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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Treviso: Segnalazione abbattimento siepe

Alla Regione Veneto 
Area Tutela e Sicurezza del Territorio 
Direzione Valutazioni Ambientali, Supporto Giuridico e Contenzioso 
U.O. VAS, VINCA, Capitale Naturale e NUVV 
valutazioniambientalisupportoamministrativo@pec.regione.veneto.it 

Alla Regione Veneto 
Area Marketing Territoriale, Cultura, Turismo, Agricoltura e Sport 
Direzione Turismo 
U.O. Strategia Regionale della Biodiversità e dei Parchi 
turismo@pec.regione.veneto.it 

e p.c. 

Alla Provincia di Treviso 
Settore Ambiente e Pianificazione Territoriale, Relazioni Internazionali 
protocollo.provincia.treviso@pecveneto.it 

Al Comune di Carbonera 
Ufficio Ecologia, ambiente, igiene pubblica 
comune.carbonera.tv@pecveneto.it 

Al Consorzio di bonifica Piave 
consorziopiave@pec.it 

Treviso, 26/01/2024 

Prot. Lipu n. 33/2024 

Oggetto: Lipu Treviso OdV, WWF Terre del Piave TV-BL, Circolo Legambiente Piavenire APS, Legambiente Treviso APS – Rio Boeto, Carbonera (TV). Taglio di siepe riparia e lavori di spianamento delle sponde. Richiesta verifica di conformità all’autorizzazione VINCA rilasciata sul Piano di Lottizzazione “AI FIUMI”, nel Comune di Carbonera (TV)

Spett.li Enti in indirizzo, 

a seguito di puntuale segnalazione da parte di un richiedente che indirizzava l’istanza di una verifica alla sezione Lipu di Treviso, in data 17.12.2024 si accertava che la siepe riparia, composta da essenze arboree, arbustive ed erbacee lungo la sponda compresa tra il corso del fiume Melma, il suo emissario Rio Boeto e la nuova lottizzazione denominata PUA “ai Fiumi” di vicolo Gino De Biasi, era stata in gran parte abbattuta ed asportata, lasciando una fascia di terreno nudo e dilavato come si evince dalle fotografie sotto riportate. 

Figura 1 – I lavori di abbattimento della siepe riparia e spianamento della sponda sulla riva sinistra del Rio Boeto. Sulla sinistra è visibile la rete di cantiere della lottizzazione 

Figura 2 – La sponda dilavata del Rio Boeto e il cantiere sulla destra 

Figura 3 – Ceppo di probabile pioppo nero (Populus nigra) 

Figura 4 – Il tratto di sponda del fiume Melma interessato dai lavori di abbattimento e spianamento. Sulla sponda opposta si nota la continuità della vegetazione integra, non toccata dai lavori. Sullo sfondo si vede la rete del cantiere della lottizzazione

Figura 5 – Il tratto della sponda del fiume Melma interessata dai lavori di asportazione della siepe riparia e spianamento 

Quanto sopra riportato sembra essere in contrasto con quanto prescritto dalla Relazione Istruttoria Tecnica 240/2021 per la Valutazione di incidenza (in allegato) redatta dalla Regione del Veneto – Direzione valutazione ambientale, supporto giuridico e contezioso – Unità Organizzativa VAS, VINCA, Capitale naturale e NUVV e richiamata nel parere motivato n. 283 del 12 novembre 2021 rilasciato nell’ambito della Verifica di assoggettabilità a VAS per il Piano di Lottizzazione “AI FIUMI” nel Comune di Carbonera (TV). L’ambito del suddetto Piano risulta esterno ma contermine alla ZSC IT3240031 “Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio. 

In particolare, si evidenziano i seguenti punti della Relazione Istruttoria: << […] si propone all’Autorità competente di prendere atto […] e di prescrivere: 

1. di non coinvolgere superfici riferibili ad habitat di interesse comunitario e di mantenere invariata l’idoneità degli ambienti ricadenti nel relativo ambito di influenza rispetto alle specie di interesse comunitario segnalate ovvero di garantire la disponibilità, per tali specie, di superfici di equivalente idoneità ricadenti anche parzialmente nell’ambito di influenza del Piano in argomento; 

2. di orientare gli interventi di “potenziamento” del verde alberato e di riqualificazione ambientale nelle aree contermini al fiume Melma o al Rio Boeto al recupero del geosigmeto igrofilo della vegetazione ripariale (Salicion albae, Populion albae, Alno-Ulmion) e che, dei predetti interventi, entro una fascia di 5 metri lungo il fiume Melma è amessa la sola riqualificazione della componente erbacea; 

3. […] 

4. […] 

5. di garantire la permeabilità al passaggio delle specie di interesse comunitario ivi presenti, evitando nella fase attuativa qualsiasi opera viaria in grado di generare barriera infrastrutturale […] 

6. di consentire l’attuazione degli interventi derivanti dal Piano in argomento previo affiancamento della Direzione Lavori da personale qualificato con esperienza specifica e documentabile in campo biologico, naturalistico, ambientale per la verifica e la documentazione della corretta attuazione del Piano in argomento, ivi comprese le precauzioni e le indicazioni prescrittive, e laddove necessario per adottare ogni ulteriore misura a tutela degli elementi di interesse conservazionistico eventualmente interessati (comprensiva della sospensione delle lavorazioni). La Direzione Lavori documenti il rispetto dele indicazioni prescrittive mediante specifica reportistica e, qualora non provveda alla suddetta reportistica o la stessa dia evidenza di possibili incidenze nei confronti degli elementi oggetto di tutela, si provveda all’attuazione del monitoraggio delle specie e dei fattori di pressione e minaccia di cui alla presente istanza secondo le indicazioni riportate al par. 2.1.3 dell’Allegato A ala D.G.R. n. 1400/2017. Siano attuate idonee misure in materia di limitazione della torbidità e le eventuali misure atte a non pregiudicare la qualità del corpo idrico per la realizzazione delle opere in argomento; 

7. di verificare e documentare, per il tramite del comune di Carbonera, il rispetto delle suddette prescrizioni e di darne adeguata informazione all’Autorità regionale per la valutazione di incidenza […] >>. 

In merito preme evidenziare che i tratti dei due fiumi considerati si collocano al limite tra area di campagna e area residenziale. Le sponde presentano alberature e vegetazione che ne caratterizzano la natura peculiare di ambiente di risorgiva. Ritroviamo, infatti, essenze arboree e arbustive di ambiente igrofilo quali 

salice bianco (Salix alba), salice rosso (Salix purpurea), pioppo bianco (Populus alba), pioppo nero (Populus nigra), ontano nero (Alnus glutinosa), olmo (Ulmus minor), sambuco (Sambucus). Ritroviamo altresì vegetazione erbacea tipica del cariceto (gen. Carex) e del fragmiteto (gen. Phragmites). In alveo sono presenti comunità vegetali tipiche di acque correnti (ambiente lotico) e rappresentate dal ranuncolo fluitante (Ranunculus fluitans) e dal crescione (Nasturtium officinale)

Si noti nelle immagini che seguono l’integrità della siepe riparia e la continuità data dalla vegetazione igrofila arborea e arbustiva sulla sponda opposta a quella interessata dai lavori de quo. La siepe integra, composta da salici, ontani e pioppi, tipica dell’ambiente ripariale igrofilo, garantisce il continuum indispensabile a formare il corridoio ecologico per il riparo e gli spostamenti della fauna (rettili, anfibi, uccelli e mammiferi) di questi habitat. 

Figura 6 – La siepe riparia della sponda opposta a quella interessata dai lavori 

Figura 7 – La siepe integra, composta da salici, ontani e pioppi, tipica dell’ambiente ripariale igrofilo 

In questo habitat, formato da fiumi di risorgiva e vegetazione riparia, trovano riparo diverse specie di rettili e anfibi, tutelate da direttiva europea (Direttiva “Habitat” 43/92/CEE), quali rospo comune (Bufo bufo), rospo smeraldino (Bufotes viridis), tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris), natrice dal collare (Natrix natrix), natrice tassellata (Natrix essellata), biacco (Hierophis viridiflavus), nonché diversi uccelli e mammiferi, che utilizzano il continuum di questi corridoi ecologici per i loro spostamenti, come riparo e come sito di riproduzione. 

Si consideri, infine, che anche alcuni habitat di interesse comunitario (acquatici) possono assolvere il ruolo di habitat di specie per svariati taxa afferenti alla fauna ittica e ad invertebrati alla base della catena alimentare dei corsi d’acqua di risorgiva, di rogge, bassure, prati umidi ed alluvionali. 

I lavori di taglio e asportazione della siepe riparia e spianamento della riva sono causa di perturbazione dell’habitat e delle specie sopra elencate. 

Tutto ciò premesso, Lipu Treviso OdV, OdV WWF Terre del Piave TV-BL, Circolo Legambiente Piavenire APS e Legambiente Treviso, in quanto sezioni territoriali di associazioni ambientaliste riconosciute a livello ministeriale, consapevoli del ruolo e delle singole deleghe degli Enti in indirizzo per quanto attiene la conservazione del patrimonio naturalistico del sito in parola, in particolare nelle aree ricomprese in Rete 

Natura 2000 e in quelle esterne, ma che contribuiscono a mantenere le connessioni ecologiche con i siti di Rete Natura 2000 circostanti, 

CHIEDONO 

di conoscere l’iter amministrativo di rilascio delle autorizzazioni per i lavori di abbattimento e asportazione della siepe riparia e spianamento della riva dei tratti e delle superfici interessati, con i relativi lassi temporali e relativi cronoprogrammi per l’esecuzione dei lavori, nonché un accertamento sulla conformità e rispondenza tra questi e quanto prescritto dalla Relazione Istruttoria Tecnica 240/2021 per la Valutazione di incidenza, come sopra riportata. Chiedono, inoltre, documentazione relativa al progetto di ripristino e rinaturalizzazione dei luoghi, in vista della prossima stagione riproduttiva delle specie di allegato elencate nel testo. 

Cordialmente 

Il delegato di Lipu di Treviso OdV 
Dr. Enrico Pavan 
treviso@lipu.it 

Il presidente di OdV WWF Terre del Piave TV-BL 
Loris Donazzon 
wwf.villorba@gmail.com 

Il presidente di Circolo Legambiente Piavenire APS 
Fausto Pozzobon 
legambientepiavenire@gmail.com 

Il referente di Legambiente Treviso APS 
Dr. Fabio Tullio 
legambiente.treviso@gmail.com 

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Pubblica amministrazione

Progetto Casse di Colmata nella Laguna di Venezia, validità Vinca: Comunicazione alle autorità

Spett.li

Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Direzione generale patrimonio naturalistico e mare (PNM)
PNM@Pec.Mite.Gov.it

Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Direzione Generale Valutazioni Ambientali (VA)
VA@pec.mite.gov.it

Regione Veneto
Area Tutela e Sicurezza del Territorio
Direzione Valutazioni Ambientali, Supporto Giuridico e Contenzioso
Unità organizzativa VAS, VINCA e NUVV
valutazioniambientalisupportoamministrativo@pec.regione.veneto.it

e.p.c.

Provveditorato Interregionale per le OO.PP. per il Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia
Ufficio 4 – Tecnico per la Salvaguardia di Venezia – Opere Marittime per il Veneto
oopp.triveneto-uff4@pec.mit.gov.it

Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Settentrionale Porti di Venezia e Chioggia
autoritaportuale.venezia@legalmail.it

Venezia, li 1 luglio 2024

Prot. nr. 249

Oggetto: Laguna di Venezia, interventi di protezione dall’erosione marina delle Casse di Colmata A, B, D-E, lato laguna viva – Validità del parere di Valutazione di incidenza di cui alla D.D.R. n. 30 del 7 novembre 2017 della Regione Veneto

In data 3 marzo 2020 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Provveditorato interregionale per le OO.PP. del Veneto – Trentino-Alto Adige – Friuli-Venezia Giulia presentava istanza di verifica di assoggettabilità a VIA (ID 5156) al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, MASE) relativamente al progetto di fattibilità tecnico economica denominato “Interventi per la protezione e la conservazione dei fondali del canale Malamocco-Marghera – Opere di protezione delle Casse di Colmata” (di seguito “progetto A”), da attuarsi lungo il bordo delle casse di Colmata A, B e D-E, nell’ambito dell’Accordo di Programma tra il Provveditorato e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (AdSPMAS) per l’escavo manutentorio dei canali portuali di grande navigazione e il refluimento dei sedimenti dragati all’interno della Laguna di Venezia. Come si legge nella documentazione, il progetto presentato è riferibile alla tipologia di cui al punto 2, lettera h) dell’allegato II-bis alla Parte Seconda del D.lgs. n. 152/2006 in quanto consiste nella modifica ad un progetto ricadente al punto 11 dell’Allegato II (“Porti marittimi commerciali, nonché vie navigabili e porti per la navigazione interna accessibili a navi di stazza superiore a 1350 tonnellate…”). 

Inoltre, l’intervento, in quanto localizzato all’interno dei siti Natura 2000 ZSC IT3250030 “Laguna medio-inferiore di Venezia” e ZPS IT3250046 “Laguna di Venezia”, è sottoposto a Valutazione di incidenza (VIncA) ex art. 5 del DPR 357/1997. Nell’ambito della procedura viene acquisita la Valutazione di incidenza, già condotta presso la Regione Veneto, conclusasi con esito favorevole con prescrizioni e raccomandazioni di cui alla D.D.R. n. 30 del 7 novembre 2017. 

Con Decreto Direttoriale n. 68 del 5 marzo 2021, il MASE decretava l’assoggettamento alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto, preso atto del parere n. 171 del 15 febbraio 2021 della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA e VAS, che, “sulla base dell’istruttoria condotta, non ha escluso effetti sugli habitat e sulle specie tutelate ed ha accertato “che il progetto determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi e pertanto deve essere sottoposto a procedimento di VIA (…)” (Decreto n. 68/2021).

In data 23 novembre 2021 la Commissione per la Salvaguardia di Venezia ha espresso su questo progetto  parere favorevole a maggioranza.

Lo stesso, però, non veniva sottoposto a VIA.

Tuttavia, in data 12 dicembre 2022, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (AdSPMAS) avviava ad esecuzione, mediante bando di gara, un progetto, sostanzialmente identico al precedente, ma con una diversa denominazione: “Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la conservazione nelle aree di bordo del canale Malamocco-Marghera tratto curva S. Leonardo e Fusina – interventi di protezione dall’erosione marina delle Casse di Colmata A, B, D-E, lato laguna viva” (di seguito “progetto B”).

Nella nota n. 3462 del 17.02.2023 fornita dall’AdSPMAS in riscontro al MASE e richiamata nella nota prot. n. 80409 del 18.05.2023l’Ente dichiara di aver avviato “l’esecuzione mediante procedura di gara ora in fase di aggiudicazione di un nuovo e diverso progetto rispetto a quello assoggettato a VIA (…), avendo valutato che detto progetto non ricade nei casi di cui all’allegato II-bis alla Parte Seconda del D.Lgs.152/2006”. 

Nella nota, il MASE riferisce che l’AdSPMAS, in relazione alle suddette affermazioni, ha evidenziato, tra le altre cose, che:

  • gli interventi proposti – consistenti in opere di protezione delle Casse di Colmata – non possono certamente essere considerati una modifica ad una infrastruttura portuale esistente, riguardando piuttosto interventi di ripristino ambientale delle Casse di Colmata, finalizzati alla reintegrazione, al consolidamento, alla protezione e conservazione dei bordi stessi, attualmente interessati da gravi fenomeni erosivi, per il ripristino morfologico della superficie originale delle Casse di Colmata;
  • l’intervento di cui trattasi (opere di protezione della Casse di Colmata) non riguarda il canale di grande navigazione Malamocco-Marghera, sul quale ha solamente effetti indiretti;
  • la finalità del progetto non è quella di modificare il canale navigabile, quanto piuttosto quello di porre rimedio ad un fenomeno erosivo dei bordi delle Casse di Colmata particolarmente grave, da cui derivano conseguenze negative per la tutela ambientale (perdita di sedimenti, depauperamento costante degli habitat), per la sicurezza della navigazione nonché per l’operatività portuale (il canale Malamocco-Marghera è l’unica via di accesso al porto commerciale-industriale);
  • la natura dell’intervento proposto è indubbiamente di carattere “ambientale”, essendo l’opera finalizzata al consolidamento ed al ripristino morfologico delle Casse di Colmata.

L’AdSPMAS sostiene dunque che si tratta di un nuovo e diverso progetto rispetto a quello assoggettato a VIA, ma:

  • è evidente la sostanziale corrispondenza dei due progetti, deducibile da un confronto delle planimetrie degli interventi;
  • il progetto B non viene sottoposto a Valutazione di incidenza perché il proponente usa la medesima Valutazione di incidenza rilasciata sul progetto A. 

Nello specifico, riguardo alla Valutazione di incidenza, il proponente fa infatti ricorso a quanto disposto dall’Allegato A alla DGR 1400/2017 della Regione Veneto, che al paragrafo 2.2. prevede un elenco di piani/progetti/interventi esclusi dalla VincA, e per i quali è sufficiente redigere un’autodichiarazione secondo il modello di cui all’Allegato E, nella quale indicare l’ipotesi di esclusione.

Nella fattispecie, nella Dichiarazione di non necessità di Valutazione di Incidenza di cui all’Allegato E che accompagna il progetto definitivo, si dichiara che per l’intervento non è necessaria la Valutazione di incidenza in quanto riconducibile all’ipotesi di cui al punto 2 del par. 2.2 “modifiche non sostanziali a progetti e interventi già sottoposti con esito favorevole alla procedura di valutazione di incidenza”, nello specifico “in quanto progetto già approvato con D.D.R. n.30 del 07 novembre 2017 ad oggetto ‘Valutazione di Incidenza riguardante gli interventi per la protezione e la conservazione dei fondali del Canale Malamocco-Marghera da realizzarsi nelle relative aree di bordo, in Comune di Venezia (VE). Progetto definitivo. Esito favorevole con prescrizioni e raccomandazioni’”.

Dunque, se le modifiche al progetto non sono sostanziali, ne deriva che il progetto A e il progetto B si riferiscono di fatto allo stesso intervento.

Se infatti, come rappresentato dall’Autorità Portuale, il progetto B non riguarda una modifica ad una infrastruttura portuale esistente, ma un diverso progetto di “carattere ambientale” e di “ripristino morfologico”, ne consegue che lo stesso necessiti di una specifica Valutazione di incidenza.

Se, al contrario, come appare evidente, si tratta dello stesso intervento con una diversa denominazione, allora dovrebbe/doveva essere assoggettato alla Valutazione di Impatto Ambientale, così come disposto dal MASE con Decreto n. 68 del 5 marzo 2021.

Oltre ciò, è necessario ricordare che nelle Linee guida nazionali per la Valutazione di incidenza (VIncA) (GU Serie generale n. 303 del 28.12.2019) è stabilito che: “La validità temporale del parere di Valutazione di Incidenza è 5 anni, termine oltre il quale l’autorizzazione è da considerarsi nulla (…). Oltre i 5 anni è necessario espletare nuovamente l’istruttoria di Valutazione di Incidenza, in considerazione delle eventuali modifiche dello stato di conservazione, degli obiettivi e delle misure di conservazione determinati per gli habitat e specie di interesse comunitario presenti nel sito Natura 2000”.

Dunque, il parere di VIncA di cui alla D.D.R. n. 30 del 7 novembre 2017, relativo al progetto A ma fatto valere per il progetto B, risulta in ogni caso nullo, in quanto ad oggi, a distanza di oltre 6 anni dal parere, il progetto in esame non risulta ancora realizzato. Infatti, un sopralluogo effettuato il 5 maggio 2024 dalla sezione di Italia Nostra Venezia, ha constatato che, ad eccezione di un cumulo di pali di legno depositati sul bordo delle Casse di Colmata e della apposizione di alcuni cartelli, non vi è traccia di opere intraprese.

Se è vero che la DGR 1400/2017 prevede una diversa validità del parere di VIncA, è necessario altresì ricordare che la Regione Veneto non ha ancora recepito le Linee guida nazionali, che, come si legge in Premessa, sono state predisposte “per ottemperare agli impegni assunti dall’Italia nell’ambito del contenzioso comunitario avviato in data 10 luglio 2014 con l’EU Pilot 6730/14, in merito alla necessità di produrre un atto di indirizzo per la corretta attuazione dell’art. 6, commi 2, 3, e 4, della Direttiva 92/43/CEE Habitat”.

Oltre ciò, si osserva quanto segue:

  • mentre il progetto A prevedeva la realizzazione contemporanea degli interventi, ancorché suddivisi in 3 fasi (fase 1: Casse di Colmata A e B; fase 2: Cassa di Colmata D-E; fase 3: Completamento Cassa di Colmata D-E), il progetto B verrà realizzato in due momenti distinti, 1. il marginamento vero e proprio e 2. il successivo riempimento a tergo, dove il secondo è demandato a successivi interventi non ancora programmati. Infatti, nella Relazione tecnica allegata alla Dichiarazione di non necessità della Valutazione di Incidenza si legge che “All’interno del preventivo di spesa (…) è stata prevista la sola realizzazione delle opere di bordo, demandando il completamento con i materiali di refluimento (in uno con il relativo ricoprimento quando necessario)successivi interventi, che verranno in seguito attivati dall’Autorità di Sistema Portuale o dal Provveditorato”. 

Ne segue che in relazione agli effetti negativi che possono determinarsi sugli habitat e sulle specie, lo Studio di incidenza, e quindi il parere di VIncA, risultano inadeguati non tenendo conto del diverso cronoprogramma

  • contrariamente a quanto dichiarato dall’AdSP nella nota n. 3462 del 17.02.2023, gli interventi sulle Casse di Colmata riguardano il canale Malamocco-Marghera. Ciò viene affermato nello Studio preliminare ambientale, allegato alla citata procedura di assoggettamento a VIA (progetto A), dove si legge che il progetto “riveste importanza fondamentale per la funzionalità del canale navigabile, consentendo non solo l’eliminazione di una delle cause dell’interramento del canale, ossia la continua erosione del bordo delle Casse di Colmata, ma anche la predisposizione di una considerevole area di deposito per i sedimenti che devono periodicamente essere dragati dal canale stesso per la relativa conservazione”. Anche nella Relazione Progetto di fattibilità si evidenzia come “nel giro di circa trent’anni (1971÷2002), la linea di sponda [della Cassa di Colmata B] sia arretrata di circa 100m e il materiale eroso ha interrato il canale Malamocco-Marghera, che deve essere oggetto di dragaggi manutentivi per garantire la quota di -12.00 m s.m.m. previsto nel Piano Regolatore Portuale”. Nel progetto B la questione viene posta in altri termini e si afferma che “la mancata protezione del bordo della Casse di Colmata non solo [arreca] danni alla navigazione (perché il materiale eroso si deposita nell’adiacente canale navigabile), ma anche e soprattutto perché continua l’erosione e la perdita di un’area ambientale vincolata”. 

Premesso dunque il fatto che tali affermazioni confermano la stretta relazione tra l’intervento sulle Casse di Colmata e il canale navigabile, sia ai fini della funzionalità del canale, sia in quanto area di deposito periodico dei sedimenti dragati dallo stesso, preme anche evidenziare che non risultano considerati gli impatti cumulativi del progetto con il dragaggio del canale, criticità riscontrata anche nel parere della CTVIA: “Non vengono considerati gli effetti cumulativi tra la opera proposta e le attività di dragaggio per il mantenimento del canali di navigazione”.

Quanto sopra si segnala affinché sia attivata un’istruttoria in applicazione dell’art. 29, c. 2, del Testo Unico Ambientale e dell’art. 5 del DPR 357/1997 tenuto conto delle Linee guida per la Valutazione di incidenza e delle competenze per i debiti controlli degli enti interessati.

In attesa di un Vostro riscontro,

si porgono distinti saluti.

Il delegato Lipu Sezione di Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio

                                                                                            Il presidente WWF Venezia, Ambiente e Territorio
Dr. Roberto Sinibaldi

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Piste ciclabili senza alberi

                                                                                                                                                                                                                                                 Venezia, lì 5 gennaio 2024

Spett.le Ufficio Nuove Infrastrutture
e Sottoservizi Terraferma del Comune di Venezia

Oggetto: LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli Sezione di Venezia,  segnalazione di mancata messa a dimora di alberature nell’assetto urbano con pista ciclabile in Mestre – Venezia – Via Ca’ Marcello, criticità.

Spett.le Ufficio,

è giunta a questa Associazione, da parte di un iscritto, la segnalazione, corredata da materiale fotografico, circa delle criticità per la mancanza di alberi nella costruenda pista ciclabile in Mestre – Venezia, Via Ca’ Marcello. Per il tratto interessato, la progettazione non prevede alberature od isole a verde, a tale fine si rileva che la mancanza di alberature sopra descritte, rappresentano dei fattori di rischio ambientale in quanto l’insufficienza di adeguato impianto a verde, sia nelle piste ciclabili che nei marciapiedi nonché parcheggi, alimenta nel periodo estivo la riflettenza solare creando vere e proprie bolle di calore con sbalzi termici fino a 15 gradi, che sovrapponendosi ed amplificandosi in maniera contermine possono alimentare squilibri climatici anche localizzati. Le soluzioni di omettere spazi verdi, anche a filare, oltre a portare dei danneggiamenti in termini economici, quali il disvalore delle aree interessate, ad un maggiore consumo di energia elettrica per il funzionamento dei condizionatori d’aria, sono in contrasto con le indicazioni fornite dal WHO Word Health Organization, (Agenzia Speciale dell’ONU). Viene riportato nel documento interamente reperibile nel sito del WHO (…) lo stile di vita urbano moderno è associato a stress cronico, attività fisica insufficiente, ed esposizione a rischi ambientali antropici. Gli spazi verdi urbani come parchi, parchi giochi, e vegetazione residenziale, possono promuovere la salute mentale fisica e ridurre la malattia e la mortalità dei residenti urbani offrendo rilassamento psicologico e alleviamento dello stress, stimolando la coesione sociale, sostenendo l’attività fisica e riducendo l’esposizione agli inquinanti, rumore e calore eccessivo. Le nuove scoperte mostrano che gli interventi per aumentare o migliorare lo spazio verde urbano possono fornire risultati positivi in termini di salute, sociali e ambientali per tutti i gruppi di popolazione, in particolare tra i gruppi di status socio economico inferiore (..). 

Innumerevoli poi sono i benefici delle alberature in Città solo per citarne alcune dal Documento Verde Urbano redatto dalla LIPU sede Nazionale nel 2016

 (…) Valutazioni economiche

Oltre alla quantificazione dei servizi ecosistemici in termini di benefici svolti dal verde urbano, dagli anni ’90 del secolo scorso si sono affermate anche le valutazioni di tipo economico e monetario, che si sono sviluppate soprattutto negli Stati Uniti (McPherson et al., 1997) per poi approdare anche in Europa (Soares et al., 2011).

Oggi esistono software in grado di determinare il valore economico ed ambientale dei benefici apportati dagli alberi e dalla foresta urbana, nonché i modelli dell’impatto economico derivante dai diversi scenari di gestione, di cui un esempio è il CITYgreen© 5.0 prodotto nel 1996 da American Forests, che lavora in ambiente GIS. Un altro approccio è il modello UFORE (Urban FORest Effects) uno strumento di calcolo sviluppato alla fine degli anni 1990 dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, sempre per descrivere la struttura del verde urbano e stimare gli effetti della vegetazione sull’ambiente (Siena e Buffoni, 2007). Oggi UFORE è stato ulteriormente sviluppato nel software i-Tree per analizzare la foresta urbana e valutarne i benefici.

Citando qualche esempio applicativo, gli alberi e le foreste urbane negli Stati Uniti rimuovono 17,4 milioni di tonnellate di inquinanti atmosferici, prendendo il 2010 come anno di riferimento (range: 9,0-23,2 milioni di tonnellate). Gli effetti positivi sulla salute umana vengono valutati in 6,8 miliardi di dollari (range: 1,5-13,0 miliardi $). Le conseguenze positive sulla salute pubblica includono la prevenzione di oltre 850 morti, di 670.000 casi di sintomi respiratori acuti, di 430.000 attacchi di asma, ma anche di 200.000 giorni di scuola persi (Nowak et al., 2014). A Chicago negli Stati Uniti gli alberi rimuovono gli inquinanti atmosferici, contribuendo a ripulire l’aria per un valore stimato in 9,2 milioni $/anno. Se la copertura arborea venisse incrementata del 10%, oppure se venissero piantati tre alberi per ogni edificio, si risparmierebbero da 50 a 90 $ per unità abitativa di costi energetici per il riscaldamento e la refrigerazione. Questo poiché gli alberi forniscono ombra, riducono la velocità del vento e inducono un abbassamento delle temperature estive. Considerando un lasso di tempo di 30 anni, il valore attuale netto dei servizi forniti dagli alberi è stimato in 402 $ a pianta e corrisponde a quasi tre volte i costi di manutenzione (McPherson et al., 1997). In California i 929.823 alberi lungo le strade rimuovono annualmente 567.748 t di COequivalente a contrastare le emissioni di 120.000 auto, per un valore corrispondente a 2,49 miliardi di $. Il valore annuo di tutti i servizi ecosistemici è di 1,0 miliardi di $, pari a 110,63 $ per albero. Se si considera una spesa gestionale di 19,00 $ albero/anno, per ogni dollaro investito si ricavano benefici per 5,82 $ (McPherson et al., 2016).

A Lisbona è stato applicato il programma i-Tree Stratum per quantificare la struttura e le funzioni degli alberi ed il valore dei servizi forniti. Sono stati censiti 41.247 alberi che insieme producono servizi valutati in 8,4 milioni di $/anno. I costi di manutenzione ammontano a 1,9 milioni di $/anno, quindi per ciascun dollaro investito i residenti ricevono 4,48 $ di vantaggi. Il valore del risparmio energetico (6,16 $/albero), la riduzione della CO2 (0,33 $/albero), la riduzione dell’inquinamento atmosferico (5,40 $/albero) e l’incremento di valore della proprietà immobiliare (145 $/albero), portano ad un beneficio complessivo annuale di 204 $/albero, pari ad un beneficio netto di 159 $/albero (Soares et al., 2011).

A Roma (Attorre et al.,2005) stimano che i 704.720 alberi portano un vantaggio economico alla città, legato alla rimozione dell’inquinamento dall’aria, di € 1.674.942 l’anno (€ 2376/albero) e che gli alberi immagazzinano nella propria biomassa circa 320 mila tonnellate di carbonio, sequestrando circa 2000 tonnellate di carbonio l’anno.

Una valutazione preliminare dei servizi ecosistemici compromessi in conseguenza di una potatura drastica in aree verdi del lungomare è stata effettuata a Livorno, dove è stata calcolata una presenza di alberi compresa tra 2285 e 8185 esemplari. È stato ipotizzato che la potatura abbia asportato circa metà del volume di vegetazione che era presente, portando ad una perdita di servizi ecosistemici compresa in una forbice tra circa 160.000 a oltre 590.000 euro/anno. A questo sarebbero da aggiungere e quantificare le conseguenze negative al paesaggio, al valore immobiliare, la perdita di biodiversità e il danno in termini educativi, considerando che l’operato di un ente pubblico funge da esempio da seguire per la cittadinanza (Ascani et al., 2016).

Il valore di un albero può essere quantificato anche dal punto di vista economico (monetario), considerando il valore estetico e paesaggistico, quello emotivo e per il benessere dei cittadini, quello storico, sociale, ecologico, ed infine educativo. A Bologna è stato fatto un calcolo da Tugnoli (2010, 2012) riguardante alcuni degli esemplari più prestigiosi (Ippocastano, Cedro dell’Atlante, Bagolaro, Frassino, Platano, Leccio, ecc.) e le cifre  sono comprese da un minimo di 3.635 ad un massimo di 27.732 euro. Applicando il metodo C.A.V.A.T. (Capital Asset Value for Amenity Trees) ad alberi monumentali si raggiungono valori economici ornamentali fino a 806.539 euro.(..)

Alla luce di quanto espresso, si richiede di valutare, nel tratto in esame, un impianto di alberature in corso d’opera.

Cordialmente

Il delegato della LIPU di Venezia

Dr. Gianpaolo Pamio

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Guide e manuali Informazioni Pubblica amministrazione

Lettera alle amministrazioni comunali: edilizia conservativa per la tutela delle rondini e delle specie affini

Venezia, lì 19 ottobre 2023

Alla Città Metropolitana di Venezia, con preghiera di invio agli Illustrissimi Sindaci della Provincia di Treviso e della Città Metropolitana di Venezia
PEC: protocollo.cittametropolitana.ve@pecveneto.it

Oggetto: Lettera alle amministrazioni comunali. Adozione di criteri e strumenti di edilizia conservativa per la tutela delle rondini e specie affini. 

Spett.le Ufficio in indirizzo, con preghiera di trasmissione ai sindaci della Provincia di Venezia,

i delegati delle sezioni Lipu in calce firmatari registrano ogni primavera, e comunque nell’arco del periodo di nidificazione (da fine febbraio ad agosto), diversi episodi che vedono interventi di restauro, ristrutturazione e/o demolizione di edifici, sulle cui facciate e sui cui tetti sono presenti nidi di rondine (Hirundo rustica), balestruccio (Delichon urbicum),  rondine comune (Apus apus), passera d’Italia (Passer italiae) e altre specie che in tali siti costruiscono i loro nidi.

Le specie anzidette si trovano in uno stato di conservazione precario, con trend di popolazione negativo. Tra le varie cause di questo declino vi sono tutti quegli interventi edilizi che non tengono conto della conservazione delle specie.

Solo a titolo di esempio, si riportano casi di demolizione e ricostruzione di edifici con distruzione completa dei nidi in pieno periodo riproduttivo (a tale riguardo, si riportano qui alcuni articoli pubblicati dalla stampa locale: //www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/rondini_nido_distrutto_colonia_oipa_treviso-6732948.html?refresh_ce, https://www.trevisotoday.it/attualita/paese-demolizione-casa-rondoni-4-giugno-2022.htmlhttps://www.oggitreviso.it/casier-salvati-da-una-casa-demolizione-nidi-con-piccoli-di-balestruccio-au5197-310712); oppure ristrutturazione di vecchi edifici con costruzione di nuove pareti completamente lisce e prive di intonaco aggrappante, adatto all’innesto dei nidi; oppure ancora, restauro di vecchi edifici con chiusura delle originarie aperture sulle facciate e ancora, posa di tegole con aperture dallo spazio insufficiente per l’entrata/uscita e costruzione del nido per i passeri. 

Rondine, Hirundo rustica © Gianpaolo Pamio

E’ opportuno qui ricordare che i nidi degli uccelli sono tutelati da normativa vigente secondo quanto previsto dall’articolo 21, comma 1, lettera o), della Legge n. 157 del 11 febbraio 1992, nonché dall’articolo 635 del codice penale. E’ altresì indispensabile richiamare l’attenzione sulla Direttiva CE n. 43/1992, cosiddetta “Direttiva Habitat”, sulla Direttiva CE n. 147/2009, cosiddetta “Direttiva Uccelli”, e sulle Convenzioni internazionali (Convenzione di Bonn e Convenzione di Berna).

Al fine di evitare ulteriori insorgenze di potenziali conflitti tra le esigenze di conservazione della biodiversità – esigenze sempre più pressanti e inderogabili, data l’assodata, attuale e scientifica acquisizione dello stato di crisi della biodiversità su scala globale e locale – e gli interessi dei privati, si ritiene fondamentale che gli strumenti normativi e tecnici a disposizione della pubblica amministrazione (regolamenti edilizi, ordinanze, delibere, ecc.)  siano integrati con criteri e regole che prendano concretamente ed efficacemente in considerazione i tempi di nidificazione e le esigenze biologiche delle specie in questione. Le modalità ed i tempi di intervento, l’uso di intonaci rugosi, che creano idonee superfici aggrappanti, e di coppi con appropriate caratteristiche geometriche, l’applicazione di misure compensative quali i nidi artificiali sono solo alcuni metodi corretti che qui si suggeriscono.

Fondamentale, altresì, è l’integrazione di norme che prevedano la vigilanza e il rispetto degli stessi attraverso adeguato sistema sanzionatorio.

Si allega alla presente la “Delibera salvarondini e regolamenti comunali”, proposta da Lipu e già adottata da varie amministrazioni comunali in tutta Italia, come spunto per l’adozione degli strumenti suddetti.

Si evidenzia che il 27 ottobre p.v. si terrà a cura della Lipu – Agrofauna un seminario on – line ove si parlerà anche di questo.

Sicuri di un Vostro cortese riscontro, si resta a disposizione per ogni necessità.   

Distinti saluti.

Il delegato di Lipu Treviso
Dr. Enrico Pavan

Il delegato di Lipu Venezia OdV
Dr. Gianpaolo Pamio

Il delegato di Lipu Vittorio Veneto
Dr. Roberto Guglielmi

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Parco del Sile: Stagno interrato durante il periodo di riproduzione di rettili e anfibi

Venezia, li 27 giugno 2023

All’Ente Parco del Sile
segreteria.parcosile.tv@pecveneto.it

Alla Regione Veneto
Genio Civile competente per le aree di Venezia e Treviso
geniocivileve@pec.regione.veneto.it
geniociviletv@pec.regione.veneto.it

Al Gruppo Carabinieri Forestali di Treviso
Ftv43675@pec.carabinieri.it

Alla Regione Veneto
Ufficio Tutela del Territorio e Biodiversità
turismo@pec.regione.veneto.it

Al Comune di Roncade
roncade@comune.roncade.legalmail.it

Al Comune di Casale sul Sile
comune.casalesulsile.tv@pecveneto.it

Al Comune di Quarto d’Altino
comune.quartodaltino.ve@pecveneto.it

e, p.c.

Alla Prefettura di Treviso
protocollo.preftv@pec.interno.it

Alla Prefettura di Venezia
protocollo.prefve@pec.interno.it

Oggetto: Lipu Lega Italiana Protezione Uccelli ODV, Sezioni di Venezia e Treviso, Fiume Sile, segnalazione di interramento e chiusura di una roggia impiegata per irrigazione, in periodo di riproduzione fauna selvatica particolarmente tutelata.

Spett.li Enti in indirizzo,

a seguito di puntuale segnalazione da parte di un richiedente che indirizzava l’istanza di una verifica ad entrambe le sezioni della Lipu, quella di Treviso e quella di Venezia, si accertava che lungo l’asta del fiume Sile, area di parco regionale, nella giornata del 22 giugno u.s. ignoti, in prossimità dell’area agricola corrispondente al civico nr. (omissis) in Roncade, avevano provveduto al trasporto ed al contestuale scarico di un ingente  quantitativo di terra dentro una roggia perfettamente naturalizzata con piante del tipo Ninfea (Nymphaea alba), Nannufero (Nuphar lutea), Carici (Carex), Cannuccia di palude (Phragmites australis), e adibita all’irrigazione agricola.

Nella giornata successiva si contattava la locale stazione dei Carabinieri Forestali al fine di richiedere nell’immediatezza una verifica per non compromettere irrimediabilmente il sito in oggetto.

Nell’area indicata, personale della Lipu aveva censito in passato la presenza di esemplari di Natrice dal collare (Natrix natrix) e Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis), in questo periodo entrambe in piena fase riproduttiva, nonché specie particolarmente protette in quanto la Tartaruga palustre europea è inserita nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43 e nell’Allegato II della Convenzione di Berna del 19.09.1979, e risulta tra le specie in pericolo (EN) secondo l’IUCN. All’uopo si richiama un estratto della causa C -340/10 del 15 marzo 2012, Commissione Europea contro la Repubblica di Cipro, (…) L’articolo 12 paragrafo 1 della Direttiva Habitat 92/43, relativa alla conservazione degli Habitat  naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, come modificata dalla Direttiva 2006/105, impone agli Stati membri   l’adozione delle misure necessarie per istituire un regime di rigorosa  tutela delle specie animali cui all’allegato IV, punto a) della medesima Direttiva, che deve consentire di evitare effettivamente  qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata di esemplari di tali specie nell’ambiente naturale, la perturbazione deliberata di dette specie segnatamente durante il periodo di riproduzione, di allevamento, di ibernazione e di migrazione, al distruzione o la raccolta deliberata della uova nell’ambiente naturale nonché il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo di dette specie (…)

La Natrice dal collare risulta protetta in base alla sopra citata Convenzione di Berna del 19.09.1979 (Allegato III).

Preso atto dell’importanza del fiume Sile come corridoio ecologico su area vasta, come riportato negli strumenti di pianificazione territoriale vigenti. 

Considerata la rilevanza per la regione biogeografica continentale, confermata dall’istituzione dei siti Natura 2000 ZPS IT3240019 “Fiume Sile: Sile Morto e ansa a S. Michele Vecchio” e SIC IT3240031 “Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio”;

Vista l’importanza degli ambiti fluviali a valle dei suddetti siti, in particolare per alcune specie ornitiche, di rettili e di anfibi, legate alla vegetazione di ripa e all’integrità ecosistemica delle sponde ed il ruolo – per quanto attiene le connessioni ecologiche – che detti tratti fluviali rivestono per il collegamento ecologico funzionale tra i già citati siti Natura 2000 e quelli posti più a valle (vedasi ZSC e ZPS gravitanti nell’ambito lagunare veneziano);

Considerato che anche alcuni habitat di interesse comunitario (acquatici) possono assolvere il ruolo di habitat di specie per svariati taxa afferenti alla fauna ittica e ad invertebrati alla base della catena alimentare dei corsi d’acqua di risorgiva, di rogge, bassure, prati umidi ed alluvionali;

Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli, in quanto associazione ambientalista riconosciuta a livello ministeriale, consapevole del ruolo e delle singole deleghe degli Enti in indirizzo per quanto attiene la conservazione del patrimonio naturalistico del fiume Sile, in particolare nelle aree ricomprese in Natura 2000 e in quelle esterne, ma che contribuiscono a mantenere le connessioni ecologiche con i siti Natura 2000 posti a valle, 

                                                        CHIEDE

a codesti Enti di conoscere l’iter amministrativo di rilascio di tali autorizzazioni per il compimento dell’interramento, con i relativi lassi temporali e relativi cronoprogrammi per l’esecuzione dei lavori, nonché, come si evince dal colore della terra – vedasi foto in allegato – alquanto scura, un accertamento su quanto scaricato. 

Cordialmente

Il delegato Sezione di Venezia
Dott. Gianpaolo Pamio

Il delegato Sezione di Treviso
Dott. Enrico Pavan

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Bosco di Carpenedo: Nota della Soprintendenza

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Lido di Malamocco: distrutto un nido di Balestruccio

Venezia, li  5 giugno 2023

Spett.le Polizia Metropolitana della Provincia di Venezia                                                      

Oggetto: Lipu BirdLife Italia, Sezione di Venezia, segnalazione distruzione deliberata di nido di Balestruccio Delichon urbicum, occupato, in località Venezia – Lido Malamocco.

Spett.le Ufficio,

è stato segnalato a questa Associazione da parte di un residente in Lido di Venezia – Malamocco, la distruzione ad opera di ignoti di un nido di Balestruccio Delichon urbicum, occupato con delle uova all’interno. Detto nido era posizionato come si evince dalla fotografia trasmessa nello stipite della porta d’ingresso di casa, viene riportato dal richiedente che l’abitazione si trova al piano terra su una calle e la porta in questione da accesso solo al residente. Vista la gravità del caso, questa Associazione richiede al vostro Ufficio di attivarsi ed di effettuare tutti gli accertamenti del caso al fine di risalire all’autore di tale fatto.

Si rammenta che tale specie è minacciata di estinzione in tutto il territorio nazionale, ed è particolarmente protetta dalla vigente normativa. Le Rondini e Balestrucci sono tutelate a livello europeo dalla Convenzione di Bonn e dalla Convenzione di Berna ratificata in Italia con la Legge n° 503 del 05.08.1981 ed espressamente salvaguardate in Italia dalla Legge n° 157 del 11.02.1992, legge per la Protezione  della Fauna Selvatica. Nonché la distruzione od il danneggiamento del nido di queste specie comporta di incorrere nella fattispecie prevista dagli art.  635 C.P.  e  544 C.P. bis e ter.

 Cordiali saluti

                                                     Il delegato Lipu Sez. di Venezia

                                                              Dr. Gianpaolo Pamio

P.S.: Richiedente

(….)

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Mestre: lavori sulle sponde dell’Osellino in periodo di nidificazione

                                      Venezia, li  31 maggio  2023

Spett.le Regione Veneto Direzione Ambiente
Indirizzo pec: ambiente@pec.regione.veneto.it

Spett.le  Direzione Adg Fears – U.O. Bonifica ed Irrigazione
Indirizzo pec: adgfeasr@pec.regione.veneto.it

Spett.le Unità Organizzativa per il Genio Civile della Regione Veneto, competente per Venezia
Indirizzo pec: genio civile@pec.regione.veneto.it

e, p.c.

Spett.li Carabinieri Forestali di Venezia 
Indirizzo pec fve43681@pec.carabinieri.ii

Oggetto: Lipu, Sezione di Venezia, Canale Osellino, rifacimento sponde in periodo di nidificazione, taglio vegetazione riparia, criticità.                                                                                                                  

Spett.li in indirizzo, e per le rispettive competenze,

è giunta a questa Associazione, poi verificata come veritiera e fondata, la segnalazione di importanti lavori di manutenzione e di ripristino  argini del Canale Osellino in Mestre – Venezia.

Dei volontari della Sezione si sono portati sul posto ed hanno accertato l’effettivo svolgimento dei lavori, veniva riferito dal richiedente, attesi da diversi anni, stante lo stato delle sponde compromesse principalmente dal moto ondoso prodotto dai natanti in transito.

Veniva accertata, lato Mestre,  la presenza di 8 nidi di Gruccione Merops apiaster, nonché nella parte in direzione della foce del canale, nella Laguna di Venezia, località Tessera,  è stata appurata, visto il fitto canneto, la presenza del Cannareccione Acrocephalus arundinaceus, di Airone bianco maggiore Ardea alba, di Gallinella d’acqua Gallinula chloropus, Usignolo di fiume Cettia cetti, Cannaiola comune Acrocephalus scirpaceus, Martin Pescatore Alcedo atthis, Garzetta Egretta garzetta,ed altre specie. 

Gruccione nel nido © G. Lucchetti

Si rammenta che durante il periodo di nidificazione tutta fauna ornitica è tutelata dalla Legge 157 del 1992 nonché la distruzione dei nidi rimane una fattispecie sanzionatoria prevista dall’art. art. 544 bis e ter del Codice Penale. Le specie in oggetto sono tutelate dalla Direttiva Uccelli nr. 79/409/CE, nonché dalla Convenzione di Berna, Allegato III. 

Il sito in oggetto è  contermine alla Laguna di Venezia, inserito nella Rete Natura 2000 SIC – ZPS, codice IT 3250031, ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE del 21.05.1992, art. 6,  si richiede se sia stata effettuata Valutazione di Incidenza Ambientale e quali siano le misure di compensazione e mitigazione adottate.

Gruccione © G. Lucchetti

Per quanto riguarda lo sfalcio della vegetazione riparia, si riconferma il periodo inopportuno per tali lavori in quanto  come dettagliato dal parere tecnico dell’ISPRA prodotto in data 03.05.2019, cui alla pag. 2 leggiamo: (…) Si conferma che nei mesi primaverili ed in particolare da marzo a luglio le sponde dei corsi d’acqua rivestono un ruolo fondamentale per le riproduzione della fauna selvatica. Alberi, arbusti e zone inerbite prossime agli alvei sono la sede elettiva per la nidificazione di molte specie ornitiche strettamente legate all’ecosistema ripario, le quali non avrebbero modo di insediarsi altrove se le locali condizioni ambientali venissero alterate. Sussiste poi un secondo motivo di importanza di questi ambienti, che è quello di consentire la nidificazione di specie più generaliste (…) in vaste zone interessate da coltivazioni intensive, sulle quali gli unici elementi boschivi esistenti sono rappresentati dalle fasce ripariali (…)

In considerazione di quanto evidenziato, nell’immediatezza, al fine di non compromettere irrimediabilmente il buon fine del processo riproduttivo nonché di non perturbare l’habitat con danni alle specie in esame, si richiede di eseguire i suddetti lavori esclusivamente al termine del periodo di nidificazione.

Cordialmente

                                 Il delegato della Lipu Sez. di Venezia, 

                                                                       Dr. Gianpaolo Pamio

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Mestre: Taglio vegetazione in periodo di nidificazione in Via Vallenari

Spett.le Ufficio Ambiente del Comune di Venezia

                                      Venezia, li 30 maggio  2023

Oggetto: Lipu, sezione di Venezia, segnalazione di abbattimento alberature e vegetazione arbustiva  in periodo di nidificazione.

Spett.le Ufficio, 

sono giunte  a questa Associazione due segnalazioni da parte della cittadinanza in merito all’abbattimento  una serie di alberature spontanee e vegetazione arbustiva in località Venezia –  Mestre Via Vallenari. Sul posto, volontari Lipu hanno preso contatti con un richiedente, che evidenziava l’esecuzione di opere relative alla costruzione di una pista ciclabile. Veniva segnalato con dovizia di particolari da parte del residente, che nel sito nidifica il Picchio verde, il Picchio rosso maggiore, la Capinera, la Cinciallegra, il Merlo, ed altri piccoli uccelli. L’accertamento sul posto, circa al presenza di nidi non è stato possibile in quanto la vegetazione era stata completamente asportata, nell’area in precedenza rinaturalizzata, da quanto si è potuto notare, circa la vegetazione residua, è presumibile ritenere la sussistenza di quanto riferito dal richiedente.

Al fine di preservare, anche per un principio di cautela, gli uccelli in nidificazione si richiede di far sospendere ulteriori attività che portano nocumento e turbativa alla fauna selvatica, all’uopo si richiama quanto trasmesso dal presidente della Lipu all’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani.

“Divieto di effettuare, in ambito urbano e periurbano, abbattimenti e potature tra il 1° di marzo e il 30 agosto, ossia durante il periodo di riproduzione degli uccelli. Ed evitare, tutto l’anno, potature drastiche, limitandosi a interventi motivati, selettivi e mirati al rispetto del mantenimento vitale delle piante.

L’appello è contenuto in una lettera inviata oggi dalla Lipu-BirdLife Italia al presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Antonio De Caro, in vista dell’inizio, tra poco più di un mese, della stagione riproduttiva degli uccelli selvatici che spesso coincide con l’avvio di lavori di abbattimenti e potature drastiche di alberi, siepi e altra vegetazione, in parchi, giardini e altre aree verdi urbane, così come lungo i corsi d’acqua e negli ambienti agricoli vicino alle città.

“Tali interventi – scrive nella lettera Aldo Verner, presidente della Lipu – oltre a causare il danneggiamento e la destabilizzazione delle piante, incidendo negativamente sull’erogazione dei servizi ecosistemici e del connesso capitale naturale, distruggono direttamente i nidi dell’avifauna, la cui gran parte è difficilmente rilevabile anche da ornitologi esperti, poiché molti nidi sono piccoli, abilmente nascosti nella vegetazione, oppure allestiti dentro strette cavità del tronco e delle branche”.

Una raccomandazione, quella di evitare tagli ad alberi e siepi durante il periodo riproduttivo, ribadita anche dall’Ispra con un parere espresso nell’ottobre 2021. Così come assumono rilevanza in questa direzione i contenuti del Decreto del ministero della Transizione ecologica del 10 marzo 2020 sui criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico (Cam), che impongono il rispetto della fauna, soprattutto nei parchi suburbani e nelle aree a forte valenza ambientale, e una manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo garantito da personale competente e in periodi che non arrechino danni alla pianta e disturbo alla fauna.

“Alla luce di tutto questo, considerate la rilevanza della materia e le stesse previsioni della nuova Strategia europea sulla Biodiversità 2020-30, i cui obiettivi specifici e generali in vari casi rimandano, direttamente o indirettamente al tema – conclude Aldo Verner nella lettera al presidente dell’Anci – siamo a domandare un Suo intervento sulla vasta comunità dell’Anci, con la richiesta di rispettare le norme per la tutela della biodiversità, specialmente garantendo l’attività riproduttiva dell’avifauna, e di una corretta gestione del verde urbano”.

Si rammenta che la distruzione dei nidi di uccelli è una pratica vietata come previsto dal dettame normativo della Legge 11 febbraio 1992 nr. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” nonché sanzionata dall’art. 544 bis del Codice Penale

Cordialmente

                                               Il delegato della Lipu Sezione di Venezia

                                                             Dr. Gianpaolo Pamio

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Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Burano: abbattuto un nido di rondine su un imbarcadero

Spett.le ACTV S.p.A. Venezia
avm@avmspa.it

e, p.c.

Spett.le Ufficio Ambiente Comune di Venezia
tutela.animali@comune.venezia.it

Oggetto: Lipu BirdLife Italia, Sezione di Venezia, www.lipuvenezia.it, segnalazione in merito ad azioni di danneggiamento  nido  occupato da  Rondine Hirundo rustica, presso l’imbarcadero della linea pubblica di navigazione in Burano – Mazzorbo (Venezia).

Spett.le ACTV S.p.A.,

è giunta a questa Associazione la richiesta di intervento per la distruzione di un nido di Rondine Hirundo rustica con uova all’interno e con l’allontanamento di un esemplare intento alla cova. Il fatto è successo entro un imbarcadero ACTV della linea Murano – Mazzorbo.  A tal fine si rammenta che tale specie minacciata di estinzione in tutto il territorio nazionale, è particolarmente protetta dalla vigente normativa. Le rondini sono tutelate a livello europeo dalla Convenzione di Bonn e dalla Convenzione di Berna ratificata in Italia con la Legge n° 503 del 05.08.1981 ed espressamente tutelate in Italia dalla Legge n° 157 del 11.02.1992, legge per la Protezione  della Fauna Selvatica. 

Da un primo accertamento, viene riferito, le motivazioni che hanno portato a tanto, sono degli asseriti imbrattamenti e danneggiamenti procurati dagli escrementi, questo può essere ovviato con l’apposizione di una tavoletta di legno sotto tale nido. Questa specie di uccelli è particolarmente utile in quanto è un grande insettivoro. Alla luce di quanto segnalato, si richiede un intervento delle ss.vv. al fine di risalire agli autori di questo ennesimo e reiterato grave episodio. Qui si riporta la richiesta inoltrata a questa Associazione da una socia, con data 14 maggio 2023: (…) Buongiorno, volevo fare presente che presso l’isola di Mazzorbo, (Burano – Venezia), c’è un imbarcadero del vaporetto actv. Già l’anno scorso delle rondini avevano fatto il nido e dopo che erano andate via il nido era stato distrutto. Quest’anno le rondini erano tornate e avevano rifatto il nido e deposto le uova, questa mattina noto che il nido non c’è più, è stato distrutto e con lui anche le uova. (…)

Distinti saluti

Il delegato Lipu Sezione di Venezia

                                                                         Dr. Gianpaolo Pamio

Edit: Comunicazione del Comune di Venezia rispetto all’istanza presentata