

“Questa Associazione è stata interessata da parte di un socio circa l’imminente costruzione a seguito approvazione di un progetto di urbanizzazione – nuova edificazione, con destinazione residenziale, commerciale, direzionale in località Via Boschetto – Viale Padova – Viale Umbria in Chioggia – Sottomarina. Volontari dell’Associazione hanno effettuato un censimento arboreo ed hanno individuato elementi vegetali di un certo interesse: si annoverano in ottimo stato di salute Tigli, Bagolari, Platani, Olmi, Aceri, Carpini bianchi: oltre la presenza di piante da bacca come Biancospino, Rosa canina, Prugnolo. Tra gli uccelli sono stati censiti il Picchio rosso maggiore, il Picchio rosso minore, il Picchio verde, il Gufo reale, l’Assiolo, la Civetta, la Cinciallegra, la Cinciarella, l’Usignolo, ecc. Tra gli anfibi e rettilli la Raganella, il Rospo smeraldino, la Rana dalmatina, la Rana verde, nonché il Biacco e l’Orbettino“, scrive il delegato Lipu Sez. Venezia, Dott. Gianpaolo Pamio.
“Alcune di queste specie sono inserite negli allegati della Direttiva Habitat 92/43/CEE e relativa normativa nazionale di recepimento, il cui scopo all’art. 2 è “salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato”.Da quanto riferito dalla cittadinanza questo sito rappresenta uno dei pochi punti di naturalità nella città di Chioggia che da un esame cartografico appare densamente antropizzata con costruzioni di vario genere, dal residenziale al commerciale, all’artigianale. Viene riportato che i lavori di preparazione del terreno per l’urbanizzazione sono già in corso, arrecando notevole disturbo agli uccelli in pieno periodo di nidificazione, costoro sono tutelati, in detto periodo, dalla Legge 157-1992.
Da un approfondimento delle conseguenze di tale sottrazione dell’area verde in centro città, questa Associazione invita codesta Amministrazione ad una nuova considerazione in quanto:
– sottrarre aree verdi comporta l’aumento della riflettenza dei raggi solari che non avrebbero l’attuale schermo del verde che evita una loro riverbero;
– un aumento delle aree cementate in luogo del verde porterebbe ad un aumento diretto delle temperature della Città ed al suolo al punto di renderla non usufruibile durante il giorno nel pieno della calura estiva;
– sottrarre vegetazione farebbe aumentare la temperatura di diversi gradi determinando un possibile aumento di richiesta di energia elettrica da parte dei residenti per il funzionamento dei condizionatori, questo potrebbe portare in piena estate ad un diffuso blackout;
– studi di mercato hanno accertato che il valore delle abitazioni in zone private del verde, perde consistenza anche del 10-15%, le aree alberate od adiacenti ai punti adibiti a verde hanno rilevanza in termini economici e più facilmente commerciabili;
– maggiore impermeabilizzazione del suolo si traduce in alte criticità in caso di nubifragi intensi che possono accelerare il collassamento della rete acque di bianche di scolo;
– l’ impermeabilizzazione del terreno anche in ambito urbano porta ad un abbassamento naturale delle falde acquifere mancando della necessitata ricarica, con la conseguenza, nel caso della città di Chioggia di un avanzamento e stabilizzazione del cuneo salino nella acque di falda;
– la sottrazione di spazi verdi in ambito urbano è in contrasto con le indicazioni fornite dal WHO Word Health Organization, (Agenzia Speciale dell’ONU). Viene riportato nel documento interamente reperibile nel sito del WHO (…) lo stile di vita urbano moderno è associato a stress cronico, attività fisica insufficiente, ed esposizione a rischi ambientali antropici. Gli spazi verdi urbani come parchi, parchi giochi, e vegetazione residenziale, possono promuovere la salute mentale fisica e ridurre la malattia e la mortalità dei residenti urbani offrendo rilassamento psicologico e alleviamento dello stress, stimolando la coesione sociale, sostenendo l’attività fisica e riducendo l’esposizione agli inquinanti, rumore e calore eccessivo. Le nuove scoperte mostrano che gli interventi per aumentare o migliorare lo spazio verde urbano possono fornire risultati positivi in termini di salute, sociali e ambientali per tutti i gruppi di popolazione, in particolare tra i gruppi di status socio economico inferiore (..).
-Innumerevoli poi sono i benefici delle alberature in Città solo per citarne alcune dal Documento Verde Urbano redatto dalla LIPU sede Nazionale nel 2016(…) Valutazioni economiche, oltre alla quantificazione dei servizi ecosistemici in termini di benefici svolti dal verde urbano, dagli anni ’90 del secolo scorso si sono affermate anche le valutazioni di tipo economico e monetario, che si sono sviluppate soprattutto negli Stati Uniti (McPherson et al., 1997) per poi approdare anche in Europa (Soares et al., 2011).
Oggi esistono software in grado di determinare il valore economico ed ambientale dei benefici apportati dagli alberi e dalla foresta urbana, nonché i modelli dell’impatto economico derivante dai diversi scenari di gestione, di cui un esempio è il CITYgreen©5.0 prodotto nel 1996 da American Forests, che lavora in ambiente GIS. Un altro approccio è il modello UFORE (Urban FORest Effects) uno strumento di calcolo sviluppato alla fine degli anni 1990 dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, sempre per descrivere la struttura del verde urbano e stimare gli effetti della vegetazione sull’ambiente (Siena e Buffoni, 2007). Oggi UFORE è stato ulteriormente sviluppato nel software i-Tree per analizzare la foresta urbana e valutarne i benefici.
Citando qualche esempio applicativo, gli alberi e le foreste urbane negli Stati Uniti rimuovono 17,4 milioni di tonnellate di inquinanti atmosferici, prendendo il 2010 come anno di riferimento (range: 9,0-23,2 milioni di tonnellate). Gli effetti positivi sulla salute umana vengono valutati in 6,8 miliardi di dollari (range: 1,5-13,0 miliardi $). Le conseguenze positive sulla salute pubblica includono la prevenzione di oltre 850 morti, di 670.000 casi di sintomi respiratori acuti, di 430.000 attacchi di asma, ma anche di 200.000 giorni di scuola persi (Nowak et al., 2014).A Chicago negli Stati Uniti gli alberi rimuovono gli inquinanti atmosferici, contribuendo a ripulire l’aria per un valore stimato in 9,2 milioni $/anno. Se la copertura arborea venisse incrementata del 10%, oppure se venissero piantati tre alberi per ogni edificio, si risparmierebbero da 50 a 90 $ per unità abitativa di costi energetici per il riscaldamento e la refrigerazione. Questo poiché gli alberi forniscono ombra, riducono la velocità del vento e inducono un abbassamento delle temperature estive. Considerando un lasso di tempo di 30 anni, il valore attuale netto dei servizi forniti dagli alberi è stimato in 402 $ a pianta e corrisponde a quasi tre volte i costi di manutenzione (McPherson et al., 1997). In California i 929.823 alberi lungo le strade rimuovono annualmente 567.748 t di CO2 equivalente a contrastare le emissioni di 120.000 auto, per un valore corrispondente a 2,49 miliardi di $. Il valore annuo di tutti i servizi ecosistemici è di 1,0 miliardi di $, pari a 110,63 $ per albero. Se si considera una spesa gestionale di 19,00 $ albero/anno, per ogni dollaro investito si ricavano benefici per 5,82 $ (McPherson et al., 2016).
A Lisbona è stato applicato il programma i-Tree Stratum per quantificare la struttura e le funzioni degli alberi ed il valore dei servizi forniti. Sono stati censiti 41.247 alberi che insieme producono servizi valutati in 8,4 milioni di $/anno. I costi di manutenzione ammontano a 1,9 milioni di $/anno, quindi per ciascun dollaro investito i residenti ricevono 4,48 $ di vantaggi. Il valore del risparmio energetico (6,16 $/albero), la riduzione della CO2 (0,33 $/albero), la riduzione dell’inquinamento atmosferico (5,40 $/albero) e l’incremento di valore della proprietà immobiliare (145 $/albero), portano ad un beneficio complessivo annuale di 204 $/albero, pari ad un beneficio netto di 159 $/albero (Soares et al., 2011).
A Roma Attorre et al. (2005) stimano che i 704.720 alberi portano un vantaggio economico alla città, legato alla rimozione dell’inquinamento dall’aria, di € 1.674.942 l’anno (€ 2376/albero) e che gli alberi immagazzinano nella propria biomassa circa 320 mila tonnellate di carbonio, sequestrando circa 2000 tonnellate di carbonio l’anno.
Una valutazione preliminare dei servizi ecosistemici compromessi in conseguenza di una potatura drastica in aree verdi del lungomare è stata effettuata a Livorno, dove è stata calcolata una presenza di alberi compresa tra 2285 e 8185 esemplari. È stato ipotizzato che la potatura abbia asportato circa metà del volume di vegetazione che era presente, portando ad una perdita di servizi ecosistemici compresa in una forbice tra circa 160.000 a oltre 590.000 euro/anno. A questo sarebbero da aggiungere e quantificare le conseguenze negative al paesaggio, al valore immobiliare, la perdita di biodiversità e il danno in termini educativi, considerando che l’operato di un ente pubblico funge da esempio da seguire per la cittadinanza (Ascani et al., 2016).
Il valore di un albero può essere quantificato anche dal punto di vista economico (monetario), considerando il valore estetico e paesaggistico, quello emotivo e per il benessere dei cittadini, quello storico, sociale, ecologico, ed infine educativo. A Bologna è stato fatto un calcolo da Tugnoli (2010, 2012) riguardante alcuni degli esemplari più prestigiosi (Ippocastano, Cedro dell’Atlante, Bagolaro, Frassino, Platano, Leccio, ecc.) e le cifre sono comprese da un minimo di 3635 ad un massimo di 27.732 euro. Applicando il metodo C.A.V.A.T. (Capital Asset Value for Amenity Trees) ad alberi monumentali si raggiungono valori economici ornamentali fino a 806.539 euro.(..)
– gli alberi posti in ambito urbano assolvono allo scopo di incamerare anche a terra, inquinanti di ogni categoria favorendo la vivibilità della popolazione, problematiche particolarmente sentite in questo particolare momento storico – sociale per i noti eventi pandemici – bellici. In vista della Giornata Mondiale della Salute, l’OMS, , ha pubblicato il 4 aprile2022 lo Status report del Database sulla qualità dell’aria, il più ampio del suo genere, coprendo oltre 6,000 città/insediamenti umani di 117 paesi, e indicando dove i livelli di inquinamento atmosferico e i relativi rischi per la salute sono più elevati,che viene aggiornato ogni 2-3 anni e che per la prima volta inserisce anche le misurazioni al suolo delle concentrazioni medie annuali di biossido di azoto (NO2), un diffuso inquinante urbano, precursore del particolato e dell’ozono.“Le attuali preoccupazioni energetiche sottolineano l’importanza di accelerare la transizione verso sistemi energetici più puliti e sani – ha dichiarato il Direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus – Gli alti prezzi dei combustibili fossili, la sicurezza energetica e l’urgenza di affrontare le due sfide sanitarie dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico – sottolineano la pressante necessità di muoversi più velocemente verso un mondo che sia molto meno dipendente dai combustibili fossili”.
Il presidente Lipu, quindi, chiede una diversa valutazione in accordo con la cittadinanza proponente.




Venezia, li 5 giugno 2022
Spett.le Genio Civile Regione Veneto geniocivileve@regione.veneto.it
Spett.le Polizia Metropolitana di Venezia
protocollo@cittametropolitana.ve.it
Oggetto: LIPU Sezione di Venezia – Venezia BW, tagli vegetazione sponde di fiumi e canali
Spett.li Enti in indirizzo,
sono giunte alle istanti Associazioni, segnalazioni da parte di soci delle scriventi Associazioni del preoccupante taglio della vegetazione a bordo su fiumi e canali. Sono stati documentati con fotografie dei tagli su vegetali incompatibili con la preservazione di specie ed habitat. Tale attività apporterebbe grave pregiudizio alla conservazione di molte specie di uccelli, invertebrati, rettili, insetti, piante. La banalizzazione del territorio, la sua frammentazione, la parcellizzazione, l’urbanizzazione, la cementificazione dell’area della Val Padana e l’attività agricola intensiva, hanno determinato che molte specie animali e vegetali, sono sospinte, trovando un minimum di habitat nei pressi dei corsi d’acqua: sovente rimangono gli unici elementi per garantire la loro sopravvivenza. Il taglio della vegetazione riparia nel periodo primaverile e di prima estate ha conseguenze negative nel ciclo biologico della vegetazione medesima in quanto interferisce nell’attività di sviluppo – evolutiva – produzione di semi, per perpetuare il ciclo naturale riproduttivo nonché indispensabile anello biologico del processo alimentare per varie specie animali.
La vegetazione spontanea ai bordi di fiumi, canali, stagni, rogge rimane indispensabile per la presenza e riproduzione di specie come l’usignolo di fiume, cannareccione, cannaiola comune, cannaiola verdognola, martin pescatore, tarabusino, gallinella d’acqua, ecc.

L’Italia per la propria conformazione orografica è attraversata dalle principali rotte migratorie per Eurasia ed Africa, ogni anno milioni di esemplari di uccelli ripetono il ciclo delle migrazioni e di frequente i corsi dei fiumi rappresentano dei naturali siti ove sostare per rifocillarsi oltreché nidificare.
Quanto rappresentato, come il taglio a bordo dello specchio d’acqua, trinciatura di vegetazione acquatica come Carici, Cannuccia e Canna Comune, sfangamento di sedimenti di fondale non hanno nessun fondamento nel controllo dello stato dei manufatti ed acclarata bibliografia in merito ha riportato che la crescita della vegetazione non rappresenta un ostacolo al deflusso delle acque meteoriche. I fenomeni di piena e riempimento dei corsi d’acqua ed invasi si verificano dall’autunno in poi, non troviamo, indi nessuna giustificazione al taglio della vegetazione nel periodo considerato, fermo restando la tutela degli uccelli intenti alla nidificazione cui alla Legge 157/1992 nonché dalla Direttiva 92/43 CEE “Habitat” con relative normative nazionali di recepimento. Alla luce di quanto evidenziato si richiede non sia tagliata la vegetazione in argomento nel periodo dal primo di marzo almeno sino al 15 del mese di agosto.
Cordialmente,
Il presidente di Venezia BW Il delegato LIPU Sez. Venezia
Emanuele Stival Gianpaolo Pamio

Il Biacco (Coluber viridiflavus), è un grande serpente slanciato la colorazione dell’adulto, nelle nostre campagne, è generalmente completamente nera (melanica), da cui il nome dialettale di Carbonasso. E’ un serpente non velenoso (è completamente sprovvisto di veleno e di denti atti ad iniettarlo) può raggiungere la lunghezza di 150 cm. è amante della luce ed è attivo soprattutto nelle ore diurne. Si difende principalmente con una velocissima fuga. Nel periodo tra aprile e giugno avviene l’accoppiamento e a luglio depone le uova (5-15 deposte sotto le pietre, nelle cavità di tronchi o in buche scavate nel terreno). A fine agosto e durante settembre le uova schiudono e nascono dei piccoli biacchi lunghi 20-25 cm.
Il Biacco (Coluber viridiflavus), è un rettile molto agile e veloce (fino a 11 km all’ora), caccia a vista inseguendo la preda si cibano di lucertole, di piccoli mammiferi, di rane uccelli o di altri serpenti. è il serpente più comune delle nostre regioni e riveste un ruolo nel controllo biologico di insetti, vermi e roditori.
le foto che seguono ritraggono due meravigliosi esemplari di Biacco (Coluber viridiflavus) intenti in un complesso rituale di corteggiamento, una sorta di danza che precede l’accoppiamento.
Specie rigorosamente protetta (Convenzione di Berna all. II)
Foto e testo di Bruno Zavattin

Gia’ dall’inizio di primavera sono giunte alla Sezione LIPU di Venezia diverse segnalazioni di uccelli di varie specie, feriti o uccisi nella viabilità soprattutto periurbana ed extraurbana. Le famiglie di uccelli più colpite sono gli Ardeidi quale appartengono le specie degli Aironi, la famiglia dei Rallidi quale ad esempio appartiene la Gallinella d’acqua, investita in quanto cammina a bordo strada in prossimità di aree umide, la famiglia degli Strigidi cui appartiene la Civetta, cui avendo abitudini crepuscolari e notturne rimane abbagliata dai fari dei veicoli. Per quanto riguarda la famiglia degli Ardeidi tra le specie più conosciute annoveriamo l’Airone cenerino, il Tarabuso, il Tarabusino, la Nitticora, la Garzetta, l’Airone guardabuoi, l’Airone bianco maggiore. Gli Ardeidi hanno la criticità di essere particolarmente vulnerabili nelle collisioni da traffico veicolare, in quanto nell’alzata in volo non hanno inizialmente una traiettoria ben definita e si manifesta incerta, questa rimane una caratteristica della specie. La frammentazione degli habitat, la sottrazione di siepi ed alberi a bordo strada, la vicinanza di canali, rogge, stagni, fiumi rispetto alle strade: tutti fattori che determinano fattori di alta mortalità per gli Aironi. Prendendo in esame l’Airone grigio, questa è una specie svernante e nidificante, è un migratore di medio raggio e la Val Padana ospita tra le più numerose colonie dell’Europa Meridionale, si ciba di pesci, anfibi, bisce l’acqua, piccoli invertebrati. La mortalità di un esemplare adulto in periodo di nidificazione può compromettere l’intera nidiata di giovani aironi che si troverebbero senza sostentamento.
La costruzione di nuove strade, la crescente urbanizzazione del territorio senza adottare misure di mitigazione e corridoi ecologici per lo spostamento di animali tra territori, sta mettendo in serio pericolo il futuro di alcune specie. Cosa può fare l’automobilista? In prossimità di aree verdi ed umide, cercare di ridurre la velocità del proprio veicolo e nel caso noti un uccello la cui traiettoria incrocia quella della strada percorsa, indipendentemente dal senso di marcia, ridurre ulteriormente la velocità, anche fermandosi, se notiamo soprattutto uno Strigide che abitualmente si posiziona a terra, in piena carreggiata. In caso di investimento di un animale fermarsi e chiamare un numero di emergenza oppure direttamente di soccorso animali, numero presente nel sito di Sezione www.lipuvenezia.it.

Nelle foto un Airone cenerino Ardea cinerea investito con esiti letali nella zona di Caposile – Venezia, si noti il becco scheggiato da una collisione con un veicolo, che probabilmente viaggiava a forte velocità per cui l’esemplare non è riuscito a commisurare lo spazio – tempo.
Il delegato sezione LIPU Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio
Venezia, li 10 maggio 2022