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Attività venatoria Notizie dal territorio Oasi e riserve

Inizio della stagione venatoria: comunicato stampa della LIPU Sezione di Venezia

Venezia, settembre 2025

La scrivente Associazione, trae delle considerazioni a seguito i giorni di preapertura della stagione venatoria prevista nel Calendario  2025 – 2026 per la Regione Veneto. I giorni considerati sono dal 7 al 14 settembre per la caccia in appostamento a Ghiandaia, Gazza, Cornacchia nera, Cornacchia grigia, Colombaccio.  La stagione venatoria si è aperta domenica 21 settembre, giorni di riposo venatorio il martedì e venerdì.  Nel territorio veneziano sono svariate le richieste di intervento e di lamentale dei cittadini giunte ai telefoni cellulari dei volontari  LIPU.  Chiamate in gran parte dovute al fatto che si sparava a distanza ravvicinata dalle abitazioni. Intensa attività veniva segnalata nella zona di Camponogara (VE) a ridosso delle valli da pesca. Nell’Oasi di Gaggio a Marcon sono stati segnalati dei danneggiamenti alla recinzione presumibilmente ad opera di bracconieri per portarsi all’interno per scovare la selvaggina impaurita che si era rifugiata.

Sono anche arrivate notizie che non si sono rispettati i giorni di preapertura, e si è sparato anche in altri giorni non consentiti. La pratica della caccia in preapertura anche solo nei confronti  di specie che non rappresentano criticità numeriche, se non il fatto che molti esemplari sono giovani od addirittura appena usciti dal nido, come per il Colombaccio che ha una tempo di riproduzione molto ampio, rimane un forte elemento di disturbo per tutte le specie, valutando anche possono essere colpite accidentalmente. Il territorio della penisola italiana si presta per vocazione morfologica all’accoglienza e transito di centinaia di specie di uccelli, trovandosi in piena rotta migratoria dal Nord Europa al Sud Mediterraneo, Africa e Medio Oriente e viceversa. La caccia di pre-apertura va ad incidere sul patrimonio aviario in migrazione in maniera significativa, anche su specie particolarmente protette, uccelli già stremati dalla sottrazione di habitat, incendi, alluvioni, da corridoi sicuri sempre più ridotti, da estremi climatici come trombe d’aria, che possono distruggere migliaia di esemplari in volo in pochi minuti, a questo si aggiunge un’azione di disturbo a terra: al punto che gli esemplari non possono riposare od alimentarsi in tranquillità. Nelle migrazioni di migliaia di chilometri verso il sito di svernamento, l’insufficiente forma fisica, uno stress prolungato, un’alimentazione insufficiente, anche esemplari giovani che si trovano alla loro prima traversata, possono disperdersi dal gruppo o dallo stormo e disorientati possono perire a breve, vengono altresì segnalate le riprese di attività sistematiche di bracconaggio in altri Paesi oggetto di sosta degli uccelli migratori, quali Malta e Libano, ma soprattutto Cipro. Per i motivi su elencati l’ISPRA l’Istituto Superiore di Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente, nel parere obbligatorio, ma non vincolante, richiesto nella stesura dei Calendari Venatori  come previsto dall’art. 18 comma 4 Legge 157-1992 si esprime negativamente nell’esecuzione di questa pratica. 

Circa le criticità nelle migrazioni dovute ai cambiamenti climatici rimane esaustiva la scheda aggiornata al 31.12.2023 dell’ ISPRA sullo “STATO DI SALUTE DELLE POPOLAZIONI DI UCCELLI MIGRATORI” autori Jacopo G. Cecere, Simona Imperio:

“(…) L’indicatore fornisce un quadro dello stato di salute delle popolazioni di uccelli passeriformi migratori comuni in Europa attraverso una valutazione della resilienza delle specie migratrici al cambiamento climatico. L’aumento delle temperature primaverili dovute al riscaldamento globale comporta un anticipo stagionale dell’attività vegetativa e quindi del picco di presenza di insetti. Di conseguenza, se i migratori non anticipano in ugual misura l’arrivo ai siti riproduttivi non trovano abbondanza di prede nel momento in cui devono alimentare i pulcini. Un mancato anticipo della data di migrazione si traduce quindi in una bassa resilienza delle popolazioni migratrici ai cambiamenti climatici, con effetti negativi sulla loro sopravvivenza. Viene quindi analizzatala la variazione temporale della data di arrivo dei passeriformi migratori presso i siti di sosta utilizzati dopo l’attraversamento del Sahara e del Mar Mediterraneo durante il viaggio primaverile dall’Africa verso i siti riproduttivi europei. Sulla base dell’analisi della data di migrazione di 10 specie di uccelli contattate in 26 stazioni di inanellamento aderenti al Progetto Piccole Isole di ISPRA nel periodo 1988-2022 (35 anni), si rileva che il 50% delle specie prese in considerazione mostra un anticipo della data di migrazione troppo lento (di circa 1 giorno ogni 7+ anni) per essere definito sufficiente a contrastare gli effetti del cambiamento climatico”.

Principali riferimenti normativi e obiettivi

Direttiva Uccelli (2009/147/CE). Obiettivo: mantenere le specie di uccelli in uno stato di conservazione soddisfacente. 

Convenzione di Bonn – CMS – Convenzione sulle Specie Migratrici appartenenti alla fauna selvatica. Obiettivo: garantire alle specie migratrici un buon stato di conservazione. 

Legge 157/92 – Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Obiettivo: mantenere le specie di uccelli in uno stato di conservazione soddisfacente (…).

I cambiamenti climatici, l’esteso conflitto in Ucraina, le aperture all’attività venatoria nei passi montani in certe regioni soprattutto nel Nord Italia, influenzano i tempi e le rotte migratorie di tanti piccoli passeriformi che si stanno rivelando particolarmente vulnerabili per le loro caratteristiche, ad esempio la Balia nera Ficedula hypoleuca, migratore di lungo raggio (dai 5000 ai 9.000 km.) proveniente dalla Penisola Scandinava e dalla Russia e diretta nell’Africa Subsahariana. 

Tanti sono i passeracei in transito nella nostra Penisola in questo periodo, anche poco noti come il Beccafico Sylvia borin, Forapaglie comune Acrocephalus schoenobaenus,  Saltimpalo Saxicola torquatus, Stiaccino Saxicola rubetra Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochruros, Pettazzurro Luscinia svecica, Culbianco Oenanthe oenanthe, Salciaiola Locustella luscinioides, Sterpazzolina comune Sylvia cantillans, Bigiarella, Occhiocotto Sylvia melanocephala, Magnanina Sylvia undata, e molte altre.

Nei Piani Faunistici Venatori non vengono considerati i cosiddetti “effetti collaterali”: dati di BirdLife International e dell’IUCN Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, designano inconfutabilmente uno scenario di criticità ed un imminente rischio di rarefazione e successivamente  estinzione per molte specie di uccelli.

Il delegato della Sezione LIPU di Venezia

Dr. Gianpaolo PAMIO

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Attività venatoria Notizie dal territorio Pubblica amministrazione

Lettera aperta contro la modifica della normativa sui richiami vivi

[English version below]

Venezia, lì 14 luglio 2025

 Ai sigg.ri Consiglieri Regione del Veneto  Loro Sedi

Alle redazioni delle principali testate dei quotidiani in Gran Bretagna

Oggetto: Regione Veneto, Italia, Progetto di Legge Regionale nr. 313 del 3  febbraio 2025 “Modifiche alla legge regionale 1993 nr. 50” Norme per la protezione della fauna selvatica e prelievo venatorio” 

Sostituzione contrassegno in autocertificazione alla detenzione di piccoli uccelli da richiamo per l’attività venatoria

Perché le testate giornalistiche della G.B.? Perché BirdLife G.B. ha 3 ml di soci, ed a livello mondiale la Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) è nata nel 1889. Nonché molti piccoli uccelli catturati in Italia provengono da altri Paesi europei tra cui la G.B. in quanto migratori.

Gentili consiglieri regionali, gentili capo redattore,

queste Associazioni e molti soci ed iscritti, sono preoccupati per l’emendamento di modifica  alla L. 50/93 circa la fauna selvatica. La sostituzione dei contrassegni agli uccelli da richiamo a mezzo un autocertificazione de facto sarebbe l’introduzione di una sanatoria alla detenzione di detta fauna ornitica. Renderebbe possibile una regolarizzazione di uccelli acquisiti illegalmente a mezzo canali non consentiti. In Italia non sono più stati catturati richiami vivi da oltre un decennio, indi quelli attuali sono nati in cattività e considerata l’aspettativa di vita di dette specie si dovrebbe avviare all’esaurimento del contingente detenuto. I cambiamenti climatici in atto ed in repentino sistematico peggioramento, impongono alla collettività ed ai loro decisori delle scelte responsabili. I piccoli uccelli, i migratori di medio e lungo raggio sono in forte difficoltà, i pericoli più frequenti sono l’alterazione degli habitat, l’uso di fitofarmaci in agricoltura, i cambiamenti climatici, il bracconaggio, abbiamo uccelli come il Santimpalo Saxicola torquatus in calo del 72% negli ultimi 5 anni, fonte Farmaland Bird Index ed. 2024. Concedere un’autocertificazione significa riaprire tout court un epoca che si pensava trascorsa. Se la cattura di uccelli da richiamo aveva un senso in periodi passati nei dopoguerra quanto l’Europa soffriva la fame, e la popolazione  abbisognava di apporti proteici, ad ora, questa pratica barbara non ha più giustificazione. Questa attività atroce consiste nel catturare nel periodo di migrazione primaverile i piccoli uccelli, segregarli al buio tutta l’estate in gabbie grandi come un foglio di carta A4, spesso accecarli per migliorarne il canto, poi in autunno quanto la stagione venatoria riapre verranno messi all’esterno e scambiando la stagione autunnale per la primavera cantano attirando altri simili che verranno uccisi.  La maggior parte dei piccoli uccelli catturati non sopravvive alla detenzione nelle gabbie e moriranno, altri invece dalla specie non consentita verranno illegalmente inviati nelle sagre e cucinati come polenta ed osei, una volta tolte le piume la specie non è più riconoscibile. Consentire un autocertificazione sarebbe autorizzare  di fatto una sanatoria ed una riapertura di un periodo di bracconaggio non controllabile in quanto la norma aprirebbe molte difficoltà nell’attestare la provenienza legale o meno dell’uccello detenuto.

L’approvazione dell’emendamento in oggetto sarebbe in contrasto con le Direttive UE “Uccelli” ed “Habitat”

La Biodiversità è in forte sofferenza chiediamo ai decisori politici di non approvare provvedimenti che aggravano la tutela delle tante specie di uccelli pericolo di rarefazione ed estinzione.

Cordialmente 

Il coordinatore regionale Lipu Veneto
Dr. Gianpaolo Pamio

Il presidente provinciale WWF di Venezia e Territorio
Dr. Roberto Sinibaldi

Il coord. regione Veneto di ENPA 
Dr. Renzo Rizzi

Il responsabile regionale LAV
Dr. Massimo Vitturi

Uccelli utilizzati come richiami vivi in gabbiette. Fonte: Enpa archivio

English Version

Venice, 14th july 2025

To the Regional Councillors of the Veneto Region – their offices
To the editorial offices of the main newspapers in Great Britain

Subject: Veneto Region, Italy – Regional Bill No. 313 of February 3rd, 2025 –“amendments to Regional Law No. 50 of 1993 – Rules for the Protection of Wildlife and Hunting Activities”. Replacement of the identification tag with self-certification for the possession of small decoy birds for hunting purposes.

Why British newspaper outlets? Because BirdLife Great Britain has three million members and on a global level, the Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) was founded in 1889, and many small birds captured in Italy come from other European countries, including Great Britain, as they are migratory.

Dear Regional Councillors, Dear Editors-in-chief,

These associations and many members and subscribers are concerned about the proposed amendment to Law 50, paragraph 93, regarding wildlife. The replacement of identification tags on decoy birds with self-certification would, de facto, introduce an amnesty for the possession of such ornithological fauna. It would make it possible to regularize birds acquired illegally through unauthorized channels. In Italy, no live decoy birds have been captured for over a decade. The current ones were born in captivity, and considering the life expectancy of these species, the current stock should eventually be depleted.

The ongoing and rapidly worsening climate changes require society and its decision-makers to make responsible choices. Small migratory birds, both medium- and long-distance, are in serious trouble. The most frequent dangers include habitat alteration, the use of pesticides in agriculture, climate change, and poaching.

There are birds like the Saltimpalo (Saxicola torquatus) that have declined by 72% in the last 5 years, according to the Farmaland Bird Index, 2024 edition.

Allowing self-certification means reopening a chapter that we considered closed. If capturing decoy birds made sense in the post-war period – when Europe was suffering from hunger and people needed protein intake – today this barbaric practice is no longer justifiable.

This atrocious activity consists of capturing small birds during their spring migration, confining them in the dark all summer in cages no larger than a sheet of A4 paper, often blinding them to improve their singing. Then, in autumn, when hunting season reopens, they are placed outside; mistaking the autumn season for spring, they sing and attract other birds of the same species, which are then killed. Most of the small birds captured do not survive the confinement and die in the cages. Others, belonging to protected species, are illegally sent to festivals and cooked as ‘polenta e osei’ (polenta and birds). Once plucked, the species is no longer recognizable. 

Allowing self-certification would effectively authorize an amnesty and reopen a period of uncontrollable poaching, as the regulation would make it very difficult to verify the legal origin of the detained birds. The approval of the proposed amendment would be in conflict with the European Union’s Birds and Habitats Directives. Biodiversity is already under severe threat; we urge policymakers not to approve such measures, which would worsen the protection of many bird species already at risk of decline and extinction.

Kindest Regards.

The regional Coordinator for Lipu Veneto 
Dr. Gianpaolo Pamio

The provincial President of WWF for Venice and the surrounding area
Dr. Roberto Sinibaldi