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Inquinamento luminoso: un’insidia per specie vegetali, animali e per l’uomo stesso

Centinaia di studi a livello internazionale acclarano il danno eco-sistemico dell’inquinamento luminoso diffuso, su piante, uccelli, mammiferi, invertebrati. Gli uccelli sono particolarmente colpiti in quanto nelle loro migrazioni sono attratti dalla luce delle città e possono urtare mortalmente contro gli edifici. Uno studio della Stazione Ornitologica Svizzera del 2012 riporta: “Chi vola di notte sopra l’Europa vede sotto di se un vasto mare di luci. Finché le notti sono chiare, questo non rappresenta un problema per gli uccelli migratori. I problemi iniziano quando entrano in una zona con nubi dense e nebbia. Infatti le sorgenti luminose illuminano il cielo dal basso, il senso dell’orientamento degli uccelli può venire compromesso e condurli fuori rotta. Ad esempio, possono restare ammaliati dal cono di luce sopra una città e volare senza meta qua e là, spesso per ore. A causa dello stress e dello sfinimento alcuni cadono morti dal cielo, altri vengono attirati sempre più dagli edifici illuminati, i riflettori o i fari ma non sono in grado di valutare la distanza e pericolo ed entrano in collisione con queste strutture. (…)”

Un recente studio dell’Università dello IOWA negli USA ha analizzato migliaia di arbusti ed alberi in cinque grandi città statunitensi per un range di 5 anni. È emerso che l’anticipazione della formazione delle nuove gemme veniva influenzata, a parità di temperatura dall’intensità luminosa. Parimenti il decadimento delle foglie in periodo autunnale veniva ritardato e la colorazione delle foglie risultava differente, sempre proporzionalmente alla luce adiacente radiata. 

Sempre la LAN luce artificiale notturna (light at night) viene citata in un articolo recente sulla rivista Diabetologia dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete –EASD- ove si descrive uno studio condotto nella Repubblica Popolare Cinese dalla dott.ssa Phyllis Zee, presso su un campione vasto e rappresentativo proveniente da 162 diverse aree del Paese. [L1] Dall’analisi dei dati è emerso che la patologia diabetica era prevalente nella misura del 28% nei confronti delle persone più esposte a LAN esterna rispetto a quelli meno esposti, e che viveva in zone più illuminate di notte, rispetto a chi viveva in zone più buie. La correlazione tra esposizione a LAN e diabete del tipo 2, ha delle evidenze scientifiche, e gli studiosi sono in attesa di ulteriori risultati. In precedenza l’esposizione a LAN era stata associata a correlazioni patologiche come l’aumento di peso, l’obesità, alterazioni secrezioni gastriche e relative a ghiandole surrenali, interruzioni delle funzioni metaboliche, fattori di rischio cardiovascolari come fenomeni trombotici ed ischemici, alterazioni neurovegetative.

Nelle Regione del Veneto la questione della LAN è stata affrontata a livello normativo con la Legge Regionale nr. 17 del 07.08.2009, pubblicata nel BUR nr. 65 del 11.08.2009. La promozione e il rispetto dei principi di questa normativa è oggetto dell’attività delle associazioni ambientali, in particolare quelle che coordinano i gruppi di astrofili e gli osservatori pubblici, di fatto le nostre sentinelle rispetto al fenomeno della LAN. L’associazione Venetostellato ad esempio finanzia e gestisce, tramite gli osservatori e i gruppi di astrofili, una rete di monitoraggio della luminosità del cielo e contribuisce alla divulgazione dei principi della legge presso scuole ed istituzioni. La legge affronta in maniera analitica ed esaustiva la problematica in oggetto, e nonostante l’incessante impegno delle associazioni ambientali e di ARPAV, ente preposto ai controlli, rimane però ampiamente disattesa ed inapplicata per la scarsa attenzione dei comuni rispetto al problema, in particolare verso l’illuminazione privata. Si richiede che l’Autorità regionale renda al più presto pienamente operativa tale normativa promuovendo ed applicando tutti gli aspetti della legge mediante i propri canali di comunicazione e sui media, e curi tre aspetti particolarmente importanti: la formazione degli addetti al settore illuminazione (progettisti ed installatori), l’imposizione ai comuni del regime autorizzativo previsto dalla legge per gli impianti privati e il recepimento della normativa nei Regolamenti Edilizi. 

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Guide e manuali Informazioni

Aiutate i piccoli uccelli con le piante da bacca

La stagione invernale è ormai nel suo pieno, e da campo libero a chi vorrebbe ripristinare con nuovi elementi arborei il proprio giardino od arricchire un area a verde anche in campo aperto. Non serve creare un Birdgarden da manuale, basta anche meno e non comporta un gran lavoro, ma una scelta adeguata delle specie vegetali da inserire. Tra la scelta delle piante da inserire si suggerisce di valutare anche   degli elementi da bacca. Saranno di notevole aiuto ai piccoli uccelli che frequentano le nostre citta’ ed aree periurbane. L’agricoltura intensiva e lo sfruttamento di ogni area coltivabile, ha sottratto, quasi completamente, almeno nella Val Padana, gli areali con un  sufficiente mantenimento della biodiversità necessaria per la sopravvivenza sia per gli uccelli  svernanti, che in fase migratoria, e sospinge di conseguenza molte specie in cerca di cibo nelle aree antropizzate. Arricchire il   nostro giardino di preziose piante da bacca,  potrebbe rappresentare per molti uccelli l’unica fonte di sostentamento nella stagione invernale. Questa tipologia di arbusti e piccoli alberi sono anche di notevole valore ornamentale, pensiamo al Biancospino, in primavera ci regalerà dei bellissimi fiori bianchi ed un nugolo di api alla ricerca di polline per produrre miele, se presenti, gli apicoltori vicini vi ringrazieranno, visto le api percorrono anche 3 chilometri per trovare fiori adatti. Oltreche’ avremmo, con le bacche, nel periodo autunnale – invernale dei bellissimi elementi colorati. Si suggerisce di piantare Biancospino, Rosa canina, Prugnolo, Sorbo, Rovo, Sambuco, Nespolo, Edera Helix, Ligustro, Alloro.

Altra precauzione da mantenere, sotto gli arbusti od alberi, di non cercare l’ordine e la pulizia di ogni foglia che cade o bacca, purtroppo i nostri giardini sono spesso maniacalmente “troppo puliti”, lasciare sotto le siepi elementi che spontaneamente decadono.  Oltre che dare un senso di naturalità,  elementi lignei, bacche, fogliame secco forniscono un tappeto utile nel proteggere il colletto delle piante dalla canicola estiva, dalla pioggia eccessiva, trattiene l’umidità e protegge dal gelo. Quel sottile tappeto di foglie rappresenta anche un rifugio di piccoli insetti ed invertebrati che a loro volta saranno cibo per gli uccelli, noterete spazzolare e gettare all’aria terra e foglie da parte di Merli, Tordi, Pettirossi, Scriccioli, Fringuelli.

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Notizie dal territorio

Atti di bracconaggio nell’area di Mira (VE)

Nella seconda metà di dicembre due cittadini segnalavano alla Sezione LIPU di Venezia, la presenza nell’area del mirese nell’entroterra Veneziano,  due diverse criticità. La prima,  riguarda la carcassa di un Airone grigio Ardea cinerea appeso all’interno di un gard – rail ai margini di una strada.  Visto il corpo già in stato iniziale di decomposizione non è stato possibile sottoporlo a nessun esame esterno per ipotizzarne almeno le cause della morte. Una seconda segnalazione sempre nella zona di Mira riguarda un esemplare di Sgarza ciuffetto Ardea rallide, presente con una zampa ferita nella sponda di un canale che costeggia una strada. La Sgarza ciuffetto, come l’Airone grigio, sono specie particolarmente protette dalla direttiva 79/409/CEE “Uccelli”, con le successive integrazioni e modificazioni. La Sgarza ciuffetto,  è un piccolo airone dal caratteristico ciuffo che sovrasta la testa, più corrispondente forse ad una cresta, come un gallo domestico,  il piumaggio è elegante, color marroncino – arancione con ampie striature. Si tratta di un uccello migratore di lungo raggio, in Europa, la maggior concentrazione è nell’area meridionale, in Italia viene censito quasi esclusivamente in Val Padana e solo raramente in altri areali. Questi esemplari, nel periodo invernale, con una lunga migrazione, si portano nelle aree umide sub-sahariane come il Bacino del Fiume Congo ed i Grandi Laghi del Bacino del fiume Nilo. La Sgarza ciuffetto è una specie elusiva, mimetica, diffidente, timida, si nasconde per gran parte della giornata al riparo di cannucce palustri e piccoli alberi che costeggiano le aree umide, gli habitat prediletti da questa specie sono le rogge, i canali, le lanche, gli stagni, i laghi ad acqua bassa: si nutre prevalentemente di piccoli pesci, rettili, insetti, invertebrati e raramente, come tutti gli aironi, di nidiacei di altre specie di uccelli.

L’esemplare di  Sgarza ciuffetto in questione era presente sul posto da diversi giorni ed è deceduta prima dell’arrivo di una guardia zoofila della LIPU, giunta sul posto su richiesta della socia LIPU,  il corpo è stato successivamente  sottratto da ignoti. Ricostruendo i due eventi, il nucleo agenti venatori della Sezione, forte dell’esperienza acquisita in quelle zone, ipotizza si tratti di episodi di bracconaggio. L’Airone grigio, come specie molto confidente con l’uomo, ormai fortemente svernante, si può notare anche in questa stagione, sovente attendere per ore  le prede, nelle sponde dei fiumi o dei canaletti irrigui ed è facilmente avvicinabile. Per la Sgarza ciuffetto, probabilmente in fase migratoria  verso l’Africa è stata colpita intenzionalmente riportando una lesione ad una zampa. Mancando il corpo, risulta impossibile eseguire degli accertamenti esterni sulle reali cause del decesso. Gesto di orribile gusto appendere il corpo dell’Airone grigio al guard – rail, atto che qualifica il disprezzo non solo verso gli uccelli, ma contro gli animali in generale. La zona del mirese, entroterra delle valli da pesca della Laguna Sud, è già stata teatro in passato di episodi di bracconaggio. Si fa appello alla cittadinanza di segnalare alle Forze dell’Ordine, al Nucleo Guardie Venatorie Volontarie, con i riferimenti nel sito di sezione www.lipuvenezia.it, ogni attività sospetta o potenzialmente illecita da parte di bracconieri o malintenzionati ai danni della fauna selvatica.