Paesi di svernamento. Rimane che ogni attività dolosa di distruzione dei nidi o di danneggiamento direttamente nei confronti della specie di Rondini e Balestrucci è perseguita in via amministrativa e penale dalla vigente normativa: a livello europeo dalla Convenzione di Bonn e dalla Convenzione di Berna ratificata in Italia con la Legge n° 503 del 05.08.1981 ed espressamente tutelate in Italia dalla Legge n° 157 del 11.02.1992, legge per la Protezione della Fauna Selvatica, nonché dall’art. 635 C.P.
Si chiede pertanto a questo Spettabile Comando, di porre in essere tutte le attività possibili per verificare se siano stati commessi illeciti penali ed amministrativi e nel caso individuare gli autori degli stessi
Stanno arrivando ai numeri di telefono della LIPU Sezione di Venezia, molti appelli di nidiacei e giovani uccelli a terra, o feriti nel taglio della vegetazione nei giardini privati. Sono tante le specie rifugiatesi in ambito urbano e periurbano data l’inospitalità dei terreni agricoli oggetto di un’agricoltura intensiva e spesso privati delle tradizionali siepi e boschetti. Sempre più frequente la presenza di piccoli uccelli nelle nostre siepi di casa, si annoverano la Capinera, il Merlo, l’Usignolo, il Canapino comune, il Codibugnolo, il Fringuello, ecc.
Potremmo notare un inusuale andirivieni nel costruire il nido o nell’alimentare i piccoli. La stagione di primavera – estate oltre che favorevole per la nidificazione coincide con la crescita vegetativa delle siepi, di qui la necessità di eseguire potature. Per tutelare i nostri piccoli amici è necessario prima di procedere al taglio eseguire un accurato sopralluogo. Se l’uccello è impegnato nella cova delle uova ed il disturbo è persistente abbandona il nido e non vi fa più ritorno, perdendo la covata. Qualora le uova si fossero schiuse ed i nidiacei sono presenti, l’uccello abbandonerà la nidiata solo se in grave ed immediato pericolo. Si consiglia comunque qualora si noti un nido di procrastinare il taglio di quell’area circoscritta in qualche metro, sino all’involo dei giovani. I volontari della Sezione LIPU di Venezia, a mezzo i numeri di telefono presenti nel sito www.lipuvenezia.it sono a disposizioni per consigli e chiarimenti.
Un grazie anticipato per il vostro prezioso lavoro
All’Ente Parco del Sile segreteria.parcosile.tv@pecveneto.it
Alla Regione Veneto Genio Civile competente per le aree di Venezia e Treviso; geniocivileve@pec.regione.veneto.it geniociviletv@pec.regione.veneto.it
Al Comune di Casier comunecasier@pec.it
Al Comune di Casale sul Sile comune.casalesulsile.tv@pecveneto.it
Al Comune di Quarto d’Altino comune.quartodaltino.ve@pecveneto.it
e, p.c.
Alla Prefettura di Treviso protocollo.prefv@pec.interno.it
Alla Prefettura di Venezia protocollo.prefve@pec.interno.it
Spett.li Enti in indirizzo,
Oggetto: LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli ODV, Sezione di Venezia, Fiume Sile, segnalazione di persistente moto ondoso cagionato da unità in navigazione, soprattutto da diporto, con conseguente danneggiamento degli habitat e delle sponde.
A seguito la puntuale segnalazione da parte della cittadinanza, che evidenziava il persistente e continuo fenomeno del moto ondoso nel Fiume Sile, questa Associazione ha provveduto ad effettuare dei sopralluoghi accertando la veridicità su quanto asserito.
Preso atto dell’importanza del Fiume Sile come corridoio ecologico su area vasta, come riportato negli strumenti di pianificazione territoriale vigenti;
Considerata la rilevanza per la regione biogeografica continentale, confermata dall’istituzione dei siti Natura 2000 ZSC IT3240028 “Fiume Sile dalle Sorgenti a TrevisoOvest” e ZPS IT3240011 “Sile: sorgenti, paludi di Morgano e Santa Cristina”;
Vista l’importanza degli ambiti fluviali a valle dei suddetti siti, in particolare per alcune specie ornitiche legate alla vegetazione di ripa e all’integrità ecosistemica delle sponde ed il ruolo – per quanto attiene le connessioni ecologiche – che detti tratti fluviali rivestono per il collegamento ecologico funzionale tra i già citati siti Natura 2000 e quelli posti più a valle (vedasi ZSC e ZPS gravitanti nell’ambito lagunare veneziano);
Considerato che anche alcuni habitat di interesse comunitario (acquatici) possono essere danneggiati dal moto ondoso e dagli effetti indiretti e diretti dei fenomeni erosivi del traffico nautico, così come può essere logorata – per gli stessi motivi – la capacità delle stesse formazioni vegetali di assolvere il ruolo di habitat di specie per svariati taxa afferenti alla fauna ittica e ad invertebrati alla base della catena alimentare dei corsi d’acqua di risorgiva;
Rilevato come, allo stato di fatto, il traffico nautico per uso ricreativo comporta fenomeni di erosione delle sponde che potrebbero compromettere il ruolo ecosistemico del corso d’acqua in argomento, già minacciato da più fattori di pressione di natura antropica;
Rilevato altresì come le NTA del Parco regionale del Fiume Sile, prevedano un limite di velocità di 8 km/ora per il traffico nautico, senza comunque provvedere a forme strutturate di contrasto del fenomeno erosivo dovuto ad un utilizzo improprio del corso d’acqua da parte dei fruitori tramite imbarcazioni a motore;
LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, in quanto associazione ambientalista riconosciuta a livello ministeriale
CHIEDE
quali siano le azioni poste in opera, dagli Enti competenti, per il contenimento del fenomeno erosivo dovuto al traffico nautico.
Consapevole del ruolo e delle singole deleghe degli Enti in indirizzo per quanto attiene la conservazione del patrimonio naturalistico del Fiume Sile, in particolare nelle aree ricomprese in Natura 2000 e in quelle esterne ma che contribuiscono a mantenere le connessioni ecologiche con i siti Natura 2000 posti a valle, chiede di poter ricevere un report sullo stato di aggiornamento delle misure valutate e adottate.
Cordialmente Il delegato di Sezione Dott. Gianpaolo Pamio
Spett.le Lipu Sezione di Venezia
Via Giacomo Matteotti, 26 30020 Gaggio di Marcon (VE) lipusedenazionale@postcert.it
e, p.c. Alla Direzione Infrastrutture e Trasporti SEDE
Alla U.O. Genio Civile di Treviso SEDE
All’Ente Parco del Sile segreteria.parcosile.tv@pecveneto.it
Al Comune di Casier comunecasier@pec.it
Al Comune di Casale sul Sile comune.quartodaltino.ve@pecveneto.it
Al Comune di Quarto d’Altino comune.quartodaltino. ve@pecveneto.it
Alla Prefettura di Treviso protocollo.prefìV@pecinterno.it
Alla Prefettura di Venezia protocollo. prefve@pec. interno. it
Egregio Dottor Pamio,
nel ringraziare per l’attento presidio operato dalla Vostra Associazione, con la presente La informo che le azioni volte al contenimento del fenomeno del moto ondoso, peraltro generato in tutte le vie navigabili, è ora in capo agli Enti competenti alla navigazione ed alla gestione del demanio della navigazione interna da Lei correttamente inseriti tra i destinatari della segnalazione; a tal proposito può essere utile rammentare che, in ogni caso, la programmazione e la gestione degli investimenti afferenti le vie navigabili di competenza regionale è in capo alla Direzione Infrastrutture e Trasporti. Il fenomeno erosivo da Lei segnalato potrebbe interessare anche gli argini del fiume Sile e di conseguenza comportare pericolo per la sicurezza idraulica del territorio. Nell’ambito della programmazione degli interventi vengono segnalate le necessità finanziarie per la sistemazione delle opere idrauliche, tra queste anche il fiume Sile.
Una volta rese disponibili le necessarie risorse, gli interventi potranno, come di consueto, contemperare le varie esigenze tra le quali anche quella della difesa dal moto ondoso di sponde, golene e arginature, con indiretto ma evidente beneficio anche per quanto da Voi segnalato.
Un residente nella Municipalità di Favaro Veneto, segnalava a questa Associazione l’effettuazione nel pomeriggio di sabato 10 aprile di potature alle alberature stradali nella centrale Via San Donà, potature eseguite in piena fase vegetativa.
Si evidenzia da ampia ed acclarata bibliografia, come l’esecuzione di tale attività espone l’albero oggetto di potatura a patologie fungine che possono portare a seccume e postume necrosi con la morte dell’albero stesso.
All’uopo si richiama quanto previsto dal Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 111 del 21.07.2003 e successive modificazioni, che recita all’art. 14.4 “La potatura viene programmata con adeguato anticipo, nel rispetto dei cicli biologici e di sviluppo delle alberature. Viene definita straordinaria nei casi in cui si manifestino situazioni non prevedibili tali da creare scompensi strutturali alla pianta stessa, con conseguente pericolo di incolumità pubblica. In entrambi i casi quando si deve eseguire una potatura occorre agire tenendo presente che:
a) la riduzione della superficie fogliare si traduce in una minore disponibilità dinutrienti per le radici e le altre parti dell’albero;
b) l’esposizione frequente della corteccia dei rami più interni alla luce diretta delsole può provocarne il surriscaldamento e conseguente indebolimentostrutturale;
c) il taglio dei rami si traduce in una successiva abbondante produzione digermogli inseriti debolmente, che con il tempo possono diventare pericolosi;
d) il legno dei monconi dopo il taglio risulta vulnerabile all’attacco degli insetti edei funghi patogeni (…)”
Nonché lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” MATTM 2017, alla pag. 41 nel paragrafo 4.2.2. La potatura recita: “Tempistica, periodo, intensità dell’intervento dovranno essere contestualizzati alle caratteristiche stazionali e vegetazionali”.
Per quanto segnalato si richiede l’interruzione delle pratiche di potatura ed il richiamo al rispetto del suddetto Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città.
La scrivente Associazione è stata interessata da alcuni cittadini in merito all’abbattimento di un aereale – boschetto, in località Jesolo – Via Levantina, sito da destinarsi a costruzioni civili. Veniva segnalato la presenza di una folta vegetazione di origine selvatica che si era creata dopo un lungo inutilizzo dell’area, rinaturalizzando spontaneamente il sito. Veniva descritta dai cittadini, in considerazione delle favorevoli condizioni creatisi, di una numerosa presenza di uccelli stante il periodo di nidificazione, soprattutto Merli, Verzellini, Fringuelli, Cinciallegre, Codibugnoli, ecc. Stante l’area chiusa agli ingressi non è stato possibile dai volontari della Sezione verificare la presenza di nidi in loco, ma comunque, visto quanto dettagliato, la presenza è altamente probabile: in ogni caso per un principio di precauzione, non si dovrebbero eseguire opere di disturbo della fauna selvatica in questo periodo. Viene riportato che tutta l’area verde è stata sbancata in toto per far spazio al cantiere edile.
Da nostre rilevazioni, nella cittadina di Jesolo come in gran parte del Litorale, molte specie selvatiche di uccelli soprattutto passeriformi, sono in forte calo se non addirittura scomparse. L’agricoltura intensiva ed il taglio sistematico delle siepi per aumentare la superficie coltivabile, spinge le specie selvatiche verso l’area urbana e periurbana in quanto sussistono dei frammenti di habitat ospitale per la biodiversità oltre che fornire servizi ecosistemici al territorio ed alla popolazione. Opere di radicale trasformazione degli habitat in periodo di nidificazione portano come conseguenza, nei confronti degli uccelli selvatici, ad un fallimento invitabile del progetto riproduttivo ed una conseguente contrazione numerica degli stessi.
Si richiede a codesto Ufficio di valutare, utilizzando il principio di tutela e di cautela nei confronti della preservazione delle specie di uccelli selvatiche, nel rilascio di concessioni edilizie, i tempi di esecuzione delle opere.
E’ giunta alla LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli, Sezione di Venezia la segnalazione preoccupata di un iscritto, inerente l’abbattimento di filari di Pioppo bianco in località Casale sul Sile nel percorso pedonale nel lungargine del Fiume Sile, area destinata a Parco Regionale.
Un sopralluogo svolto da nostri volontari ha appurato che l’area già nota, è di particolare pregio naturalistico per la presenza di diverse specie di uccelli, soprattutto di Picchi: in questo ambito si annoverano esemplari di Picchio verde, Picchio nero, Picchio Muratore, Picchio rosso maggiore, Picchio rosso minore, tutte specie sottoposte rigorosa tutela. La banalizzazione e l’impoverimento degli habitat del territorio della Pianura Padana ha fatto sì che aree che preservino un minimo di caratteristiche necessarie per la sopravvivenza per le specie di uccelli selvatici, rappresentano una “ciambella di salvataggio” per costoro. l’articolo prosegue dopo la pubblicità
Dal momento la Regione del Veneto si trova in piena rotta migratoria, la maggiore tra Nord – Sud Europa, l’area del Parco del Sile assume una valenza particolare soprattutto nella salvaguardia dei piccoli uccelli, passeriformi in primis. Da un primo esame esperito dai volontari della LIPU alcuni tronchi dei Pioppi bianchi presentano delle cavità estese, a giustificarne il taglio per motivi di sicurezza, altri invece, perfettamente sani. Tagliare sistematicamente un centinaio di Pioppi bianchi di oltre 40 anni di età, rappresenta un significativo disvalore al biotopo legato al Parco del Fiume Sile ed alla biodiversità: le conseguenze in termini di sottrazione di habitat si avranno per tutta l’asta Sud del Fiume: pensiamo all’importanza dei grandi alberi per i rapaci che li usano come rifugio e stazione di caccia anche direttamente sul Fiume Sile: richiamandoci ad esempio al Falco pescatore.
Si sottolinea che il periodo scelto per il taglio degli alberi coincide con quello della nidificazione sugli gli alberi stessi, i Picchi soprattutto usano le cavità degli alberi per nidificare, e qui i volontari ne hanno trovato di diversi diametri, a più altezze: la consuetudine di utilizzare le cavità degli alberi, anche piccole, per formare un nido, è anche caratteristica dello Storno, della Cinciallegra, dell’ Assiolo, ecc. Non si trascuri il disturbo in tutta l’area per l’impiego di motoseghe e mezzi d’opera, tale attività interferisce anche nelle aree adiacenti con la nidificazione in atto, al punto di portare i genitori all’abbandono del nido con conseguente morte dei nidiacei.
Alla luce della considerazioni esposte, si richiede a codeste Autorità di sospendere il taglio degli alberi rimandandolo al periodo tardo estivo, a nidificazione conclusa, nonché di valutare il mantenimento dei alberi in buona salute onde limitare il danno derivato dalla sottrazione di habitat.
Cordialmente
Il delegato LIPU Sezione di Venezia Dr. Gianpaolo Pamio
Buongiorno, con la presente segnaliamo due episodi di incendio della vegetazione dunale e retrodunale rilevati rispettivamente il 27 marzo e in data odierna. L’incendio del 27/03 ha interessato un’area di prateria a Spartina versicolor nella fascia di duna. L’incendio è vicino ad un punto in cui è stata fatta una grigliata e potrebbe essere divampato per sbaglio; aggravante il fatto che il punto scelto per la grigliata sia all’interno della recinzione dedicata alla tutela della nidificazione di fratino e fraticello.
L’episodio rilevato in data odierna ha avuto luogo la sera/notte del 2 aprile, dal momento che nella mattina dello stesso giorno l’area era integra. L’incendio ha invece interessato, con più inneschi, un’area di mosaico tra Eriantho-scoeneto (habitat 6420 direttiva 43/92/CE) e Tortulo-scabioseto (2130*), ovvero uno degli habitat più importanti del sito. La presenza di più inneschi evidenzia in modo netto la natura dolosa del fenomeno.
Nelle pagine seguenti si riportano la mappa con l’ubicazione delle aree percorse da incendio e le immagini relative. Si segnalano gli episodi a codesto ufficio per condividere la serietà della situazione, che sta evidenziando una crescente minaccia all’ecosistema della ZPS e ZSC presso San Nicolò e un conseguente aumento del rischio ambientale. ùSi rimane a disposizione per un eventuale sopralluogo.
Sono giunte alla scrivente Associazione, segnalazioni poi verificate come corrispondenti, circa l’abbattimento in terreni privati di alberi dalle discrete dimensioni, soprattutto Pioppi neri e Platani in località Favaro Veneto, Via Vallenari e Via Ca’ Colombara. Venivano informati i cittadini che tali piante abbattute non avevano nessun vincolo normativo alla loro tutela, essendo su area privata, se non la sussistenza di nidi, visto il periodo di nidificazione in corso. Tuttavia, la presenza di alberature, arbusti, tratti di siepe in ambito urbano e periurbano assolvono ad importanti funzioni ecosistemiche, creando dei micro – habitat funzionali alla presenza e rifugio di piccoli uccelli, anfibi, rettili nonché piccoli invertebrati ed insetti necessari alla catena alimentare della suddetta fauna. Nell’areale della Val Padana, l’impoverimento e la banalizzazione delle zone agricole, private di elementi funzionali alla biodiversità come boschetti, prati incolti, siepi hanno portato ad una sistematica riduzione delle specie selvatiche presenti, soprattutto uccelli. Le cause della spoliazione di elementi naturali in ambito agricolo sono da ricondurre ad errate pratiche agricole su base intensiva, che non tengono conto delle misure di compensazione cui la UE dota a mezzo la PAC e i relativi Piani di Sviluppo Rurale le Regioni, per mantenere in naturalità le aree oggetto di coltivazione. Buona parte dei fondi se non la totalità, nella Regione Veneto, non vengono utilizzati, le misure disattese, perché non richiesti dagli aventi diritto. Il risultato è evidente, le aree agricole non hanno nessun elemento di naturalità residua. La Commissione Ambiente della UE è a conoscenza di questa inosservanza dell’Italia, ma nonostante i richiami, siamo al nulla di fatto. Le aree coltivate, diventando inospitali spingono la fauna verso i centri abitati, qui emerge l’importanza del mantenimento di siepi e filari di alberi. Tra le specie di uccelli maggiormente presenti nelle siepi annoveriamo la Tortora dal collare, il Colombaccio, il Canapino, il Pigliamosche, l’Averla piccola, il Picchio rosso maggiore, il Rigogolo, la Passera mattugia, l’Usignolo, il Picchio verde, il Pettirosso, la Passera scopaiola, il Luì piccolo, la Sterpazzola, la Cinciallegra, la Cinciarella, la Capinera, il Merlo, lo Scricciolo, il Cardellino, ecc.
Si richiede a codesta Amministrazione di attivarsi nei confronti dei Privati cercando di salvaguardare le alberature residue; nonché si fa istanza del ripristino delle alberature abbattute posizionandole a dimora a lato della strada delle vie summenzionate, facendole cadere così sotto la competenza comunale. I cittadini che hanno contattato la LIPU Sezione di Venezia, chiedevano anche che le strade a bassissima percorrenza di Via Ca’ Colombara e Via Litomarino a Favaro Veneto, entrambe a carreggiata ridotta, siano aperte al traffico veicolare esclusivamente ai residenti quanto per garantire un grado di tranquillità e sicurezza ai podisti e camminatori che frequentano assiduamente la zona.
Considerando i diversi appelli da parte di iscritti alla scrivente Associazione e più generalmente dalla cittadinanza, onde affrontare le criticità sul Verde in maniera organica, si richiede a codesta Amministrazione il ripristino del FORUM del Verde, aperto ad Enti, Comitati, Associazioni, Categorie, ecc.