Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Oasi di Gaggio, sito di nidificazione dell’Airone rosso

In pochi conoscono l’airone rosso (Ardea purpurea), parente stretto dell’airone cenerino (Ardea cinerea), principalmente perché è più raro ed è presente da noi solo nel periodo di nidificazione da fine Marzo a Ottobre. Si differenzia dall’airone cenerino per la presenza di un becco più affusolato e uniformemente più sottile, un capo più stretto, un collo più fino, dimensioni minori e, soprattutto, una colorazione marrone-rossiccia che si alterna a fasce grigie o anche nere. Al contrario dell’airone cenerino però, l’airone rosso è inserito all’interno della Direttiva Uccelli (2009) ed è considerato una specie protetta. La minaccia più grande che si trova ad affrontare è il fatto che, negli ultimi anni, gli habitat idonei alla sua riproduzione stanno scomparendo. L’airone rosso, infatti, essendo un uccello migratore, passa l’inverno in Africa tropicale e, ogni primavera, ritorna in Europa per riprodursi. In Italia, le zone dove è stato possibile osservarlo nidificare abbastanza regolarmente sono la Sardegna e la Pianura Padana.

Nell’Oasi Cave di Gaggio Nord, a partire dal 2004, sono stati svolti dei monitoraggi che hanno registrato la presenza di questa peculiare specie nel periodo di nidificazione. La tendenza, negli anni, sembra mostrare un aumento delle coppie nidificanti assieme ad altre specie di Ardeidi (Pegorer & Stival, 2009). In particolare, lo scorso anno sono state registrate 8 coppie. L’habitat ideale, per la nidificazione dell’airone rosso, sono le zone umide ricche di canneti palustri. Si tratta di un habitat che, nel nostro territorio, sta scomparendo sempre più a causa di modificazioni dell’uso del territorio da parte dell’uomo. 

All’interno dell’Oasi di Gaggio, nell’area della garzaia, nidificano fianco a fianco l’airone rosso e l’airone cenerino. Quest’ultimo è presente nel nostro territorio tutto l’anno ed è abbastanza facile da osservare. Per favorire la presenza dell’airone rosso, invece, si è scelto di chiudere una parte dell’oasi nel periodo di nidificazione sperando che il numero di coppie continui ad aumentare nei prossimi anni. La dieta dell’airone rosso, come gli altri Ardeidi, è costituita principalmente da pesce ma può cacciare anche anfibi, piccoli rettili e insetti. Come il suo stretto parente, il tarabusino, anche l’airone rosso tende a mimetizzarsi in mezzo al canneto assumendo una particolare posizione col becco all’insù per imitare la vegetazione circostante. È interessante notare anche che non esiste una sostanziale differenza nella livrea degli individui adulti maschi e da quella degli individui adulti femmine.

Purtroppo, pur essendo all’interno di siti protetti, gli aironi rossi sono continuamente minacciati; recentemente all’interno dell’oasi del Busatello (VR) un gravissimo incendio, motivato da interessi di tipo economico, ha distrutto circa 40 ettari di terreno. Si può ipotizzare che gli aironi rossi, legati a quel sito per la riproduzione, possano cercare un altro habitat, idoneo alle loro esigenze, e che la stessa Oasi di Gaggio potrebbe rappresentare una soluzione adatta ed efficace a tal fine. 

Laura Michieletto

Categorie
Notizie dal territorio Oasi e riserve

Segnalazione incendi nell’Oasi di San Nicolò

Buongiorno, con la presente segnaliamo due episodi di incendio della vegetazione dunale e retrodunale rilevati rispettivamente il 27 marzo e in data odierna. L’incendio del 27/03 ha interessato un’area di prateria a Spartina versicolor nella fascia di duna. L’incendio è vicino ad un punto in cui è stata fatta una grigliata e potrebbe essere divampato per sbaglio; aggravante il fatto che il punto scelto per la grigliata sia all’interno della recinzione dedicata alla tutela della nidificazione di fratino e fraticello.

L’episodio rilevato in data odierna ha avuto luogo la sera/notte del 2 aprile, dal momento che nella mattina dello stesso giorno l’area era integra. L’incendio ha invece interessato, con più inneschi, un’area di mosaico tra Eriantho-scoeneto (habitat 6420 direttiva 43/92/CE) e Tortulo-scabioseto (2130*), ovvero uno degli habitat più importanti del sito. La presenza di più inneschi evidenzia in modo netto la natura dolosa del fenomeno.

Nelle pagine seguenti si riportano la mappa con l’ubicazione delle aree percorse da incendio e le immagini relative.
Si segnalano gli episodi a codesto ufficio per condividere la serietà della situazione, che sta evidenziando una crescente minaccia all’ecosistema della ZPS e ZSC presso San Nicolò e un conseguente aumento del rischio ambientale. 
ùSi rimane a disposizione per un eventuale sopralluogo.

Cordiali saluti

Dr. Gianpaolo Pamio
Delegato Lipu di Venezia

Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Dodici esemplari di Ibis sacro all’Oasi Gaggio

In questi giorni stanno confluendo i dati totali dei censimenti effettuati nel periodo invernale 2020, di particolare interesse la presenza di 12 esemplari di Ibis sacro Threskiornis aethiopicus. Questa specie, dalla sagoma caratteristica, di origine africana, in Egitto è estinta. Introdotta in Europa ai fini degli anni ’70 a scopi ornamentali, presso dei Giardini zoologici nel Sud della Francia, alcuni esemplari liberati si sono acclimatati e riprodotti. L’Ibis frequenta le garziaie ( grandi roost dove si aggregano in fase riproduttiva gli aironi), abitualmente si aggrega in compagnia  Garzette, Aironi maggiori, Aironi cenerini, Mignattai. Specie particolarmente vorace si nutre di piccoli invertebrati, rane, rettili, topi ed occasionalmente di pulli di altre uccelli. Visto il suo espandersi in tutta l’area sud Europea del Mediterraneo sta rappresentando una minaccia per alcune specie di uccelli cui sta occupando la nicchia ecologica, soprattutto Aironi, nonché rappresenta un pericolo per i Tritoni, le Rane soprattutto di Lataste e Dalmatina già in forte calo soprattutto in Val Padana per sottrazione di habitat. Le indicazioni dell’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, a titolo di precauzione, sono di attuare misure atte al contenimento di questa specie. L’Ibis sacro, sebbene sia un uccello alloctono si sta integrando benissimo nel territorio al punto da diventare una specie opportunista, così da sviluppare in poco tempo una capacità di predazione anche nei confronti di altre popolazioni alloctone ed alquanto infestanti come il Gambero rosso della Louisiana, vero e proprio flagello dei corsi d’acqua europei, specie introdotta in Europa per scopi alimentari e rilasciata accidentalmente in natura.

Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Avvistati falchi di palude all’Oasi di Gaggio

In questi giorni, nell’Oasi di Gaggio è stata avvistata dai volontari una coppia di Falco di palude Circus aeruginosus, un rapace migratore. Questa specie è tutelata dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea ed è considerata vulnerabile in Italia. Da censimenti non aggiornati, si stima che nell’intera provincia di Venezia vi siano solo circa 40 coppie nidificanti. Gran parte della popolazione europea di falco di palude sverna nel sud del Sahel africano e nell’area subequatoriale e nel mese di marzo intraprende la migrazione. Attraversando il deserto del Sahara giunge nel continente europeo dove nidifica spingendosi fino alla penisola Scandinava e alla Russia.

In Italia, il Falco di Palude si concentra soprattutto nella Val Padana, privilegiando habitat naturali a canneto, tifeto, lagune costiere e lanche fluviali. Il nido viene costruito nei canneti che devono essere particolarmente folti per mimetizzarne la presenza. Il falco di palude si nutre di piccoli mammiferi come ratti e piccoli di nutria, pulli e giovani di uccelli acquatici come folaga, germano reale, gallinella d’acqua, ma anche rane e rettili. Le minacce maggiori per questo rapace nelle aree di nidificazione sono rappresentate dalla sottrazione di habitat, dalla caccia anche accidentale, dal disturbo antropico e dall’inquinamento delle acque. Un’ulteriore minaccia è costituita dalle alterazioni strutturali degli ambienti naturali dei luoghi di svernamento africani, soprattutto per la regimentazione delle risorse idriche, nonché per l’espansione del deserto del Sahara che ne rende sempre più difficoltoso il suo attraversamento. Grazie alle norme di tutela questa specie in Italia è stabile e viste le cautele adottate, come la sospensione dei lavori di manutenzione in programma e la parziale chiusura del percorso visitatori, rimane la speranza che il falco di palude possa nidificare presso l’Oasi di Gaggio.

Categorie
Oasi e riserve Riserva Ca' Roman

Progetto Montiron

L’associazione LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli, manifesta molta preoccupazione per l’impatto ambientale inerente il progetto di terminal a Montiron per il collegamento veloce di Burano alla Terraferma.  Il terminal andrebbe a distruggere una porzione rilevante di habitat di specie di interesse comunitario, qui annoveriamo l’Albanella minore ed il Falco di Palude.  L’area del Montiron e parte del territorio circostante ospitano almeno due coppie di Falco di palude ed è l’ultima area di presenza dell’Albanella minore in provincia di Venezia. Il canale di collegamento che verrebbe utilizzato è un canale naturale a meandri tra le barene e le velme. Un contesto ambientale unico, anche per l’effetto delle acque dolci si versano in laguna dal fiume Dese. L’aumento del traffico acqueo lungo questo canale e il passaggio di scafi della stazza di quelli impiegati per il trasporto di merci e persone determinerebbe la demolizione del complesso barenale e delle velme circostanti il canale. Non è solo un problema di onde superficiali, ma soprattutto delle onde di dislocamento che qualsiasi scafo, anche i presunti natanti ad Onda Zero, generano transitando lungo un canale. La sospensione del sedimento determinerebbe l’interramento del canale l’innesco del ciclo periodico di scavo del canale ed erosione delle strutture adiacenti. Gravi le ripercussioni sia sull’habitat e sulle specie ittiche, sia sull’avifauna che si riproduce, sosta e si alimenta in questi ambienti. Un’ennesima, irreversibile, compromissione ambientale di una Laguna già semidistrutta dal dissesto idraulico e da un moto ondoso sempre più diffuso, aggressivo ed incontrollato. Intervento, inoltre, che sembra funzionale a facilitare ulteriormente un turismo mordi e fuggi e ad avvantaggiare i residenti di terraferma rispetto alle possibilità lavorative offerte da Burano oggi in mano ai residenti nell’isola. 

Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Presenza del Marangone nell’Oasi di Gaggio

In questi giorni stanno confluendo i dati dei censimenti della fauna ornitica presso l’Oasi di Gaggio, sito ZCS Zona di Protezione di Conservazione Speciale per Fauna e Flora. La presenza del Marangone (Phalacrocorax carbo) viene documentata in 19 esemplari, un numero sostenibile per il sito naturalistico, la peculiarità di questa specie rimane che la sua base alimentare è costituita prevalentemente da pesce. Per il suddetto motivo il Marangone rimane inviso dai pescatori e dagli allevatori vallivi di pesce che lo vedono come un terribile antagonista. Abilissimo pescatore nuota sotto il pelo dell’acqua ed una volta individuata la preda la cattura per la testa e la porta fuori dall’acqua per cibarsene. Successivamente usa mettersi con le ali aperte ad asciugare, con la caratteristica posa. Con la stagione invernale il Marangone abbandona le coste e tende a concentrarsi negli specchi d’acqua dell’entroterra e nei canali del centro della città di Venezia nei canali cittadini, grazie alla presenza della nutrita fauna ittica, soprattutto cefali, nonché incentivati dalle temperature più miti e riparati dal vento. La gran parte degli esemplari presenti in Val Padana come svernanti provengono dalla Danimarca, Olanda, Germania. Il Marangone abile pescatore, rimane l’unico uccello in grado di predare abitualmente il Pesce gatto, vero  e proprio flagello per la fauna ittica d’acqua dolce: pesce importato dagli Stati Uniti per fini ornamentali e per la pesca sportiva ha letteralmente colonizzato ogni specchio d’acqua dolce della Pianura Padana. Pesce voracissimo e resistente anche in acque inquinate e povere d’ossigeno, ha messo in difficoltà portandone alla rarefazione specie come la Tinca, il Luccio, il Cobite comune, il Ghiozzo, la Lampreda di fiume ed altri. Il Pesce gatto grazie ai sui potenti aculei situati nelle pinne dorsali e pettorali si rende inattaccabile da altri pesci. Il veleno trasmesso dagli aculei è innocuo per l’uomo anche se la puntura è molto dolorosa. Il Marangone si ciba del Pesce gatto con estrema facilità, sviluppando una specifica tecnica di pesca. Catturato il pesce se di piccole dimensioni, l’uccello lo lancia in aria, il Pesce gatto avendo la testa che pesa circa 1/3 del corpo, per via la forza di gravità si capovolge con la testa verso il basso permettendo al Marangone di aspettarlo a becco aperto ed inghiottirlo facendolo scivolare direttamente nello stomaco. Nella caduta, gli aculei si riflettono all’indietro facendo scivolare il corpo del pesce nell’esofago senza che questi si conficchino nelle pareti. Il Cormorano, grande pescatore, rimane un uccello molto utile per contenere le specie ittiche alloctone che stanno impoverendo i nostri corsi e specchi d’acqua dolce. Fra le specie introdotte nei nostri habitat, oltre il Pesce gatto, si annovera il Persico sole, il Persico trota, il Lucioperca, la Gambusia, il Siluro, ecc.

Nella foto un Marangone preda un Pesce gatto di notevoli dimensioni.

Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Oasi di Gaggio, un Airone guardabuoi abbattuto

Presso l’Oasi di Gaggio in Marcon VE nella tarda  mattinata di domenica 24 gennaio i volontari impegnati nell’ attività di accoglimento visitatori, accertavano la presenza nel sentiero più vicino ai confini dell’Oasi, di un esemplare di Airone guardabuoi, abbattuto con un colpo di fucile. L’animale presentava un foro ben visibile  su un ala riconducibile ad un pallino da caccia, ferita non mortale ma probabilmente l’esemplare è deceduto, una volta colpito con l’impatto sul suolo del camminamento. Per la tutta la mattina del 24 gennaio, come ogni domenica, l’attività venatoria all’esterno del sito naturalistico rimane  particolarmente intensa. L’Oasi vero  proprio punto di rifugio per la fauna selvatica soprattutto uccelli nella stagione venatoria,  quando viene  aperta al pubblico qualche uccello, spaventato dalla presenza di visitatori,  si allontana uscendo dall’Oasi, che pur essendo di 36 ettari, rimane una piccola superficie per gli esemplari selvatici: in questa circostanza  spesso gli esemplari vengono abbattuti. Nel caso in esame, questa specie protetta dalla vigente normativa è facilmente riconoscibile dalla sagoma e dalla livrea, l’autore di tale uccisione potrebbe ricondursi ad un bracconiere oppure, altra ipotesi, l’Airone guardabuoi è stato colpito poichè si trovava nella linea di tiro di un seconda specie, cacciabile. Informato il nucleo guardie venatorie della Sezione LIPU di Venezia, queste si portavano sul posto senza per rintracciare l’autore. L’Airone guardabuoi specie svernante e nidificante all’Oasi di Gaggio è stato appena censito nel numero di 80 esemplari.

Categorie
Cave di Gaggio Nord Oasi e riserve

Orari Oasi Gaggio

L’Oasi Cave di Gaggio Nord è aperta tutte le domeniche e i festivi, (tranne Natale, S. Stefano e Capodanno):

Dalle 8 alle 18 in estate

Dalle 8 alle 17 in inverno