COMUNCATO STAMPA SU ALBERI IN CITTA’, VENEZIA, GIUGNO 2025
“Migliorare la progettazione delle aree verdi e la manutenzione del patrimonio arboreo, ma evitare la caccia all’ albero”.
La quercia Quercus ilex caduta ieri a Venezia – PiazzaleRoma obbliga ad alcune riflessioni su come vengono progettate e gestite le aree verdi in città. Innanzitutto auguriamo il meglio possibile a chi è stato vittima dello schianto del leccio di ieri. Si denota però che gli spazi verdi vengono talvolta considerati come elementi marginali del vivere in Città: quasi che gli alberi fossero un contorno per riempire degli spazi vuoti e non un elemento essenziale della qualità di vita. Un albero fa ombra, abbassando le temperature anche di 15°, produce ossigeno, depura l’aria e dona bellezza spesso agli ambienti urbani. Purtroppo spesso vengono trattati in maniera impropria, circondati con marciapiedi e asfalto, pedane, tombini, lastricati, sopra gli apparati radicali e fino a strozzare la base di questi organismi viventi, senza parlare di certe potature, non tutte, magari troppo frequenti e fuori periodo di riposo biologico, che riducono certi alberi a “bonsai” compromettendone la vitalità e spesso favorendo l’ingresso di malattie e agenti patogeni. La migliore potatura è quella che non si vede o comunque quella che non causa ferite profonde tranne dove necessarie per mettere in sicurezza gli alberi in contesti particolari. Alla luce dei cambiamenti climatici e delle ondate di calore e intense siccità sempre più frequenti, che sottopongono a stress i nostri amici alberi occorre un nuovo approccio, più sistemico, progettare meglio e dare il giusto spazio agli alberi, in tutte le loro fasi di vita, affidandosi alle giuste competenze di dottori agronomi e forestali. E in questo senso, in ogni sede, pubblico e privato, a tutti i livelli, è necessario che si mantengano o aumentino le adeguate competenze tecniche professionali per migliorare il verde in città.
Ritenere pericolosi o peggio inutili i grandi alberi, a prescindere dalla loro reale pericolosità o stato di salute, anche in città, magari sull’onda di emozioni o di tragedie reali come questa, sarebbe un errore imperdonabile. In merito alle potature sussistono linee guida e normative di riferimento di tutto rispetto e complete, sarebbe da applicarle:
ampia ed acclarata bibliografia, evidenzia come l’esecuzione di tale attività espone l’albero oggetto di potatura a patologie fungine che possono portare a seccume e necrosi postume con la morte dell’albero stesso.
All’uopo si richiama quanto previsto dal Regolamento Comunale per la Tutela e la Promozione del Verde in Città, approvato con delibera di Consiglio Comunale di Venezia n. 111 del 21.07.2003 e successive modificazioni, che recita all’art. 14.4 “La potatura viene programmata con adeguato anticipo, nel rispetto dei cicli biologici e di sviluppo delle alberature. Viene definita straordinaria nei casi in cui si manifestino situazioni non prevedibili tali da creare scompensi strutturali alla pianta stessa, con conseguente pericolo di incolumità pubblica. In entrambi i casi quando si deve eseguire una potatura occorre agire tenendo presente che:
a) la riduzione della superficie fogliare si traduce in una minore disponibilità dinutrienti per le radici e le altre parti dell’albero;
b) l’esposizione frequente della corteccia dei rami più interni alla luce diretta del sole può provocarne il surriscaldamento e conseguente indebolimentostrutturale;
c) il taglio dei rami si traduce in una successiva abbondante produzione digermogli inseriti debolmente, che con il tempo possono diventare pericolosi;
d) il legno dei monconi dopo il taglio risulta vulnerabile all’attacco degli insetti e dei funghi patogeni (…)”
Nonché lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” MATTM 2017, alla pag. 41 nel paragrafo 4.2.2. La potatura recita: “Tempistica, periodo, intensità dell’intervento dovranno essere contestualizzati alle caratteristiche stazionali e vegetazionali”.
Cordialmente
Il coordinatore Lipu Veneto Dr. Gianpaolo Pamio
Il Presidente WWF Venezia e Territorio Dr. Roberto Sinibaldi
Sig. sindaco del Comune di Cittadella PD Via Indipendenza, 41 Cap 35013 – Cittadella PD PEC cittadella.pd@cert.ip-veneto.net
Spett.le Regione del Veneto Ufficio Biodiversità Calle Priuli 99 Cap 30121 – Cannaregio – Venezia Indirizzo e mail turismo@regione.veneto.it
e, p.c.
Gruppo Carabinieri Forestali di Padova Via Michelangelo Bonarroti, 11 Cap 35135 Padova PEC fpd43665@pec.carabinieri.it
Oggetto: lavori di restauro e manutenzione straordinaria presso il Duomo dei Santi Prosdocimo e Donato sito in Via Guglielmo Marconi nr. 5 nel Comune di Cittadella (PD), criticità per la presenza di avifauna in nidificazione.
Spett.li in indirizzo, per le rispettive competenze,
è giunta alla scrivente Associazione la segnalazione di imminenti lavori di restauro e manutenzione presso il Duomo dei Santi Prosdocimo e Donato sito in Via Guglielmo Marconi nr. 5 Cittadella (Padova). I volontari dell’Associazione, dopo un attento esame esterno dell’area interessata, in orario diurno e serale – notturno, hanno accertato la presenza di specie di uccelli oggetto di particolare tutela stante dei lavori di manutenzione
Viene segnalato nello stabile in oggetto, la presenza in fase di nidificazione, di un nutrito numero di esemplari di Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris ), di Rondone comune (Apus apus), nonché di Chirotteri, tra cui si annovera il Pipistrello Ferro di Cavallo Minore (Rhinolophus hipposideros) viene descritto che l’attività delle suddette specie continua attivamente, soprattutto per quanto riguarda i Rondoni le cui coppie possono quantificarsi in almeno una ventina, per l’altra specie non è stato possibile un computo esatto se non per i Chirotteri quantificati in una dozzina.
Tutte le specie suddette si trovano in uno stato di conservazione precario, con trend di popolazione negativo. Tra le varie cause di questo declino, oltre alla sottrazione di habitat, all’uso intensivo dei pesticidi in agricoltura, vi sono tutti quegli interventi edilizi che non tengono conto della loro conservazione.
E’ opportuno qui ricordare che i nidi degli uccelli sono tutelati da normativa vigente secondo quanto previsto dall’articolo 21, comma 1, lettera o), della Legge n. 157 del 11 febbraio 1992, nonché dall’articolo 635 del codice penale. E’ altresì indispensabile richiamare l’attenzione sulla Direttiva CE n. 43/1992, cosiddetta “Direttiva Habitat”, sulla Direttiva CE n. 147/2009, cosiddetta “Direttiva Uccelli”, e sulle Convenzioni internazionali (Convenzione di Bonn e Convenzione di Berna).
Al fine di evitare ulteriori insorgenze di potenziali conflitti tra le esigenze di conservazione della biodiversità – esigenze sempre più pressanti e inderogabili, data l’assodata, attuale e scientifica acquisizione dello stato di crisi della biodiversità su scala globale e locale – e gli interessi della collettività, si prendano concretamente ed efficacemente in considerazione i tempi di nidificazione e le esigenze biologiche delle specie in questione.
All’uopo si rammenta che i Chirotteri sono tutelati da Leggi nazionali e da Direttive e Convenzioni Internazionali:
La Legge 11 febbraio 1992, n°157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio“, la legge quadro in materia di fauna selvatica e attività venatoria, che identifica i Chirotteri come appartenenti alla fauna “particolarmente protetta”.
La Convenzione di Berna, “Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa”, elaborata nel 1979 e resa esecutiva in Italia dalla Legge 5 agosto 1981, n°503. Per questa convenzione le specie “minacciate d’estinzione e vulnerabili” meritano particolari attenzioni di conservazione (art. 1, comma 2) e vengono individuate nell’Allegato II (“Specie di fauna rigorosamente protette”). In tale Allegato sono elencati tutti i Chirotteri europei ad eccezione di Pipistrellus pipistrellus.
La Convenzione di Bonn sulle specie migratrici appartenenti alla fauna selvatica, resa esecutiva in Italia dalla Legge 25 gennaio 1983, n. 42, che promuove la periodica valutazione dello stato di conservazione delle specie, le attività di monitoraggio e di approfondimento delle conoscenze sulle popolazioni.
Il Bat Agreement, “Accordo sulla conservazione delle popolazioni di pipistrelli europei – EUROBATS“, reso esecutivo in Italia con la Legge 27 maggio 2005, n. 104. È un testo normativo nato per concretizzare gli obiettivi della Convenzione di Bonn relativamente alle specie di Chirotteri europei, definite “seriamente minacciate dal degrado degli habitat, dal disturbo dei siti di rifugio e da determinati pesticidi”.
La Direttiva 92/43/CEE relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche“, nota come Direttiva Habitat attuata in via con D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, integrato e modificato dal D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120.
Sulla base delle norme citate è quindi vietato abbattere, catturare, detenere e commerciare esemplari di qualsiasi specie di Chirottero italiano (artt. 21 e 30 della L. 157/92; art. III del Bat Agreement – EUROBATS; art. 6 della Convenzione di Berna; art. 8 del D.P.R. 357/1997 e ss.mm.). Deroghe possono essere ottenute per catture a scopo di studio, attraverso la richiesta specifica alle autorità predisposte. Le violazioni sono sanzionate penalmente in base all’art. 30 della L. 157/92 ed alle successive modifiche ed integrazioni.
E’ inoltre vietato arrecare disturbo agli esemplari, in particolare durante le varie fasi del periodo riproduttivo e durante l’ibernazione, nonché alterare o distruggere i siti di rifugio (art. 6, cap. III della Convenzione di Berna; art. 8 del D.P.R. 357/97 modificato con D.P.R. 120/2003). Relativamente a quest’ultimo aspetto, sono citati i “siti di riproduzione”, “di sosta” e “di riposo”, e quindi tutte le tipologie di siti di rifugio utilizzate dai Chirotteri risultano interessate dalla disposizione.
Per una esaustiva comprensione, all’uopo si riporta il Regolamento Edilizio del Comune di Bergamo:
“Nell’ultima modifica, avvenuta il 26/07/2021, al regolamento comunale edilizio 22/10/2001, n. 46, art. 98 si parla delle prescrizioni per la tutela della fauna e avifauna di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia.
L’art. 98 riporta quanto segue:
“Gli interventi edilizi su edifici di qualsiasi tipologia previsti dal Decreto del Presidente della Repubblica 06/06/2001, n. 380, art. 3, interventi di rimozione dell’amianto, interventi in materia energetica, da realizzarsi negli edifici dove siano presenti nidi di rondone comune, rondone pallido, rondone maggiore, rondine, balestruccio, rondine montana 79 o chirotteri, sia durante il periodo riproduttivo che al di fuori di esso, dovranno essere di norma eseguiti prevedendo la conservazione dei siti riproduttivi presenti. Nel rifacimento delle coperture si suggeriscono le seguenti soluzioni:
– tetti a coppi – lasciare libere le cavità venutasi a creare nella giustapposizione dei coppi, in particolare quelle della prima fila
– evitare l’occlusione di tali nicchie con cemento o altro materiale o il posizionamento di pettini parapassero o aghi antipiccione
i fermacoppi, se presenti possono essere laterali, per lasciare l’accesso libero alla nicchia centrale
– la grondaia, se presente, può essere posizionata al di sotto delle aperture dei coppi o comunque rispettando l’altezza della vecchia grondaia.
Qualora per ragioni progettuali debbano essere occluse cavità, fessure, nicchie o buche pontaie ospitanti nidi, o asportati nidi costruiti si dovrà procedere, come compensazione, con l’apposizione di altrettanti nidi artificiali previo accertamento e asseverazione dell’assenza di nidificazione in atto. In periodo di nidificazione (rondone comune dal 25 marzo al 30 luglio; rondone pallido e rondone maggiore dal 25 marzo al 30 settembre), qualora i lavori non fossero procrastinabili, si suggerisce di montare i ponteggi e le reti di protezione prima dell’inizio del periodo di nidificazione (15 marzo) e si applicano le prescrizioni seguenti:
– chiudere tutti gli accessi con rete di protezione così da evitare totalmente il tentativo, spesso mortale, di accesso della fauna ai nidi esistenti (a titolo di esempio reti a maglia di 1cm x 1cm o più fitta, a teli giustapposti e senza fessure superiori a 1-2 cm)
– montare all’esterno delle impalcature, vicino ai vecchi nidi, cassette nido tanto numerose quanto lo sono i nidi attivi, rispettandone il più possibile le sembianze.
In caso di assoluta necessità di lavori urgenti a nidificazione in corso, è auspicabile non applicare i teli protettivi o comunque è necessario lasciare ampie aperture in corrispondenza dei nidi occupati per permettere l’accesso agli adulti in accudimento di uova e nidacei. Ove i lavori di manutenzione o di ristrutturazione abbiano comportato la occlusione di spazi-nido dei rondoni, è auspicabile porre dei nidi di compensazione non provvisori per consentire la ricolonizzazione del luogo”
Sicuri di un Vostro cortese riscontro, si resta a disposizione per ogni necessità.
Cordialmente.
Dr. Gianpaolo Pamio Coordinatore regionale Lipu per il Veneto
Spett.le ACfV S.p.A., Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano Sede Nuova Isola del Tronchetto 33, 30135 – Venezia Indirizzo PEC :protocollo@pec.actv.it
Spett.le Città Metropolitana di Venezia San Marco 2662 30122 – Venezia Indirizzo PEC: protocollo.cittametropolitana.ve@pecveneto.it
Oggetto: rifacimento pontile per unità di navigazione in località Punta Sabbioni, Comune di Cavallino – Treporti (VE), presenza di nidi di Rondine e Balestruccio, criticità.
Spett.li Uffici in indirizzo,
stante dei lavori di manutenzione – sostituzione di pontili acquei per i mezzi di trasporto pubblico in navigazione, in località Punta Sabbioni presso il Comune di Cavallino – Treporti (VE), sono state segnalate da alcuni cittadini, delle criticità.
Viene segnalato nel manufatto preesistente, la presenza di almeno 8 nidi occupati di Rondine (Hirundo rustica), e di Balestruccio (Delichon urbicum), viene descritto che l’attività delle suddette specie continua attivamente nei nidi, nonostante i lavori siano in corso ed abbiano, ad ora interessato solo una parte della struttura.
Le specie anzidette si trovano in uno stato di conservazione precario, con trend di popolazione negativo. Tra le varie cause di questo declino vi sono tutti quegli interventi edilizi che non tengono conto della loro conservazione.
E’ opportuno qui ricordare che i nidi degli uccelli sono tutelati da normativa vigente secondo quanto previsto dall’articolo 21, comma 1, lettera o), della Legge n. 157 del 11 febbraio 1992, nonché dall’articolo 635 del codice penale.
E’ altresì indispensabile richiamare l’attenzione sulla Direttiva CE n. 43/1992, cosiddetta “Direttiva Habitat”, sulla Direttiva CE n. 147 /2009, cosiddetta “Direttiva Uccelli”, e sulle Convenzioni Internazionali (Convenzione di Bonn e Convenzione di Berna).
Al fine dì evitare ulteriori insorgenze di potenziali conflitti tra le esigenze di conservazione della biodiversità – esigenze sempre più pressanti e inderogabili, data l’assodata, attuale e scientifica acquisizione dello stato di crisi della biodiversità su scala globale e locale – e gli interessi della collettività, si prendano concretamente ed efficacemente in considerazione i tempi di nidificazione e le esigenze biologiche delle specie in questione.
Ufficio Atti Repressivi / Servizio Accertamenti Edilizi e Provvedimenti Terraferma
Sede di Mestre – Viale Ancona n.° 59 30172 Mestre (VE)
Alla Regione del Veneto Direzione Turismo U.O. Strategia Regionale della Biodiversità e dei Parchi Palazzo Sceriman – Venezia turismo@pec.regione.veneto.it
SPISAL AULSS 3 VENEZIANA Piazzale San Lorenzo Giustiniani 11/D – 30174 Mestre (VE) protocollo.alss3@pecveneto.it
Prot ………/2024
OGGETTO: Permesso di costruire, riguardante Variante al progetto Opere di urbanizzazione C2 RS 99 – Piano di lottizzazione di iniziativa privata (P. di L.)”, rilasciato dalla Direzione Servizi al Cittadino e Imprese – Settore Sportello Unico Edilizia del COMUNE DI VENEZIA in data 04/07/2023 -Ditta DreamHouse s.r.l; 12 Permessi di costruire, datati 22.02.2023, per l’edificazione di edifici unifamiliari e condominiali in zona C2 RS 99-Ditta DreamHouse s.r.l..
Via del Tinto-Carpenedo – ZSC e ZPS IT3250010 “Bosco di Carpenedo”
Rispetto Direttive Comunitarie “Habitat e Uccelli” e D.P. R. n. 357/1997 e s.m.i. – Periodo riproduttivo degli uccelli allo stato selvatico, cantiere operativo.
Gentili in indirizzo,
a seguito la segnalazione di un socio dell’Associazione è stato effettuato un sopralluogo esterno al cantiere, in cui si appurava una tabella affissa sul cancello d’ingresso del cantiere edile presente in Via del Tinto . Venezia – Mestre, rilevata il giorno 7.06 u.s. (vedere foto 1 allegata), informava che “riprenderanno a breve” i lavori sospesi per il “periodo di nidificazione ed accoppiamento delle specie faunistiche locali”. Si poteva dedurre la sospensione dei lavori in applicazione della Direttiva 2009/147/CE , concernente la conservazione degli uccelli selvatici “in particolare durante il periodo di riproduzione e dipendenza”, nonostante la mancanza di corrispondenza tra “nidificazione ed accoppiamento”, nella tabella, e “periodo di riproduzione e dipendenza” nella Direttiva. Di contro già dal giorno 19.06 u.s., è documentabile ( foto nr. 2 e video 3 allegati) la piena fase attuativa dei lavori, con dispiegamento di mezzi meccanici e personale addetto, nonostante la fase riproduttiva e di dipendenza ancora in pieno svolgimento. Come in piena attività sono stati i lavori nei giorni seguenti, compreso il giorno festivo, domenica 23.06 (foto nr. 4), ieri.
Si rilevano degli elementi inapplicativi della prescritta norma di tutela dell’avifauna, si richiede pertanto un accertamento per stabilire le modalità operative proprie del cantiere nel rispetto della prescrizioni.
Si evidenzia oltrechè l’inapplicazione della citata Direttiva 2009/147/CE come elemento aggiuntivo di una più estesa non aderenza alle norme per la tutela ambientale e della biodiversità di cui alle citate Direttive CE e al D.P. R. n. 357/1997 e s.m.i. Già con precedenti comunicazioni la scrivente Associazione sull’argomento, le ultime in data 15.03.2021 e 9.06.2021 (vedere allegati 5 e 6), era segnalata l’omessa applicazione delle fasce di inedificabilità e della salvaguardia del sistema idrogeologico prescritti dalla VINCA, sempre per le opere da eseguire nell’area compresa fra Via del Tinto e Via Frisotti, località Carpenedo-Mestre, in prossimità della ZSC e ZPS IT3250010 “Bosco di Carpenedo”.
Potatura in fase vegetativa Parco Albanese Mestre, luglio 2024
[Luglio 2024]
Spett.le Comune di Venezia Ufficio Verde Pubblico verdepubblico.rifiuti@comune.venezia.it
Venezia, li 29 luglio 2024
Oggetto: Lipu sezione di Venezia, verde urbano, segnalazioni
Spett.le Ufficio,
sono giunte alla nostra Associazione, segnalazioni, poi accertate come veritiere, di potature sistematiche di piante fuori dalla stagione preposta, ed in pieno periodo vegetativo, eseguite nei mesi di giugno – luglio. Potature svolte non in via emergenziale come a seguito di rotture accidentali di rami dovute al maltempo, od altro, come stabilito dal Regolamento sul Verde, bensì su interi filari di alberi. Siti interessati a nostra conoscenza in località Mestre – Bissuola nel parco “Alfredo Albanese”, nonché Via San Dona’ Venezia – Carpenedo. Giova ricordare che il Regolamento Comunale per la tutela e promozione del Verde in Città adottato dal Consiglio Comunale nella seduta del 21.07.2003 con deliberazione nr. 111, e successive modificazioni, all’art. 14 comma 4 recita: “La potatura viene programmata con adeguato anticipo, nel rispetto dei cicli biologici e di sviluppo delle alberature. Viene definita straordinaria nei casi in cui si manifestino situazioni non prevedibili tali da creare scompensi strutturali alla pianta stessa, con conseguente pericolo di incolumità pubblica. In entrambi i casi quando si deve eseguire una potatura occorre agire tenendo presente che: n) la riduzione della superficie fogliare si traduce in una minore disponibilità di nutrienti per le radici e le altre parti dell’albero; o) l’esposizione frequente della corteccia dei rami più interni alla luce diretta del sole può provocare il surriscaldamento e conseguente indebolimento strutturale; p) il taglio dei rami si traduce in una successiva abbondante produzione di germogli inseriti debolmente, che con il tempo possono diventare pericolosi; q) il legno dei monconi dopo il taglio risulta vulnerabile all’attacco degli insetti e dei funghi patogeni. (…)
Si sottolinea che in nessuno dei tagli dei corpi vegetali è stata applicate la corteccia artificiale per impedire l’esposizione a funghi e batteri.
Vengono altresì segnalati mancati reimpianti di alberi nei filari di Via Bissuola nel quartiere omonimo ed in Via Altinia in Favaro Veneto. Nonché viene segnalata la mancata annaffiatura in vari punti della Città al punto di portare in grave sofferenza, visto il caldo molti alberi di recente impianto, ad esempio la dozzina di Carpini bianchi messi a dimora due anni fa in sostituzione di altrettanti esemplari morti a loro volta dalla siccità, in Via Altinia – Favaro Veneto, incrocio Via Alverà.
Polizia Metropolitana della Provincia di Venezia protocollo@cittametropolitana.ve.it
Oggetto: Lipu, Sezione di Venezia, segnalazione di criticità nel taglio vegetazione di sponda in Fiumi e Canali rinaturalizzati.
Spett.li Uffici, per le rispettive competenze,
sono giunte a questa Associazione più segnalazioni da parte di soci e cittadini che evidenziano delle vistose criticità nella gestione della vegetazione di sponda lungo fiumi e canali rinaturalizzati. Sono stati documentati con fotografie dei tagli su vegetali incompatibili con la preservazione di specie ed habitat. Tale attività effettuata nel periodo primaverile – estivo, apporterebbe grave pregiudizio alla conservazione di molte specie di uccelli, invertebrati, rettili, insetti, piante. La banalizzazione del territorio, la sua frammentazione, la parcellizzazione, l’urbanizzazione, la cementificazione dell’area della Val Padana e l’attività agricola intensiva, hanno determinato che molte specie animali e vegetali, sono sospinte, trovando un minimum di habitat nei pressi dei corsi d’acqua: sovente rimangono gli unici elementi per garantire la loro sopravvivenza.
Il taglio della vegetazione riparia nel periodo primaverile ed estivo ha conseguenze negative nel ciclo biologico della vegetazione medesima in quanto interferisce nell’attività di sviluppo – evolutiva – produzione di semi, per perpetuare il ciclo naturale riproduttivo nonché indispensabile anello biologico del processo alimentare per varie specie animali.
Si ribadisce, come ampiamente acclarato, che il periodo in esame è inopportuno per tali lavori in quanto come dettagliato dal parere tecnico dell’ISPRA prodotto in data 03.05.2019, cui alla pag. 2 leggiamo: (…) Si conferma che nei mesi primaverili ed in particolare da marzo a luglio le sponde dei corsi d’acqua rivestono un ruolo fondamentale per le riproduzione della fauna selvatica. Alberi, arbusti e zone inerbite prossime agli alvei sono la sede elettiva per la nidificazione di molte specie ornitiche strettamente legate all’ecosistema ripario, le quali non avrebbero modo di insediarsi altrove se le locali condizioni ambientali venissero alterate. Sussiste poi un secondo motivo di importanza di questi ambienti, che è quello di consentire la nidificazione di specie più generaliste (…) in vaste zone interessate da coltivazioni intensive, sulle quali gli unici elementi boschivi esistenti sono rappresentati dalle fasce ripariali (…)
Più generalmente la protezione e la riqualificazione degli habitat fluviali,con interventi che consentano ai corsi d’acqua di ricostituire il loro stato morfologico naturale, contribuiscono a mantenere la biodiversità, sostengono l’equilibrio dell’ecosistema fiume – canale e, soprattutto, predispongono il corso d’acqua a rispondere in modo più resiliente alle crisi sia di apporto idrico che a fenomeni di inquinamento estemporanei, senza compromettere la sicurezza idraulica ed il regolare deflusso delle acque. Quanto in maniera esaustiva, richiamato dalla normativa comunitaria recepita a livello nazionale, sulle acque 2000/60/CE, alluvioni 2007/60/CE e, parallelamente, la direttiva habitat 92/43/CEE e la direttiva uccelli 2009/147/CE.
L’Italia per la propria conformazione territoriale è attraversata dalle principali rotte migratorie per Eurasia ed Africa, ogni anno milioni di esemplari di uccelli ripetono il ciclo delle migrazioni e di frequente i corsi dei fiumi rappresentano dei naturali siti ove sostare per rifocillarsi oltreché nidificare.
Quanto rappresentato, come il taglio a bordo dello specchio d’acqua, trinciatura a raso di vegetazione acquatica come Carici, Cannuccia e Canna Comune, Tife, ecc., lo sfangamento di sedimenti di fondale non hanno nessun fondamento nel controllo dello stato dei manufatti ed acclarata bibliografia in merito ha riportato che la crescita della vegetazione non rappresenta un ostacolo al deflusso delle acque meteoriche. La vegetazione di sponda, di contro, rappresenta un importante elemento per la mitigazione climatica, il mantenimento di umidità d’area, l’assorbimento di inquinanti come fosfati e metalli, il trattenimento dell’acqua e successivo rilascio su ondate di piena, ecc.
Alla luce di quanto evidenziato, si richiede ai Vostri Uffici di attivarsi, con richiamo, nei confronti delle Autorità ed Enti interessati, per una gestione dei corsi d’acqua, oculata e rispettosa della Biodiversità.
Cordialmente
Il delegato della Lipu Sez. di Venezia
Dr. Gianpaolo Pamio
Risposta del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, in data 14/08/2024
Spett.le Citta Metropolitana di Venezia Ufficio Ambiente – Polizia Provinciale Indirizzo pec: protocollo.cittametropolitana.ve@pecveneto.it
Oggetto: Lipu, Sezione di Venezia, segnalazione taglio pioppeto da reddito fuori dal periodo “Silvano” raccomandato, presenza specie in stato di nidificazione
Spett.li in indirizzo, e per le rispettive competenze,
è giunta a questa Associazione, poi verificata come veritiera e fondata, la segnalazione di un abbattimento di un pioppeto da reddito per un estensione di circa 3 ha in località Marocco – Venezia, Via Gatta in prossimità del civico 90. Il richiedente segnalava che l’abbattimento era avvenuto nel periodo di fine giugno inizio luglio, in pieno periodo di nidificazione, a suo dire sentiva chiaramente il canto di più esemplari di Rigogolo Oriolus oriolus, nonché aveva notato una numerosa presenza di diverse specie di uccelli, il cui andirivieni fa ritenere verosimile, visto il periodo, siano stati impegnati in processi di nidificazione.
Pioppeto da reddito tagliato in periodo di nidificazione
Un successivo sopralluogo a distanza, eseguito dai volontari, ha potuto solo appurare lo stato dell’abbattimento eseguito, dal momento si tratta di un area privata non è stato possibile accertare un eventuale presenza a posteriori, di ulteriori elementi utili per una ricostruzione esaustiva, come piume, uova, pulli a terra, nidi.
Acclarata bibliografia riporta che presso il pioppeti da reddito in fase di maturità, sono presenti e nidificano le specie di Colombaccio Columba palumbus, Capinera Sylvia Atricapilla, Pigliamosche Muscicapa striata, Storno Sturnus vulgaris, Gufo comune Asio otus, Rigogolo Oriolus oriolus, Fringuello Fringilla coelebs, Passera mattugia Passer montanus, Usignolo Luscinia megarthynchos, Merlo Turdus merula, Cinciallegra Parus major, Picchio rosso maggiore Dendrocopos major, ed altre specie.
Si rammenta che durante il periodo di nidificazione tutta fauna ornitica è tutelata dalla Legge 157 del 1992 nonché la distruzione dei nidi rimane una fattispecie sanzionatoria prevista dall’art. art. 544 bis e ter del Codice Penale. Alcune delle specie in oggetto sono tutelate dalla Direttiva Uccelli nr. 79/409/CE, nonché dalla Convenzione di Berna, Allegato III.
Il sito in oggetto è contermine alla Laguna di Venezia, inserito nella Rete Natura 2000 SIC – ZPS, codice IT 3250031, nonché all’area naturale – agricola campestre del Fiume Dese, e dei suoi canali di scolo e rogge, tale fiume sfocia nella Laguna di Venezia.
Per quanto riguarda il taglio alberi, si riconferma il periodo inopportuno per tali lavori in quanto come dettagliato dal parere tecnico dell’ISPRA prodotto in data 03.05.2019, cui alla pag. 2 leggiamo: (…) Si conferma che nei mesi primaverili ed in particolare da marzo a luglio le sponde dei corsi d’acqua rivestono un ruolo fondamentale per le riproduzione della fauna selvatica. Alberi, arbusti e zone inerbite prossime agli alvei sono la sede elettiva per la nidificazione di molte specie ornitiche strettamente legate all’ecosistema ripario, le quali non avrebbero modo di insediarsi altrove se le locali condizioni ambientali venissero alterate. Sussiste poi un secondo motivo di importanza di questi ambienti, che è quello di consentire la nidificazione di specie più generaliste (…) in vaste zone interessate da coltivazioni intensive, sulle quali gli unici elementi boschivi esistenti sono rappresentati dalle fasce ripariali (…).
Il documento edito dal “Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA)”, “Linee di indirizzo per una pioppicoltura sostenibile” al paragrafo 4 pag. 7 “Pioppicoltura e utilità ecosistemiche”: vengono citati che caratterizzazione della coltura sono la Costituzione di elementi della rete ecologica, la Realizzazione di fasce di transizione tra bosco ed aree agricole, la Filtrazione delle soluzioni circolanti nel terreno (nutrienti ed altre sostanze inquinanti)”. Il suddetto documento riporta l’ Accordo di Venezia, firmato il 29 gennaio 2014 a Venezia, “Intesa per lo sviluppo della filiera del Pioppo” cui aderisce la Regione Veneto ed altri soggetti pubblici e privati ed associazioni delle filiera della lavorazione del legno di Pioppo, cui: “I firmatari hanno concordato sulla necessità di sostenere ed incentivare lo sviluppo della pioppicoltura, soprattutto nelle Regioni della pianura padano – veneta con l’impegno di indirizzare e attivare interventi di settore finalizzati al perseguimento dei seguenti obiettivi:
(…) implementare la pioppicoltura nell’ambito della nuova strategia forestale della UE, prevedendo interventi specifici a sostegno della pioppicoltura condotta secondo pratiche colturali sostenibili (misure agro – ambientali), oltre che per gli interventi del tipo ambientale previsti dalla componente “greening” della PAC.
(…) adoperarsi per far riconoscere ai pioppicoltori i crediti di carbonio corrispondenti alla capacità di sequestro annuo di gas serra e gli altri molteplici servizi svolti a vantaggio dell’ambiente e della collettività.”
(…) E’ in tale prospettiva che s’inquadra l’elaborazione di queste linee di indirizzo, finalizzate a proporre modelli di gestione della pioppicoltura rispettosi dell’ambiente (…)”
Quanto si inoltra per le opportune valutazioni.
Cordialmente
Il delegato della Lipu Sez. di Venezia, Dr. Gianpaolo Pamio
Al Comune di Mirano Ufficio Relazioni con il Pubblico urp@comune.mirano.ve.it
E p.c.
Alla Città Metropolitana di Venezia protocollo@cittametropolitana.ve.it
con preghiera di inoltro alla
Polizia Metropolitana – nucleo ambientale
Oggetto: Lipu, sezione di Venezia, segnalazione di abbattimento alberature e vegetazione arbustiva in periodo di nidificazione in località Mirano, Venezia
Spett.le Ufficio,
sono giunte a questa Associazione alcune segnalazioni da parte della cittadinanza in merito all’abbattimento di una serie di alberature e vegetazione arbustiva in prossimità della proprietà privata situata al civico 237 di Via Cavin di Sala in località Mirano VE), sul lato prospicente la Via Accopè Fratte.
Particolare del tracciato in cui è stato eseguito l’abbattimento
L’accertamento sul posto circa la presenza di nidi non è stato possibile dal momento si tratta di un fondo privato, tuttavia, data la tipologia di alberature abbattute, è presumibile ritenere abbiamo ospitato nidi di Merli (Turdus merula), Cinciallegre (Parus Major), Capinere (Sylvia atricapilla), Cinciarelle (Cyanistes caeruleus), Rigogoli (Oriolus oriolus) ed altri piccoli uccelli, nonché di Pipistrelli della specie Ferro di Cavallo Maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) come dettagliato dalle segnalazioni dei richiedenti.
Cinciallegra (Foto di Luigino Busatto)
Si auspica che in futuro, così come già avviene in ambito pubblico, venga riconosciuto anche in ambito privato un regime di maggior tutela ed attenzione alla gestione delle aree verdi, soprattutto in periodo di nidificazione.
All’uopo si richiama quanto trasmesso dal presidente della Lipu nel 2023 all’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani.
“Divieto di effettuare, in ambito urbano e periurbano, abbattimenti e potature tra il 1° di marzo e il30 agosto, ossia durante il periodo di riproduzione degli uccelli. Ed evitare, tutto l’anno, potaturedrastiche, limitandosi a interventi motivati, selettivi e mirati al rispetto del mantenimento vitale dellepiante.
L’appello è contenuto in una lettera inviata oggi dalla Lipu-BirdLife Italia al presidente dell’Anci(Associazione nazionale comuni italiani) Antonio De Caro, in vista dell’inizio, tra poco più di un mese,della stagione riproduttiva degli uccelli selvatici che spesso coincide con l’avvio di lavori diabbattimenti e potature drastiche di alberi, siepi e altra vegetazione, in parchi, giardini e altre areeverdi urbane, così come lungo i corsi d’acqua e negli ambienti agricoli vicino alle città.
“Tali interventi – scrive nella lettera Aldo Verner, presidente della Lipu – oltre a causare ildanneggiamento e la destabilizzazione delle piante, incidendo negativamente sull’erogazione deiservizi ecosistemici e del connesso capitale naturale, distruggono direttamente i nidi dell’avifauna,la cui gran parte è difficilmente rilevabile anche da ornitologi esperti, poiché molti nidi sono piccoli,abilmente nascosti nella vegetazione, oppure allestiti dentro strette cavità del tronco e dellebranche”.
Una raccomandazione, quella di evitare tagli ad alberi e siepi durante il periodo riproduttivo, ribaditaanche dall’Ispra con un parere espresso nell’ottobre 2021. Così come assumono rilevanza in questadirezione i contenuti del Decreto del ministero della Transizione ecologica del 10 marzo 2020 suicriteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico (Cam), che impongono ilrispetto della fauna, soprattutto nei parchi suburbani e nelle aree a forte valenza ambientale, e unamanutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo garantito da personale competente e in periodiche non arrechino danni alla pianta e disturbo alla fauna.
“Alla luce di tutto questo, considerate la rilevanza della materia e le stesse previsioni della nuovaStrategia europea sulla Biodiversità 2020-30, i cui obiettivi specifici e generali in vari casi rimandano,direttamente o indirettamente al tema – conclude Aldo Verner nella lettera al presidente dell’Anci –siamo a domandare un Suo intervento sulla vasta comunità dell’Anci, con la richiesta di rispettare lenorme per la tutela della biodiversità, specialmente garantendo l’attività riproduttiva dell’avifauna,e di una corretta gestione del verde urbano”.
Si rammenta che la distruzione dei nidi di uccelli è una pratica vietata come previsto dal dettame normativo della Legge 11 febbraio 1992 nr. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” nonché sanzionata dall’art. 544 bis del Codice Penale.
Ringraziando per l’attenzione si porgono distinti Saluti.
Il delegato della Sezione Lipu di Venezia Dr. Gianpaolo Pamio
I cambiamenti climatici influenzano le migrazioni degli uccelli, sono molti gli studi in atto che avvalorano queste tesi, mancano ancora dati complessivi da mettere in rete, i cambiamenti climatici sono così veloci e repentini che non solo gli uccelli non riescono a tenere il passo, ma anche gli ornitologi.
Le migrazioni hanno sempre scandito per migliaia di anni il corso di tante specie, si sono in gran parte specializzate in rotte ben precise con soste ben calibrate dove recuperare energie per continuare viaggi lunghi migliaia, anche decine di migliaia di chilometri. I cambiamenti climatici sono sempre avvenuti ed hanno dato modo agli uccelli di adattarsi, in questa epoca i cambiamenti sono troppo rapidi e creano un disorientamento di tante specie. Per un uccello intraprendere una lunga migrazione sbagliando le tempistiche significa andare molto probabilmente incontro alla morte non trovando le condizioni favorevoli il cibo in primis per la permanenza e riproduzione.
Nel Veneziano sono giunte diverse segnalazioni alla Sezione i cui si potevano desumere tali aspetti. A metà gennaio nella zona di Marcon – VE uno stormo di 50 Gru Grus gru che si portava verso Nord – Est probabilmente proveniente dalla penisola Iberica o dalla Grecia, troppo presto, in Siberia e Finlandia ad ora le temperature sono rigide ed il terreno ghiacciato, probabile andranno incontro alla morte.
Sempre a metà gennaio si segnala nella zona di Favaro Veneto – VE un Falco cuculo femmina Falco vespertinus, cui si è trattenuto oltre una settimana in un area ben precisa, predando soprattutto Storni Sturnus vulgaris, presenti in abbondanza. Questa specie avrebbe già dovuto raggiungere i quartieri di svernamento quali l’area Africana Subsahariana e Bacino del Fiume Congo: il rischio rimane che l’esemplare probabilmente proveniente dall’area Russo – Siberiana – Penisola Scandinava, risenta di un calo delle temperature o possibili tempeste di neve nel continuare nel percorso nella dorsale Appenninica. Quattro segnalazioni di esemplari di Regolo Regolus regolus, passeriforme insettivoro tra i più piccoli presenti nel continente Europeo, tutte le richieste vertevano a seguito collisioni su vetrate, significa che erano molti gli esemplari presenti nel territorio. Questo piccolo uccello doveva già essere nel Sud Italia, od in altri Paesi del Sud del Mediterraneo nei luoghi di svernamento. La presenza del Regolo sarebbe normale se sporadica non così diffusa.
Venezia, li 27 gennaio 2025
Il delegato Lipu sezione di Venezia Dr. Gianpaolo Pamio